“Il ragazzo in soffitta” è il primo romanzo del regista bolognese. In occasione dell’uscita, ilLibraio.it ha chiesto ad Avati di selezionare i libri e gli autori che lo hanno ispirato: da Faulkner a Proust, passando per Gogol’, senza dimenticare Melville, ecco le sue risposte…

Il regista bolognese Pupi Avati, classe ’38, è in libreria per Guanda con il suo primo romanzo, Il ragazzo in soffitta. Non si tratta del primo libro del regista, già autore dell’autobiografia La grande invenzione (Rizzoli) e di altri testi legati ai suoi film (pubblicati da Garzanti, come Gli amici del Bar Margherita).

Per l’occasione, ilLibraio.it ha chiesto ad Avati di indicare i libri e gli autori che lo hanno ispirato come romanziere. Ecco la sua “lista”:

-William Faulkner, Mentre morivo 
Credo che Faulkner sia per questo suo essere così magicamente ispirato dalla sua terra, lo scrittore che più mi ha sedotto;

-Alessandro Manzoni, I promessi Sposi
Perché è fra i classici il libro che più mi ha stupito, anche per la sua inattesa ironia. Nei riguardi de I Promessi Sposi la scuola italiana mi aveva fatto nutrire il più definitivo pregiudizio;

-Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto 
Iniziata e abbandonata mille volte, poi finalmente letta. Alla conclusione, un senso profondissimo di riconoscenza per questo dono che forse non meritiamo. Nessuno scrittore si è rivolto a me affidandomi così totalmente se stesso;

-Nikolaj Gogol’, Le anime morte
Il romanzo perfetto, imprescindibile. L’archetipo di tutti i romanzi;

Samuel Taylor Coleridge, La ballata del vecchio marinaio
Uno dei testi con il più alto potere evocativo ed esoterico che conosca. L’ho letto più volte, a voce alta, come recitando una preghiera. Oso pensare che gli dobbiamo quel capolavoro che è Moby Dick di Melville;

-Herman Melville, Moby Dick
Per le stesse ragioni di Coleridge;

-Fëdor Dostoevskij, tutto

PupiAvati1IL ROMANZO DI AVATI

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