Tratta dal graphic novel di Charles Forsman e uscita su Netflix il 5 gennaio, “The End Of The F***ing World” è una serie che racconta l’amore nel periodo più incasinato della vita di un essere umano: l’adolescenza

Tratta dal graphic novel di Charles Forsman e uscita su Netfilx lo scorso il 5 gennaio, The End Of The F***ing World è una serie che racconta l’amore nel periodo più incasinato della vita di un essere umano: l’adolescenza.

Su The End of The F***ing World si è detto di tutto. Che è l’ennesima storia sugli adolescenti, che sembra un Juno girato da Wes Anderson e Gus Van Sant in quarta liceo, che ha una colonna sonora incredibile, che ha un’estetica fastidiosamente Tumblr, che in realtà non è una serie ma un film di 2 ore e 40 diviso in 8 puntate da 20 minuti ciascuna.

Al di là dei giudizi tecnici e degli elogi alla bravura degli attori, questa serie può essere inserita subito nella vostra lista Netflix, perché affronta in modo completamente originale uno degli argomenti più difficili da trattare: l’amore. E non un amore qualsiasi, ma quello che si prova quando si è adolescenti.

Proprio come in ogni storia d’amore, l’intreccio scaturisce dal classico incidente scatenante, a boy meets a girl. Il ragazzo in questione è James, diciassettenne introverso e silenzioso, che ha assistito al suicidio della madre quando era un bambino e da allora si diverte a massacrare animali innocenti. Lei invece è Alyssa, ragazzina aggressiva e spavalda, abbandonata dal padre e costretta a vivere con la madre e il suo nuovo marito, un uomo viscido che fa di tutto per escluderla dalla famiglia.

Quando s’incontrano, capiscono subito di aver bisogno l’uno dell’altra (non è un caso che a lui manchi la madre e a lei il padre) per fuggire e ricominciare una nuova vita insieme. James e Alyssa sono ribelli, eccentrici, tragici e comici, eppure desiderano solo una cosa: l’amore come riscatto per ciò che hanno vissuto.

Un altro elemento che pone la storia di Alyssa a James all’interno del canone amoroso è la difficoltà che hanno i personaggi nel comunicare. Di solito gli innamorati si amano ma non se lo dicono, negano il sentimento fino all’inverosimile per poi riuscire, nel migliore dei casi, a mettersi insieme, oppure a perdersi per sempre. Anche la relazione tra i due ragazzi vede ripresentarsi lo stesso motivo, declinato però con toni grotteschi e pulp.

Grazie a un voice over che racconta cosa passa per la testa dell’uno e dell’altra, lo spettatore sa, fin dal primo momento, che i protagonisti non dicono mai quello che pensano e che si comportano sempre al contrario di come vorrebbero agire. Per esempio, quando James accetta di scappare con Alyssa, la ragazza non può immaginare che lui non l’abbia fatto per amore ma perché vuole che lei diventi la sua prima vittima umana.

È l’impossibilità di essere sinceri che rende James e Alyssa così irrimediabilmente arrabbiati, proprio come un’altra giovane coppia di amanti assassini, Kit e Holly del primo film di Terence Malik, La rabbia giovane.

Eppure c’è un attimo in cui questo sentimento sembra dissolversi: quando James capisce di essere innamorato e, per la prima volta in vita sua, si sente libero di fare esattamente quello che vuole.

 

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