Quando il labile confine della mortalità sfuma e la vita continua oltre i cancelli della morte, un mondo di creature sconosciute si disvela per regalare la propria sapienza. In “Storie di Fantasmi del Giappone” di Lafcadio Hearn, illustrato in questa edizione da Benjamin Lacomb, la morte si mescola con la mitologia e il bestiario fantastico nipponico si racconta pagina dopo pagina – L’approfondimento

L’uomo ha la naturale attitudine a creare racconti per ricordare gli insegnamenti, per questo motivo, in qualsiasi luogo, figure di fantasia ricordano lezioni di cui ormai non rammentiamo più l’origine. Patrick Lafcadio Hearn nato nel 1850 in Grecia, perse un occhio a sedici anni giocando con un compagno di scuola. Viaggiò per tutta la sua vita, passando dall’Irlanda, alla Francia, dagli Stati Uniti al Giappone, vivendo un’esistenza priva di radici. Studiò le tradizioni e i proverbi, nutrendosi di quelle storie fino alla fine della sua vita.

I suoi occhi, uno vero e uno fantasma, riuscirono a spingersi oltre il velo del quotidiano, tratteggiando con una penna da reporter i racconti e le leggende di culture distanti e invisibili, che ancora oggi costituiscono una pietra preziosa per chiunque voglia avvicinarsi alla cultura del Sol Levante.

copertina Storie di fantasmi del Giappone

Storie di fantasmi del Giappone (L’ippocampo, traduzione di Ottavio Fatica) è un viaggio nelle leggende popolari del Paese, un modo diverso di conoscere la nazione assaporandone le tradizioni più nascoste e pericolose. I dieci racconti dalle tinte scure ricordano le atmosfere burtoniane, senza rinunciare mai a un memento finale. I fantasmi, le creature pericolose, la morte stessa, si confrontano con protagonisti umani che, attraverso le parabole delle proprie storie, mostrano insegnamenti che solo nella forma sono diversi da quelli a cui siamo abituati.

La raccolta di racconti ci consente di appropriarci di lezioni universali vestite con abiti diversi, che non conosciamo; in questo il lavoro ricorda le opere dello studio Ghibli, che tramite le matite di Hayao Miyazaki hanno regalato al pubblico storie dalla forte impronta orientale, con il potere di essere molto vicine a ognuno di noi.

Storie di fantasmi del giappone illustrazione

Illustrazione in “Storie di fantasmi del Giappone”

Nel libro illustrato il Giappone di acqua, fiori e carta, una terra che conosciamo per le tradizioni e per le abitudini lontane dalle nostre, ci mostra il lato più oscuro di se stesso, riuscendo ad avvicinarci nel buio a storie che non sono poi così diverse dalle nostre favole.

In questa nuova edizione di Storie di Fantasmi del Giappone, i colori notturni sono ripresi dalle illustrazioni di Benjamin Lacombe, che riesce a ricreare un clima oscuro di stampo orientale, imitando lo stile delle xilografie giapponesi. L’illustratore, che ha pubblicato in Italia più di quindici dei suoi lavori (tra i più famosi, Vite di cani illustri, Vite di gatti straordinari, Il mago di Oz e Ondine, editi da Rizzoli), riesce tramite questo nuovo lavoro a esprimere i lati più tetri e malinconici del suo tratto, costruendo un’atmosfera spettrale di luci e di ombre, che accompagna i toni della narrazione fin dalla prima riga.

Storie di fantasmi dal Giappone illustrazione Lacombe

“Storie di fantasmi dal Giappone” illustrazione di Lacombe

Le ultime pagine raccolgono alcuni i “Giochi di Yōkai”, giochi di stampe che hanno come protagonisti personaggi pittoreschi dalle forme più bizzarre, descritti dagli storici e folkloristi giapponesi come personificazioni di fenomeni soprannaturali o inspiegabili. Questa piccola sezione racchiude l’intento del libro stesso: avvicinare il lettore a un mondo di colori e parole che, nonostante sia sconosciuto, racchiude un prezioso tesoro di oscure meraviglie.

Fantasma. Segno esteriore e visibile di un’intima paura.”

Ambrose Bierce, Il dizionario del diavolo

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