Intervista a James Patterson autore di Come una tempesta ISBN:9788830425774

Dopo l’enorme successo mondiale delle serie di Alex Cross e Donne del Club Omicidi, James Patterson torna nelle librerie con Come una tempesta, nuovo thriller da brivido scritto a quattro mani con Howard Roughan. La protagonista, Katherine Dunne organizza una vacanza in barca a vela con i suoi tre figli nel tentativo di recuperare il rapporto con loro dopo la morte del marito e un nuovo matrimonio, ma le cose si mettono male da subito. La figlia adolescente Carrie tenta il suicidio, Mark è completamente fatto di droghe, e il fratello più piccolo, Ernie, sembra piombato in uno stato catatonico. Gli sforzi di Katherine sembrano a poco a poco avere successo, ma proprio quando i quattro cominciano a sentirsi di nuovo una famiglia accade qualcosa di catastrofico, e la sopravvivenza è solo il minore dei problemi che si trovano ad affrontare… Abbiamo intervistato James Patterson su questo romanzo.

D. Il suo ultimo libro prosegue la sua lunga e fortunata tradizione di thriller. Quali elementi narrativi ha deciso di mettere in gioco questa volta per coinvolgere il lettore in questo romanzo ad alta tensione?

R. Come una tempesta è strutturato con una serie di colpi di scena che sorprendono il lettore, tenendolo incollato alla storia. In quest’ultimo libro ho voluto mettere in gioco meccanismi diversi che potessero anche coinvolgerlo. Ho voluto soffermarmi anche sulla definizione di un contesto familiare che affronta situazioni di crisi e problematiche estremizzate ma, in generale, realistiche.

D. A proposito di realismo, quanto ritiene importante una costruzione verosimile delle storie che narra?

R. Spesso sono stato criticato proprio perché i miei romanzi non erano abbastanza realistici, ma non è quello il mio obiettivo. In generale credo che il lettore apprezzi le storie in cui si parla di fatti veri, in cui possa identificarsi. Io preferisco rappresentare alcune sensazioni, problematiche o sentimenti collettivi anche attraverso fatti poco verosimili. Uno dei temi che ho affrontato in passato è stato quello della violenza. In quest’ultimo romanzo invece ci sono personaggi senza scrupoli, situazioni familiari difficili che in parte rispecchiano i disagi della nostra società contemporanea.

D. Nell’ultimo romanzo ha deciso di inserire varie digressioni sui personaggi e sulle loro reciproche relazioni, descrivendo anche un contesto familiare preciso. I ruoli sono numerosi e il narratore non si identifica con nessuno, mentre nei precedenti libri questo accadeva. Perché questa scelta?

R. Questo meccanismo può amplificare il livello di suspense dell’intreccio, e soprattutto l’effetto sorpresa suscitato dalla scoperta dei lati oscuri di alcuni personaggi. In passato mi sono immedesimato con alcuni dei protagonisti dei miei romanzi, Alex Cross per esempio, giocando così un ruolo partecipativo all’interno della storia. Credo che in generale sia più semplice scrivere entrando in scena.

D. Anche in questo romanzo, come in alcune serie precedenti, esistono numerosi personaggi femminili molto diversi tra loro. In questo senso ha già mostrato in passato una certa abilità nel presentarceli. Ce ne vuole parlare?

R. In questo caso ho messo in azione tre tipologie di donne molto diverse tra loro, che hanno in comune fascino, astuzia, intraprendenza, qualità declinate poi in personalità differenti. L’universo femminile mi ha sempre affascinato, anche perché sono cresciuto tra le donne e questo ha positivamente influenzato tutti i miei rapporti affettivi e di amicizia successivi, e naturalmente il mio lavoro. Nella serie Le donne del club omicidi ho creato personaggi diversi tra loro, a cui mi sento molto legato.

D. Alcuni dei suoi libri sono diventati in seguito anche film di successo. Che cosa pensa di questo legame con il cinema? Sono in programma nuove pellicole tratte dai suoi romanzi?

R. Le serie di Maximum Ride e Daniel X (quest’ultimo ancora inedito in Italia) hanno già suscitato un certo interesse a Hollywood. Ripensando anche agli adattamenti precedenti io credo che letteratura e cinema siano abbastanza autonomi; nel momento in cui un libro di successo debutta anche nelle sale non sento di correre un effettivo rischio. In ogni caso la condizione più auspicabile è che entrambi funzionino. Non sempre accade e questa eventualità si deve necessariamente mettere in conto.

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