Sarah Andersen è una fumettista americana 24enne (che ha scelto di non mostrare il suo volto) famosa per i suoi webcomics “Sarah’s scribbles”, raccolti poi nel libro “Crescere, che Palle!” (a marzo 2017 il suo ritorno in libreria). L’autrice, intervistata da ilLibraio.it, rivela i temi principali delle sue storie brevi: le ossessioni della sua generazione, la paura di diventare adulti, il ruolo di internet e dei social e la rottura di molti stereotipi di genere…

Sarebbe inutile sforzarsi di ricordare il volto di Sarah Andersen, perché non lo trovereste da nessuna parte. La riservata fumettista statunitense di 24 anni ha infatti scelto di non divulgare alcuna fotografia di sé, lasciando volutamente che la sua immagine venisse identificata con il personaggio (la bambina-quasi-adulta con i capelli neri e gli occhioni) protagonista delle tavole di Sarah’s Scribbles.

Nate nel 2013 come webcomics di Tumblr, hanno raggiunto la viralità in tutto il mondo grazie ai social, rappresentando temi molto cari alla cosiddetta generazione millennial. Ansia di controllo, fobia sociale, dipendenza da serie tv, ma anche rottura di molti stereotipi di genere, è tutto ciò che è possibile trovare nei suoi fumetti a 5 vignette, raccolte poi nel libro Crescere, che palle! (BeccoGiallo) In attesa del prossimo volume della serie di webcomics, in uscita a marzo 2016, e del suo primo romanzo grafico illustrato, Sarah Andersan ha risposto alle domande de ilLibraio.it.

Sarah See Andersen

Come ha cominciato con il suo webcomic Sarah’s Scribbles (in precedenza chiamato Doodle Time)? Da quanto tempo disegnava fumetti prima di allora?
“Ho sempre disegnato fumetti, anche al liceo, ma ho cominciato con il mio webcomic pubblicando alcune strisce online durante il secondo anno al college. Quando le prime strisce hanno ricevuto una certa attenzione, ho deciso di considerare l’attività di fumettista più seriamente”.

Che differenza c’è tra disegnare fumetti per il web e per i libri?
“Personalmente, il pubblico conta di più sul web. Quando crei qualcosa che finirà su internet, osservi la reazione delle persone in tempo reale. Talvolta credo che gli artisti che disegnano per i libri abbiano un po’ più di libertà, per il fatto che non vedono la reazione di ciascuno a ogni minima cosa che fanno. Ma vedere sempre le risposte mi spinge a realizzare un lavoro migliore”.

Sarah Andersen crescere che palle

Il tema più importante dei suoi fumetti è l’ “adultità” e il rovescio della medaglia: ovvero, non essere pronti per diventare adulti o, talvolta, non volerlo nemmeno. I suoi fumetti sono esilaranti ma al tempo stesso molto condivisibili e veri. Crede che i millennial siano davvero così immaturi?
“A dire il vero, non sono convinta che i millennial siano più immaturi. Internet ha permesso una certa apertura, che le generazioni precedenti non avevano. Ci piace ridere di noi stessi, con massicce dosi di humor autocritico, perciò ritengo che l’impressione che emerge sia che i millennial si rifiutano di crescere. In verità, penso che proviamo molto duramente a fare i grandi, ma ridendoci su quando va male”.

Sarah Andersen

Ha scelto di non mostrare la sua immagine pubblicamente, infatti non è possibile trovare una sua foto in circolazione. Perché hai preso questa decisione? L’invisibilità potrebbe essere considerata un suo super potere, ma quale potrebbe essere quello del suo personaggio? E quale il suo punto debole?
“Vedere che le persone commentano o discutono del mio aspetto fisico è stressante e una grossa distrazione per me. Penso mi distragga dal mio vero lavoro. Credo che il super potere di ‘Sarah’ è che può parlare con gli animali! Parla sempre con un coniglietto, dopotutto. Il suo maggior punto debole è la pigrizia. È anche molto ansiosa, che è un’interessante combinazione”.

La gabbia a 5 vignette è qualcosa di nuovo nei fumetti. C’è una ragione per questo formato particolare?
“Sì, quando ho cominciato a pubblicare fumetti era soprattutto su Tumblr, che ha un’impostazione di visualizzazione a ‘scroll’. Le tavole risaltavano meglio in una gabbia a 5, e continua a funzionare meglio su siti simili, compreso Instagram. Le tavole sono un risultato diretto del mio essere un’artista che nasce sul web e non nei quotidiani o sulla stampa”.

Sarah See Andersen

Qual è il suo autore di fumetti o scrittore preferito?
“Cambia in continuazione. Ora come ora, mi piace molto il webcomic OwlTurd. I suoi temi sono molto brillanti e mi stimolano molto come autrice, ispirandomi a lavorare sodo”.

Qual è la sua principale fonte d’ispirazione oltre alla tua vita quotidiana?
“Provo ad attingere da quello a cui pensano tutti quanti. Passo gran parte del mio tempo su internet e vedo quello di cui le persone parlano e come si sente il mondo. Talvolta posso esprimere quei sentimenti in un modo che non è stato usato prima”.

Sta lavorando a una graphic novel, che cosa tratterà?
“Mi occupo del disegno, ma la storia è scritta da Andy Weir. Si chiama Cheshire Crossing ed è un adattamento di tanti personaggi femminili della letteratura classica: Dorothy, Alice e Wendy Darling. Vivono nel mondo reale, ma sono ancora in grado di tornare alle loro ambientazioni originali, mentre tutti attorno a loro pensano che sono pazze”.


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