“Diego Armando Maradona”, “Oscar Wilde” e “Ponzio Pilato”: sono i primi 3 libri della nuova casa editrice Le Lucerne. Racconta Gherardo Colombo: “Processare, anche solo per gioco, ha comportato la soluzione di temi di diritto sostanziale e processuali non indifferenti. La soluzione del caso è piuttosto inusuale” – I particolari

Nata poco prima dell’inizio del lockdown, la casa editrice Le Lucerne punta a promuovere una rinascita culturale attraverso la diffusione della Cultura della Storia e del Diritto e la promozione della figura del giurista come intellettuale a tutto tondo.

Sbarca in libreria con la sua prima collana di libri: “Processi Immaginari”, nata in collaborazione con il Festival Nazionale di Diritto e Letteratura “Città di Palmi”, manifestazione scientifico-culturale curata dal magistrato Antonio Salvati.

La collana raccoglie gli “atti” dei processi che si tengono ogni anno a conclusione della manifestazione, portando su un immaginario banco degli “imputati” le vicende di celebri personaggi della storia, della letteratura e della cultura popolare, che sono spunto per riflessioni su tematiche universali come l’etica, l’amore e la giustizia.

Nella finzione di un agone giudiziario in cui si dibatte davvero, ma con leggerezza, vestono di volta in volta i panni del PM, dell’avvocato difensore e del giudice importanti personalità del mondo del diritto e non solo.

I primi tre titoli sono Diego Armando Maradona (Claudio Botti, Flavio Tranquillo, Antonio Salvati). Oscar Wilde (Fabio Canino, Michael Harakis, Vincenzo Piscitelli, Antonio Salvati) e Ponzio Pilato (Gherardo Colombo, Francesco D’Alessandro, Antonio Salvati).

Spiega lo stesso Colombo, ex magistrato e attuale presidente della Garzanti: “Processare, anche solo per gioco, Ponzio Pilato, ha comportato la soluzione di temi di diritto sostanziale e processuali non indifferenti. La soluzione del caso è piuttosto inusuale”. E aggiunge  Antonio Salvati: “Processare personaggi letterari o anche semplicemente simbolici, come Maradona, per un magistrato è un sogno: significa andare alle radici della propria professione, comprenderne sempre più la valenza ed imparare ad avere paura del potere che si esercita”.

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