Nei dodici racconti di “Cane da petrolio” Rick Bass evoca un’America profonda e selvaggia, dove uomini e donne amano, soffrono e ricordano, respirando nella natura intorno a loro il mistero delle proprie vite

“Tutte le mie storie ruotano intorno a donne e uomini. Possono comparire bisonti, cani, capre, ma devo dire che a me interessa la mia specie. E se inserisco nella narrazione elementi del mondo ‘fisico’, ‘esterno’, ‘naturale’, non è per sminuire il personaggio, anzi. Mostrare come un protagonista ha a che fare con il tempo e con lo spazio lo rende più ricco, più sfaccettato“.
Con queste parole, in un’intervista Rick Bass presentava i suoi lavori. E i dodici racconti di Cane da petrolio (Mattioli 1885, traduzione di Silvia Lumaca), vanno esattamente in questa direzione. Disegnano infatti un intreccio, una risonanza misteriosa e quasi mistica di uomini e donne dell’America profonda con il paesaggio e le creature viventi che hanno intorno.
Sono storie apparentemente semplici, quasi minimali. Il ricordo di un difficile triangolo amoroso di alcuni giovani alla scoperta di se stessi e di un fiume, la vita di coppia di un pompiere e sua moglie, scandita dagli incendi e dalla paura che il rapporto possa fallire, la rievocazione di una battuta di caccia all’Alce in boschi ghiacciati e inospitali, un amore imprevisto in una cittadina dove è molto forte la comunità mormona. Ogni volta, però, animali e natura sembrano custodire dentro il segreto dei destini che attendono i protagonisti. E loro stessi intuiscono in maniera confusa ma penetrante come ci sia qualcosa, nel mondo spesso aspro o devastato dall’uomo, che li riguarda da vicino, che vuole comunicare. Come un accordo misterioso, che troppo spesso scompare alla stessa velocità con cui si era presentato.
Un segreto è tale solo se non viene svelato. E difatti la natura non parla: suggerisce, pervade i sensi, e lascia la traccia confusa di una consapevolezza, simile a quelle intuizioni che si ricorda di avere avuto in un sogno. E uomini e donne, difatti, provano la sensazione di una vita in comune con il mondo: gli elementi, gli animali, il fuoco. Ma i piccoli dolori, le vicissitudini dell’esistenza moderna li trascinano molto lontano dal loro luogo di appartenenza, e dalla felicità. “Ancora adesso, Richard pensa che si siano mancati per un soffio, che una qualche sorta di fato sia stato deviato, anche se come o perché o cosa, non è in grado di dirlo”.
Nei racconti riecheggiano lo spazio e il tempo. Lo spazio vasto o pericoloso, caldo o gelido, incredibilmente vivo. E il tempo interiore degli uomini e delle donne: sono spesso racconti al passato, sguardi malinconici su ciò che poteva essere e non è stato, su ciò che sarebbe dovuto essere colto al volo.
Rick Bass Cane da Petrolio
Le storie vengono percorse da una tensione alla ricerca di un indefinito che a volte sembra apparire, per un attimo, nell’acqua, in un campo arso, nella corsa di un toro, nel suolo perforato senza pietà alla ricerca dell’oro nero. Come se l’errore di gioventù fosse affine a un distacco più originario, a un altro tipo di perdita irreparabile. L’interno e l’esterno si compenetrano, sono forse la stessa cosa, e non in maniera simbolica, ma come una vicinanza inconscia.
Si respira tanta America, quella rurale o selvaggia, fatta di piccole cittadine, boschi, laghi ghiacciati, campi infiniti. Una comunità che abita e conosce i propri luoghi e allo stesso tempo sente il desiderio febbrile di sfruttarli. Ma più in generale, il libro è una critica al mondo moderno, molto forte proprio perché resta implicita. Non viene enunciata ma mostrata, nelle difficoltà di vite che si perdono, che faticano a toccarsi quanto più invece pensano e bramano di possedere fisicamente i luoghi che vivono e le loro ricchezze: le anime soffrono, spesso si sfiorano soltanto e resta loro un interrogativo bruciante. Mentre proseguono una corsa in avanti si lasciano indietro dei pezzi.
Spesso il motore della narrazione è l’amore. Un erotismo e una sensualità dolce, sgraziata, come quella degli adolescenti che scoprono il loro corpo e le loro emozioni. Impulsi che restano un mistero per gli uomini, ancora una volta voci non ascoltate, così simili a quelle della natura.
Nel racconto che dà il nome alla raccolta il protagonista, un agente petrolifero, sembra quasi enunciare come gli esseri umani si condannino da soli a perdere la possibilità di entrare in risonanza con ciò che hanno intorno: “Potevo guardare un atto di trasferimento di proprietà e sapere, dopo un’occhiata, cosa fosse successo; potevo dire, quasi per divinazione, perché fosse stato registrato così, indipendentemente da quanto fosse complicata la cessione dei diritti. Ma le complessità del cuore umano, sia che fossero nascoste o manifeste, non le sapevo leggere“.
I piccoli destini degli uomini si giocano nello spazio immenso del mondo. E loro lo sentono, forse lo sanno, ma spesso lo dimenticano. Restano smarriti e cercano di guardarsi dentro o indietro, per ritrovare il senso del proprio cammino, di ciò che li ha resi come sono. Nei dodici racconti di Rick Bass natura e uomini si abbracciano e si separano, alla ricerca del loro mistero comune.

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