“A misura d’uomo” è il primo romanzo di Roberto Camurri. È ambientato a Fabbrico, piccolo paese sulla mappa dell’Emilia. Su ilLibraio.it l’autore parla della sua formazione letteraria e del rapporto con la sua terra

Mi ricordo una ragazza appoggiata al banco di un bar a San Sebastian e, nonostante mi avesse fatto capire di non essere interessata a quello a cui ero interessato io, mi ricordo che mi chiese da dove venissi. Le risposi che ero di Fabbrico, come se fosse la cosa più naturale del mondo, dalla sua espressione capii che non lo era.

Mi sembra, questo, l’unico modo per descrivere cosa significhi nascere lì, a distanza da dieci chilometri da tutto. Se fossi nato a Novellara, o a Correggio come Tondelli, probabilmente avrei scritto A Misura D’Uomo in modo diverso.

Per arrivarci, a Fabbrico, ci sono quattro strade e sono quattro strade diritte e lunghe che tagliano la campagna; ogni estate si organizza la festa della birra e, sotto al cartello verde con la scritta Fabbrico, qualcuno aggiunge sempre: Texas. Da piccolo, quando andavo al bar coi miei genitori, i ragazzi più grandi avevano tutti un ciuffo a banana, camicie a quadri e stivali con la punta di ferro, suonavano rock’n’roll o rockabilly o country e io li guardavo con quel misto di sentimenti che segnano sempre l’immaginario di un bambino: l’invidia e la paura. Mio padre, nel frattempo, leggeva soltanto gialli e thriller americani, in sottofondo Guccini; e mi costringeva poi a vedere con lui una vagonata di film western che, mentre stavo seduto sul divano a guardare quei silenzi e quelle sterminate pianure, mi facevano pensare: ma qui è uguale, però senza le pistole.

Quando è arrivato il momento di leggere, ho continuato su quella strada, prima saccheggiando i gialli di mio padre, poi passando a quegli autori che descrivevano meglio, secondo me, i rapporti umani che mi circondavano, quei silenzi carichi di tensione che restava inespressa, nascosta. Autori come Carver, la O’Connor, seguiti poi da McCarthy, dove ritrovavo i tramonti che mi ricordavano i miei, quei tramonti che guardavo seduto sugli argini dei canali bevendo le prime birre comperate al supermercato, di nascosto.

Solo dopo mi sono avvicinato agli autori di casa mia, quelli che descrivevano davvero la terra in cui crescevo, Celati, Nori, Tondelli; ho ritrovato in loro parti che risuonavano dentro di me, nel mio modo di scrivere: lo spaesamento di Celati, l’oralità di Nori, l’emotività e l’emozione di Tondelli. Mentre lavoravo su A Misura D’Uomo, ho scoperto che il modo che avevo di raccontare i rapporti, le relazioni, era quello con cui ero cresciuto, ma privo di quell’ironia e di quel prendersi poco sul serio che hanno reso, nell’immaginario comune, l’emiliano una persona simpatica e sempre pronta a scherzare su tutto. I silenzi, l’incapacità di comunicare le emozioni, l’inadeguatezza di fronte ai sentimenti, sono le cose con cui sono cresciuto e che mi hanno segnato, poi, come autore; per questo, forse, alla fine ho attinto a chi era più lontano da me geograficamente, nonostante il mio cuore abbia le radici ben piantate qui, “nell’angoscia che dà una pianura infinita”. E questo, alla fine, non è che un’altra conferma del fatto che in realtà tutto sia interconnesso, o di sicuro lo è nel mio modo di intendere la scrittura.

ROBERTO CAMURRI

L’AUTORE E IL SUO ROMANZO – Roberto Camurri è nato nel 1982. Vive a Parma ma è di Fabbrico. È sposato con Francesca e hanno una figlia. Nelle note biografiche che lo riguardano spiega: “Vive a Parma ma è di Fabbrico, un paese triste e magnifico di cui è innamorato forse perché è riuscito a scappare. È sposato con Francesca e hanno una figlia. Lavora con i matti e crede ci sia un motivo, ma non vuole sapere quale. Scrive da pochi anni, anche se avrebbe voluto scrivere da sempre”.

Roberto Camurri

A misura d’uomo (NN) è il suo primo romanzo. È ambientato proprio a Fabbrico, piccolo paese sulla mappa dell’Emilia, poche anime, due strade, i campi intorno, il cielo d’ovatta. È qui che nasce l’amicizia tra Davide e Valerio, ed è qui che una sera d’estate Davide incontra Anela e se ne innamora. Anela diventa il perno e lo scoglio su cui si infrange la loro amicizia. Così Valerio a un certo punto sceglie di andarsene, Davide si perde e perde quell’unica, preziosa occasione di felicità. A Fabbrico vivono anche gli altri personaggi di questa storia: Elena e Mario, Maddalena, Luigi, Giuseppe e la vecchia Bice, che al bar accoglie tutti per un caffè o una sambuca. La casa editrice parla di “un romanzo in racconti”: storie di amore e di amicizia, di fiducia e di tradimento, di vita e di morte dove tutti i personaggi lottano per liberarsi da un inspiegabile senso di colpa trovando infine, nella propria terra, la risposta per dare sostanza e forma alla memoria e al tempo.

I PROSSIMI APPUNTAMENTI IN LIBRERIA:

-10 febbraio, 18.30, Parma, libreria Diari di bordo;
-12 febbraio, 18.30, Carpi, libreria La Fenice;
-14 febbraio, 18, Reggio Emilia, Libreria All’Arco;
-15 febbraio, 19, Bologna, La confraternita dell’uva;
-16 febbraio, Milano:
13.30, firmacopie, alla Libreria Hoepli;
19, presentazione alla libreria Gogol & Company;
-17 febbraio, Vigevano, libreria Le Notti Bianche.

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