Sono stati stanziati fondi per tenere aperti nei pomeriggi d’estate gli istituti nelle aree periferiche. Ma la scelta fa discutere, per più di un motivo. Su ilLibraio.it il punto di vista controcorrente di Isabella Milani (pseudonimo di un’insegnante e blogger, autrice de “L’arte di insegnare”): “Quando chiudono le scuole, molti genitori, disperati perché lavorano e non sanno a chi lasciare i figli, se la prendono con le vacanze degli insegnanti. Ma la scuola è un luogo di cultura, non un doposcuola o un campo estivo. Hanno ragione a essere arrabbiati, ma devono prendersela con chi governa…”

Tenere aperte le scuole d’estate: in che senso?

 

Nel dizionario online del Corriere, alla voce “far le nozze coi fichi secchi” troviamo questa definizione:

pretendere di fare qualcosa d’importante senza disporre dei mezzi adeguati, e quindi farla male, in economia, come un ricevimento di nozze a base di fichi secchi.”

Ecco. Mi sembra proprio quello che vogliono fare il ministro Giannini e il governo.

Da quello che si capisce (perché spesso non si capisce bene sui quotidiani e quindi leggo sul sito del MIUR) il 27 aprile 2016 con il progetto ‘La Scuola al centro’, sono stati stanziati 10 milioniper istituti aperti di pomeriggio e d’estate nelle aree periferiche e ad alta dispersione di Napoli, Roma, Palermo e Milano.[…]

“10 milioni di euro immediatamente disponibili per iniziative che rendano la scuola un polo di aggregazione e attrazione in aree periferiche e in contesti a maggior rischio di dispersione di quattro città: Napoli, Roma, Palermo, Milano. Il decreto firmato oggi prevede aperture straordinarie delle scuole e iniziative dal 1° luglio.”[…]

“I progetti dovranno riguardare uno o più dei seguenti ambiti tematici:

Autoimprenditorialità;

Avvicinamento alla musica;

Attività sportive pomeridiane;

Laboratori artistico-espressivi.

Promozione dell’inserimento del cinema e del teatro a scuola;

Diffusione della lettura;

Attività per la conoscenza del territorio di appartenenza e di incentivazione alla cittadinanza attiva.”

Bellissimo!!! Davvero! Ne sono entusiasta!

Questo provvedimento potrebbe aiutare molti genitori che lavorano, che hanno difficoltà economiche e che non possono permettersi di assumere babysitter o di mandare i figli ai carissimi centri estivi.Quando chiudono le scuole,molti genitori, disperati perché lavorano e non sanno a chi lasciare i figli, se la prendono con le vacanze degli insegnanti.

Ma la Scuola è un luogo di cultura, non un doposcuola o un campo estivo. Hanno ragione i genitori ad essere arrabbiati, ma devono prendersela con chi governa, non con gli insegnanti.

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Sarebbe ora che il governo capisse che le famiglie vanno aiutate davvero, e creasse dei campi estivi statali gratuiti o a prezzi modici. D’estate i bambini hanno bisogno di muoversi, di correre, di stare all’aria aperta, non di altra scuola. Devono riposare, come gli insegnanti. E devono avere dei giardini a disposizione. Quante sono le scuole che hanno giardini o cortili che abbiano anche un po’ di ombra?

E sarebbe davvero una lodevole iniziativa aprire le scuole nei quartieri a rischio, per trasformarle in luoghi di aggregazione, sottraendo i ragazzi alla strada e spesso anche alla malavita. Credo fermamente che servirebbe.

Ma c’è un importante “ma”: e i soldi? Dove si prendono? 15.000 euro per scuola (si fa per dire, perché dipenderà dalla grandezza dell’istituto) non sono sufficienti davvero. Basta fare il calcolo del personale che servirebbe, volendo fare le cose per bene.


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E l’organizzazione? Mi chiedo se al Ministero sanno come funziona una scuola.  Sanno che ogni attività viene proposta alla fine dell’anno scolastico precedente e organizzata all’inizio della scuola, seguendo una procedura che prevede dei tempi, anche piuttosto lunghi, grazie alla burocrazia che aumenta sempre di più?

Hanno previsto le mense dove non ci sono? E le assicurazioni?

Hanno pensato, quando hanno scritto “Autoimprenditorialità” e “Attività per la conoscenza del territorio di appartenenza e di incentivazione alla cittadinanza attiva”, che cosa significa? Sanno che qualsiasi trasferimento sul territorio prevede mezzi di trasporto che non ci sono? Sanno che per qualsiasi attività, anche di volontariato, sono previste norme che ne rendono difficile l’attuazione?  Hanno forse studiato e approvato una normativaspecifica che consentaalle scuole di saltare tutta la burocrazia che c’è, specialmente quando si ha a che fare con dei minori?

Sanno che gli insegnanti alla fine dell’anno sono sfiniti e non vedono l’ora di recuperare le energie consumate? Immagino, e spero, che il ministro Giannini abbia sentito parlare del fatto che quello dell’insegnante è un lavoro usurante. E allora, come risposta, ci dice “Lavorate anche d’estate!”?  Spero proprio che non sia così.

Avranno sicuramente previsto l’assunzione di altri insegnanti, diversi da quelli che i bambini e i ragazzi hanno avuto durante l’anno, perché altrimenti sarebbe davvero assurdo.

E questi altri insegnanti dovrebbero lavorare a 40°? E stare per ore con dei bambini e dei ragazzi al caldo, senza tende parasole alle finestre, senza aria condizionata e senza ventilatore? E come si fa? Prevedo che qualcuno dirà: “Tanta gente lavora a 40°, d’estate”. Rispondo subito: ma non in un luogo dove non si può certo stare in calzoncini corti o freschi vestiti trasparenti. Sugli altri tipi di lavoro non mi pronuncio. Immagino che molti di quelli che lavorano sotto il sole  estivo stiano in canotta, che possano versarsi dell’acqua in testa quando non ce la fanno più, che bevano qualcosa di fresco. Non lo so. So che nelle scuole non si può e che quando c’è caldo non si resiste.


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Non resta che sperare che il governo abbia immaginato di ristrutturare gli edifici per renderli agibili anche con il caldo torrido. Però mi domando: quando pensa di farlo, visti i tempi che da sempre abbiamo constatato nelle scuole per le ristrutturazioni o anche soltanto per le semplici riparazioni?

Per i bei progetti suggeriti,immagino che avranno pensato di assumere degli esperti, perché musica, pittura, disegno, teatro, sport si fa già nelle scuole. Dovrebbero saperlo al Ministero. Ci vorrebbe qualcosa di diverso, che spinga i ragazzi a venire a scuola, e certo nonsi ottiene con la prosecuzione estiva delle lezioni curricolari. La differenza vera la farebbero dei musicisti che organizzassero dei gruppi musicali, dei pittori per attivare laboratori diversi da quelli che si possono fare in classe; attori e registi per fare dei videoclip; li avranno già contattati, al Ministero? Avranno acquistato strumenti musicali,libri per incentivare la lettura e tutto il materiale necessario alle attività (che di solito manca, come manca tutto il resto, durante l’anno)? E poiché ogni esperto non può stare da solo con i bambini e i ragazzi, avranno previsto di affiancare a ognuno anche un insegnante?

Quindi “tenere aperte le scuole d’estate”: in che senso?

 

L’AUTRICE – Isabella Milani è lo pseudonimo di un’insegnante e blogger che ha trascorso la vita nella Scuola. Per Vallardi ha pubblicato L’arte di insegnare – Consigli pratici per gli insegnanti di oggi. Qui il suo blog.


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