In occasione dell’uscita di “Caleidoscopica”, un volume che ripercorre gli ultimi dieci anni della sua carriera, l’artista Olimpia Zagnoli, celebre in tutto il mondo per le sue illustrazioni, mostre e creazioni di design, si racconta su ilLibraio.it, parlando del suo rapporto con il colore (“È essenza, atmosfera e cambia le sorti di un disegno radicalmente”), dei suoi libri e albi illustrati preferiti (“Mi piacciono le storie che parlano del quotidiano, del domestico, con un punto di osservazione intelligente e curioso”), dei suoi messaggi politici e sociali (“Mi piace pensare che molti artisti e artiste nutrano uno spirito critico nei confronti di ciò che li circonda”), di come ha trascorso quest’ultimo anno segnato dalla pandemia e di molto altro – L’intervista

Olimpia Zagnoli (1984, Reggio Emilia; in copertina nella foto di Jason Fulford, ndr) è riconosciuta a livello internazionale tra le artiste più interessanti della nuova generazione di illustratori e illustratrici: si è distinta negli anni per uno stile personale, fatto di forme morbide e colori saturi, che attinge tanto dal futurismo quanto dai Beatles.

Figlia di madre pittrice e padre fotografo di design, ha disegnato fin da piccola e, dopo il liceo classico, ha studiato allo IED di Milano, per poi andare alla ricerca di una sua identità espressiva, ispirandosi ad artisti del calibro di Picasso.

Ora, nel volume Caleidoscopica (Lazy Dog Press), ci porta alla scoperta degli ultimi dieci anni della sua carriera attraverso le immagini sinuose e coloratissime hanno conquistato in breve tempo il mondo dell’editoria, della moda e della comunicazione.

«Heartfelt», copertina — The New Yorker, 2019

“Heartfelt”, copertina — The New Yorker, 2019

Tra le sue collaborazioni, infatti, figurano quelle con The New York Times, Taschen, Penguin e Apartamento Magazine. Ha inoltre illustrato due libri per bambini, Il mondo è tuo e Signor Orizzontale e signora Verticale (entrambi editi da Terre di Mezzo), e curato alcune campagne per Google, Apple, Barilla, Fiat, Illy, Uniqlo. Recenti sono anche le collaborazioni nel mondo della moda con Swatch, Fendi, Dior, Marella, Prada e molti altri.

Parallelamente Olimpia Zagnoli ha portato avanti la sua ricerca artistica, fatta di esperimenti visivi come video musicali, oggetti di design e sculture interattive, esposte in sue numerose mostre personali in tutto il mondo.

Non è finita: con il padre ha co-fondato il brand inclusivo CLODOMIRO, un e-shop nel quale sono presenti oggetti di uso quotidiano con un tocco erotico, candido e giocoso al tempo stesso, e oltre all’account Instagram @olimpiazagnoli (a oggi seguito da 148k follower) ha aperto il profilo @casafutura, tramite il quale dapprima aveva cercato casa a Milano e in cui, poi, ha continuato a pubblicare foto di appartamenti trovati tramite annunci online o visitati di persona, con un occhio di riguardo non solo al buon gusto, ma anche alle periferie e agli spazi da ristrutturare.

Nel 2019 ha poi firmato la sua prima cover per The New Yorker, e adesso il suo tratto inconfondibile (accompagnato sempre dalla firma-acronimo OZ, che ci trasporta subito in un mondo fantastico e policromatico) ci guida tra le 148 pagine e le oltre 120 illustrazioni di questo nuovo volume, un’antologia a cura di Melania Gazzotti, in una sequenza travolgente di lavori – disegni, stampe, neon, tessuti e sculture – che vengono accostati per libere associazioni o per chiare affinità di tema, colore e forma.

Illustrazione sul piacere femminile — The Guardian, 2018

Illustrazione sul piacere femminile — The Guardian, 2018

Il ritmo di questo viaggio immersivo è scandito da una serie di testi e pensieri in italiano e in inglese, firmati da autori e da autrici che operano nei ambiti dell’illustrazione, del design e dell’arte (Melania Gazzotti, Kim Hastreiter, Steven Heller, Italo Lupi, Paola Pallottino, Guido Scarabottolo, Leanne Shapton, Peter Shire e Tamara Shopsin), e i quali offrono molteplici e originali letture del suo lavoro, permettendoci una visione più ampia anche della sua personalità artistica.

L’unicità della pubblicazione (un cartonato con occhiali a specchio, il cui design è stato curato da Bunker) è inoltre accresciuta da una serie di schizzi, per lo più contenuti in taccuini di appunti visivi e di lavori preparatori che rivelano il processo creativo attraverso il quale Olimpia, ricercando la sintesi dell’immagine, arriva con la freschezza e la naturalezza che la rendono unica all’essenza del messaggio.

Il libro accompagna l’omonima mostra personale dell’artista curata da Melania Gazzotti presso i Chiostri di San Pietro a Reggio Emilia (l’inaugurazione, salvo cambiamenti, è prevista per il prossimo 25 settembre), ed è rivolto agli amanti dell’illustrazione, a tutti coloro che si interessano di design, moda, stile e cercano ispirazione, e naturalmente a tutti i fan di Olimpia.

ilLibraio.it ha raggiunto l’artista per parlare della sua visione dell’arte, del suo impegno sociale, di Caleidoscopica e di quest’ultimo anno legato a doppio filo alla pandemia da Covid-19.

Caleidoscopica - Olimpia Zagnoli

“Gli occhi sono lo specchio dell’anima”, sostiene un vecchio detto. Eppure, in molte delle sue figure umane, gli occhi non sono visibili, o non sono veri e propri occhi. Cosa c’è dietro questa scelta?

“Gli occhi attraggono l’attenzione, come una calamita. Talvolta preferisco ometterli per permettere all’illustrazione di essere più bilanciata, senza un centro così forte. Inoltre mi piace l’idea di lasciare una piccola fessura all’interpretazione di chi guarda”.

In un’intervista ha dichiarato che per scegliere il colore delle sue illustrazioni, a volte, arriva a vagliare fino a 50 combinazioni diverse. Perché?
“Perché il colore non è un aspetto decorativo, ma costitutivo del mio lavoro. Il colore è essenza, atmosfera e cambia le sorti di un disegno radicalmente”.

Murales — Uniqlo, Milano, 2019

Murales — Uniqlo, Milano, 2019

Da piccola disegnava sui muri di casa, poi con i gessi per strada (attività da cui è nato il progetto Wet Paint)… Qual è stata la superficie più bizzarra con la quale ha interagito finora per una creazione artistica?
“Forse il ricordo più bizzarro legato alle superfici risale a quando feci una collaborazione con Ray-Ban e invitammo i visitatori di un evento aperto al pubblico a colorare con acrilici e pennelli un mio disegno di cui erano tracciati solo i contorni su una grande parete. Fu davvero un’esperienza divertente vedere come la gente si relazionò al disegno, che cosa aggiunse e cosa modificò”.

Che funzione ha per lei il titolo di un’opera d’arte e con quali criteri lo sceglie?
“Il titolo può essere una semplice etichetta, per motivi di archivio, ma può anche nascondere una piccola storia, un livello di lettura ulteriore rispetto all’opera. Talvolta mi piace esplorare questa dimensione più narrativa”.

Illustrazione sulla natura di Olimpia Zagnoli

Illustrazione sulla natura — La Repubblica, 2015

Al di là della sua formazione artistica, lei si dichiara da sempre lettrice appassionata, tanto di riviste quanto di libri. Quali sono le sue letture del cuore e quali i suoi libri illustrati preferiti?
“Mi piacciono le storie che parlano del quotidiano, del domestico, con un punto di osservazione intelligente e curioso come La vita. Istruzioni per l’uso, Lessico famigliare o Alla ricerca de tempo perduto. Tra gli albi illustrati per l’infanzia a cui sono molto legata ci sono sicuramente Le macchine di Munari, E allora tu che cosa dici?, illustrato da Maurice Sendak, Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni, Il sentiero segreto di Pinin Carpi e Valentina Mela Verde di Grazia Nidasio. Meraviglioso anche Buon viaggio piccolino! di Beatrice Alemagna”.

Più di una volta il suo lavoro si è fatto portavoce di messaggi sociali e politici. Che rapporto c’è, per lei, fra l’arte e l’impegno?
“Il modo in cui prediligo esprimermi è attraverso il mio lavoro, cioè attraverso i miei disegni. Per questo motivo le illustrazioni riflettono talvolta delle mie considerazioni sulla società o vengono utilizzate in associazione a cause nelle quali credo. Mi piace pensare che molti artisti e artiste nutrano uno spirito critico nei confronti di ciò che li circonda e che, inevitabilmente, questo finisca per insinuarsi nel loro lavoro senza che questo debba necessariamente sembrare un ‘lavoro politico'”.

Bozzetto, penna e pennarelli su carta di Olimpia Zagnoli

Bozzetto, penna e pennarelli su carta, 2020

Se potesse creare un pezzo di design da collocare nella sua casa ideale, quale sarebbe?
“Nel passato ho avuto l’occasione di far realizzare dei neon e dei light-box per delle mostre a Milano e Los Angeles e il rapporto tra linea e luce mi ha molto incuriosito. Per questo forse mi piacerebbe provare a realizzare una lampada”.

Neon, “How to eat spaghetti like a lady” — Antonio Colombo Gallery, 2018

Neon, “How to eat spaghetti like a lady” — Antonio Colombo Gallery, 2018

In Caleidoscopica sono presenti delle illustrazioni molto forti datate 2020, come 178 ore in isolamento al Milano o Illustrazione sul confinamento, che sono state pubblicate sul New York Times. Che impatto ha avuto la pandemia sul suo lavoro creativo e in che luoghi ha trascorso lei quest’ultimo anno?
“Ho trascorso la maggior parte dell’ultimo anno a casa, abbandonando temporaneamente il mio studio, che condivido con altre persone. Nonostante il periodo di preoccupazione e sofferenza, mi ha fatto bene riscoprire questa dimensione più domestica e dilatata del tempo e dello spazio. In un certo senso mi ha riportato ai primi tempi, quando lavoravo seduta sul letto dalla mia cameretta nella casa dei miei genitori. Adesso ho voglia di poter tornare a esplorare luoghi che possano ispirarmi, vedere mostre, andare a concerti e spettacoli”.

Soggetto per collezione di T-shirt — Prada, 2017

Soggetto per collezione di T-shirt — Prada, 2017

Fotografia header: Credits: Jason Fulford

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