Su ilLibraio.it la riflessione di Alessandra Selmi, in libreria con “Le origini del potere”, il suo primo romanzo storico, che ci porta nell’agosto del 1471

Quando giunse a Roma, nella torrida estate del 1471, Giuliano della Rovere era solo un semplice frate francescano. Non disponiamo di testimonianze in proposito, ma è facile intuire che la Città Eterna – fulcro del potere, culla della cultura, fucina di talenti e pullulante di tentazioni terrene – dovette avere sul figlio di un’umile famiglia di pescatori savonesi un impatto impressionante.

Si trovava lì, in quello che sul finire del Medioevo era il centro del mondo, per l’elezione al soglio pontificio di suo zio, Francesco della Rovere, divenuto papa come Sisto IV: un evento che cambiò per sempre la sua vita. In pochi mesi, infatti, l’umile frate che aveva fatto voto di povertà si trovò sbalzato ai vertici del potere, elevato alla porpora a soli 27 anni, ricchissimo e attorniato da una pletora di adulatori.

origini del potere alessandra selmi

È questo l’inizio di una storia di cui anche noi, oggi, cogliamo i frutti attraverso le maestose statue di Michelangelo, gli affreschi della Sistina, i grandiosi palazzi della Roma rinascimentale.

Ma dietro la grandezza delle gesta eroiche, dietro la brutalità delle guerre e dietro il talento di artisti immortali, ci sono semplici uomini. Come Sisto, il papa che ha dato il nome alla celebre cappella in cui da oltre cinquecento anni si svolgono i conclavi, ormai anziano quando sale al Soglio di Pietro, morbida creta nelle mani degli ingombranti nipoti; come Pietro Riario, scaltro e festaiolo, celebre per i suoi banchetti che si protraevano per giorni e giorni, morto giovanissimo – si disse – “a causa degli eccessi” o, più probabilmente, avvelenato da una mano oscura; o come suo fratello Girolamo, animato da una ambizione feroce, disposto a tutto pur di raggiungere i propri obiettivi. Ma anche come Rodrigo Borgia, poi salito al soglio pontificio col nome di Alessandro VI, uno dei papi più chiacchierati della storia, padre di Lucrezia e di Cesare – il Valentino, l’uomo che ispirò Machiavelli nella stesura del Principe.

E infine, naturalmente, come Giuliano, giovane uomo dalla raffinata intelligenza che ha saputo farsi strada verso i vertici del clero attraverso numerose insidie, amico e mecenate di grandi artisti e geni immortali, e passato alla storia – forse ingiustamente – come il “papa terribile” e “il papa guerriero”, per la sua straordinaria tempra e per la bellicosità senza pari.

Ma perché, oggi, dovremmo interessarci alle loro vicende, così lontane nel tempo? La verità è che, mezzo millennio dopo, non siamo diversi da questi nostri antenati. Abbiamo dato nomi diversi alle medesime cose (la peste si chiama pandemia, i banchetti si chiamano party, gli autoritratti si chiamano selfie…), ma siamo animati dai loro stessi istinti: ci innamoriamo, facciamo guerre, accumuliamo ricchezze, proviamo invidia, rabbia e gioia, aspiriamo all’immortalità e poi ce ne andiamo. Nella speranza che, tra cinquecento anni, qualcuno racconti di noi.

L’AUTRICE E IL LIBROAlessandra Selmi (Monza, 1977) è titolare dell’agenzia letteraria Lorem Ipsum, dove si occupa di scouting e editing. Tiene una rubrica di critica letteraria sul Cittadino di Monza e Brianza e insegna Scrittura editoriale nei master dell’Università Cattolica di Milano. Le origini del potere è il suo primo romanzo storico.

La trama ci porta nell’agosto del 1471. Esausto dal lungo viaggio, un giovane frate attraversa le antiche mura della città, passa accanto alle vestigia diroccate di un passato ormai lontano, s’inoltra in un intrico di vicoli bui e puzzolenti. E infine sbuca in una piazza enorme, davanti alla basilica più
importante della cristianità, dove si unisce al resto della popolazione.
Ma lui non è una persona qualunque. Non più. È il nipote del nuovo papa, Sisto IV. È Giuliano della Rovere. E quello è il primo giorno della sua nuova vita, un giorno che segnerà il suo destino: dopo aver assistito alla solenne incoronazione dello zio, Giuliano viene coinvolto dai suoi cugini, Girolamo e Pietro Riario, in una folle girandola di festeggiamenti nelle bettole della città, per poi rischiare la morte in un agguato e ritrovarsi al sicuro tra le braccia di una fanciulla dal fascino irresistibile. È il benvenuto di Roma a quell’umile fraticello, che subito impara la lezione. Solo i più forti, i più determinati, i più smaliziati sopravvivono in quel pantano che è la curia romana. Inizia così la scalata di Giuliano, che scopre di avere dentro di sé un’ambizione bruciante, pari solo all’attrazione per Lucrezia Normanni, la donna che lo aveva salvato quel fatidico, primo giorno, e che rimarrà al suo fianco per gli anni successivi, dandogli pure una figlia. Anni passati a fronteggiare con ogni mezzo sia le oscure manovre del suo grande avversario, il cardinale Rodrigo Borgia, sia i tradimenti dei suoi stessi parenti, i Riario. Anni passati sui campi di battaglia, a imparare l’arte della guerra, e a tramare in segreto contro i Medici di Firenze, nonostante il disastroso esito della congiura dei Pazzi. E tutto per prepararsi a un evento ineluttabile: la morte di suo zio, il papa, e l’apertura del conclave. Ecco la grande occasione di conquistare il potere assoluto. Ma Giuliano scoprirà che il destino, per il momento, ha altri piani per lui…

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