Il cappello nero, la barba bianca, l’aria beffarda dei veri saggi, di quelli che sanno benissimo che l’esistenza è una cosa troppo importante per essere presa sul serio… Un ricordo di Sir Terry Pratchett

di Serena Daniele*

Il cappello nero, la barba bianca, l’aria beffarda dei veri saggi, di quelli che sanno benissimo che l’esistenza è una cosa troppo importante per essere presa sul serio. Uno stile inconfondibile, una scrittura tutta personale, che affonda le radici in un umorismo dissacrante e allo stesso tempo incredibilmente sobrio – non c’è una parola fuori posto nei romanzi di Sir Terry, mai niente di scadente o forzato. Scriveva con incredibile naturalezza di tartarughe divine ed elefanti cosmici, di università invisibili popolate di accademici esilaranti, di libri pericolosi assicurati agli scaffali con catene pesantissime da un Bibliotecario trasformatosi in un orangutan per effetto di una formula magica mal calibrata. E il lettore ci credeva. Io ci credevo. Perché quella realtà alternativa, parodistica, surreale, era più vera del vero, metteva a nudo mentalità, pregiudizi, rapporti sociali che non esistono solo nel Regno Unito o in qualche angolo sperduto di esso, ma ovunque. Lui ci scherzava sopra, io – noi tutti – ci ridevamo su a crepapelle. Beati questi inglesi, pensavo, beati loro che hanno la possibilità di leggere libri così speciali, in cui l’umorismo è una forma d’arte e nessuno si vergogna di ridere.

Non avrei mai immaginato di occuparmi personalmente dell’edizione italiana dei suoi libri, e lo considero la fortuna più sfacciata che possa capitare a un lettore. Quando l’ho incontrato a Roma, nel 2007, avrei voluto dirgli che mi aspettavo che parlasse a lettere maiuscole, come Morte, uno dei personaggi più strepitosi di Mondo Disco, ma mi sono impappinata e non gliel’ho detto. In compenso gli ho chiesto se potevo scattare una foto con lui, e Sir Terry mi ha risposto con entusiasmo: «Certo! Con molto piacere! Per la prima volta sembrerò altissimo!» (Chi mi conosce sa che l’alta statura non è proprio il mio punto di forza.)

E ora che Sir Terry è scomparso c’è solo da sperare che là dove si trova adesso, nel suo pirotecnico e anche un po’ lisergico Mondo Disco, gli venga voglia di scrivere di noi, di questa Terra scioccamente rotonda, e renderci protagonisti di una saga meravigliosa che faccia crepare dal ridere l’intero Universo.

*L’autrice  lavora per Salani Editore

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