Divulgatore scientifico, giornalista e scrittore naturalista, David Quammen è l’autore di “Spillover”, un libro del 2012 sui virus di origine animale: un’opera di cui si è molto parlato negli anni della pandemia. L’autore, che da sempre dedica molte pagine all’importanza della biodiversità e alla salvaguardia del mondo animale, ha scritto diversi saggi e articoli sulla natura, la scienza e il loro delicato ma prezioso equilibrio. Come “Alla ricerca del predatore alfa” e “L’albero intricato”, fino all’ultima uscita, la raccolta di reportage “Il cuore selvaggio della natura”
Scrittore, divulgatore scientifico, giornalista, collaboratore di riviste come National Geographic, Harper’s, Rolling Stone e The New York Times Book Review, autore di saggi, testi di non fiction e reportage di viaggio, David Quammen, americano, nato nell’Ohio nel 1948 e residente nel Montana, è diventato Colui Che Aveva Predetto Il Coronavirus: il suo libro più celebre, Spillover. L’evoluzione delle pandemie (Adelphi, traduzione di Luigi Cimalleri), uscito nel 2012, gli è valso, nel 2020, il titolo di vate.
Si definisce spillover il momento in cui un virus si trasmette da un animale all’uomo, andando a contagiare quello che in medicina viene chiamato il paziente zero, il primo ospite umano del virus che, a quel punto, ha davanti a sè una popolazione di 7.7 miliardi di nuovi ospiti potenziali.
Da questo fenomeno prende il titolo l’opera più conosciuta di Quammen, un libro di non fiction (che da settimane è tra i più venduti nel mondo) che esplora le grotte dei pipistrelli in Malesia, la foresta pluviale del Congo e i tetti del Bangladesh seguendo le tracce dei virus per risalire alle loro origini animali: sulla scia dell’andamento di Ebola, SARS e HIV, l’autore ricostruisce la storia dei contagi e la loro evoluzione, dall’ospite animale a quello umano e, nel farlo, si ritrova spesso ad adottare il punto di vista del virus, per descrivere il modo in cui l’impatto dell’uomo sull’ambiente riesce a generare le condizioni ottimali per la nascita, lo sviluppo e la trasmissione del contagio.
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Non solo, una volta tracciata la mappa dei virus già noti, Quammen prevede che la prossima grande epidemia, The Next Big One, avrà origine animale, verosimilmente da un pipistrello, in Cina: è a questa affermazione, basata su un lavoro di ricerca scientifica e rivelatasi esatta, che lo scrittore deve la sua nuova fama di oracolo, così come il gran numero di interviste di questi mesi.
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Da Spillover sono stati tratti altri due volumi: Ebola: The Natural and Human History of a Deadly Virus, che narra l’origine dell’Ebola, incontrata per la prima volta dall’autore mentre esplorava le foreste del Gabon, dove stava mietendo numerose vittime, e The Chimp and the River: How AIDS Emerged from and African Forest, che traccia invece il percorso dell’HIV e la sua evoluzione letale; entrambi i testi, inediti in Italia, provengono da estratti di Spillover, poi ampliati e corredati di materiale aggiuntivo per la pubblicazione.
Ma David Quammen, laureato in letteratura ad Oxford, esploratore e amante della natura, ha firmato molti altri libri, articoli e reportage, saggi di argomento scientifico e naturalistico, tutte opere caratterizzate dallo stile divulgativo che caratterizza la scrittura dell’autore.
Pubblicato negli Stati Uniti nel 2018 e in arrivo in Italia per Adelphi, L’albero intricato (traduzione di Milena Zemira Ciccimara) racconta il lavoro di uno dei più importanti biologi del ventesimo secolo, Carl Woese, al quale si deve la scoperta, risalente agli anni ’70, che i geni non si muovono solo verticalmente, da antenato a discendente, secondo la teoria evoluzionista di Darwin, ma anche orizzontalmente, attraverso specie diverse, andando a intricare l’albero della vita, quello disegnato dallo stesso Darwin, cui il titolo fa riferimento. Attraverso lo stile ibrido, tra il saggistico e il narrativo, che caratterizza la sua scrittura, Quammen traccia il ritratto delle tre figure poco note a cui si deve questa scoperta, Carl Woese, Lynn Margulis e Tsutomu Wantanabe, il cui lavoro di ricerca viene spiegato dall’autore con il consueto approccio divulgativo.
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Alla ricerca del predatore alfa. Il mangiatore di uomini nelle giungle della storia e della mente (Adelphi, traduzione di Marina Antonielli) è forse il testo che meglio testimonia la bravura di Quammen nell’offuscare il confine tra saggistica e narrativa, tra il reportage giornalistico e il racconto di ampio respiro, in cui si percepisce tutto il gusto dello scrittore per lo storytelling, senza nulla togliere all’indagine e alla ricerca: il libro è dedicato ai grandi predatori del mondo animale, come i leoni e i coccodrilli, creature che, in passato, rappresentavano un grave pericolo per l’essere umano, mentre ora è l’essere umano che rischia di causarne l’estinzione, espandendo i propri spazi e derubando gli animali del loro habitat naturale. Eppure, scrive l’autore, quei predatori popolano la letteratura e il mito, la leggenda e l’immaginario, non sono fatti per stare dietro le vetrine di uno zoo, ma per ricordare all’uomo che anche lui fa parte della catena alimentare, non importa quanto al di sopra di essa egli creda di essere.
Alla figura di Charles Darwin è dedicato L’evoluzionista riluttante. Il ritratto privato di Charles Darwin e la nascita della teoria dell’evoluzione (Codice, traduzione di S. Vivan), un testo che lo ritrae non soltanto come uomo di scienza e studioso di biologia, ma anche come persona, dal profilo complesso e sfaccettato, non riducibile alla sua sola professione: L’evoluzionista riluttante presenta al lettore un Charles Darwin a tutto tondo, cercando di ricostruire il personaggio storico e, al tempo stesso, gli studi che lo hanno portato alla stesura della sua opera più celebre, L’origine delle specie, che piano piano prende forma nel corso della narrazione.
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All’importanza della biodiversità e della salvaguardia dell’ambiente naturale e animale, un tema che sta molto a cuore all’autore, è dedicato The Song of the Dodo: Island Biogeography in an Age of Extinction, inedito in Italia, un testo che, attraverso teorie ed esperimenti di studiosi naturalisti, mette in luce l’isola come spazio geografico dove, tradizionalmente, le specie si estinguono, costruendo un parallelismo con quello che sta avvenendo alla natura nel mondo governato dall’uomo: gli spazi incontaminati non sono altro che piccole isole in un mondo altrimenti colonizzato dall’ordine urbano, un confinamento all’interno di aree protette che rischia di avere conseguenze catastrofiche sull’ecosistema.
Dalla lunga collaborazione con la rivista americana Outside nasce Natural Acts, pubblicato negli Usa nel 2009 ma inedito in Italia, che colleziona in volume gli interventi dell’autore nell’omonima rubrica: quindici anni di articoli, ampliati e rivisti per l’edizione, trovano spazio in una raccolta che comprende temi legati alla natura, alla scienza e alla vita all’aria aperta, nello stile chiaro e divulgativo che contraddistingue l’autore. Non solo, nel 2016, National Geographic ha pubblicato uno speciale dal titolo Yellowstone: The Battle for the American West, interamente scritto da Quammen, che da anni collabora regolarmente con la rivista, dove sono usciti suoi reportage di viaggi e articoli di approfondimento legati al mondo naturale e animale.
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Alla salvaguardia dell’ecosistema, David Quammen ha dedicato numerose e lunghe pagine, ricordando al lettore quanto sia importante preservare l’ambiente e la biodiversità per mantenere l’equilibrio naturale che regola la vita delle diverse specie sul pianeta: il sempre più frequente emergere, nell’epoca contemporanea, di virus di origine animale che si rivelano letali per l’essere umano è dovuto anche all’impatto che l’uomo ha sull’ambiente, a cui si deve la distruzione di quell’ecosistema che, se mantenuto intatto, permetterebbe a tutte le creature del pianeta di prosperare.
Si tratta di un tema che sta molto a cuore allo scrittore, come ha ribadito anche nelle interviste più recenti, relative all’esplosione della pandemia Sars-CoV-2: “siamo parte della natura, di una natura che esiste su questo pianeta e solo su questo. Più distruggiamo gli ecosistemi, più smuoviamo i virus dai loro ospiti naturali e ci offriamo come un ospite alternativo”, ha dichiarato a Wired. Non solo, suoi interventi a proposito dell’attuale situazione sono stati pubblicati anche sul New Yorker e sul New York Times.
Quando gli è stato chiesto di commentare come avesse potuto predire, con inquietante precisione, l’origine del virus che sta rapidamente attraversando il pianeta, la risposta di Quammen è stata questa: “Non sono stato preveggente, mi sono limitato a riportare in una forma composita ciò che alcuni esperti molto affidabili mi avevano preannunciato”; mi sono limitato, sembra voler dire, a dare ascolto agli scienziati e agli esperti: non possiede la sfera di cristallo, il suo compito, in quanto scrittore, era trasformare gli studi e le ricerche scientifiche in materia narrativa, dando a quelle congetture una forma letteraria. Quammen, con la penna chiara e limpida dell’autore divulgativo, ha semplicemente trasformato la scienza in una storia da raccontare; il che, tutto sommato, non è neanche poco.
E arriviamo così all’ultima uscita, Il cuore selvaggio della natura (Adelphi, 2024, traduzione di Milena Zemira Ciccimarra). Come si spiega nella presentazione, nella “vita precedente” a quella che lo avrebbe eletto massima autorità sul Covid-19 – pandemia di cui sarebbe diventato l’involontario profeta – David Quammen è stato anche, se non soprattutto, un avventuriero audace e insieme scanzonato”. E, in quella veste, autore di una serie di reportage per National Geographic, “che nell’arco di vent’anni lo hanno portato nei luoghi più riposti (e spesso meno affabili) del pianeta”.
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