In occasione dell’uscita del nuovo libro del ciclo dei romanzi di Bruno Arcieri, “Il ragazzo inglese”, Leonardo Gori scrive una lettera in cui ringrazia libraie e librai che ha consentito al suo personaggio di imporsi ai lettori

Leonardo Gori è un vero scrittore: ha grandi doti narrative, i suoi romanzi suscitano emozioni e creano immagini, riuscendo a far viaggiare il lettore nella recente storia del nostro Paese”. Si esprime così Marco Vichi in merito all’autore del ciclo dei romanzi di Bruno Arcieri, prima capitano dei Carabinieri nell’Italia degli anni Trenta, poi ufficiale dei Servizi segreti nella seconda guerra mondiale e infine inquieto senior citizen negli anni Sessanta del Novecento.

Il primo romanzo della serie, Nero di maggio, è ambientato a Firenze nel 1938, a cui sono seguiti, tra gli altri, L’angelo del fango (Premio Scerbanenco 2005), Musica nera, Il ritorno del colonnello Arcieri e La nave dei vinti (tutti pubblicati da Tea).

Adesso Gori, che è anche autore di thriller storici e co-autore di saggi sul fumetto e forme espressive correlate, torna in libreria con una nuova storia, Il ragazzo inglese (Tea), che vedrà il protagonista coinvolto in una girandola vorticosa di eventi, in cui il destino del suo Paese si intreccia pericolosamente con quello di una serie di personaggi ambigui, sfuggenti o forse solo in cerca di una possibile salvezza. Una salvezza fisica e morale che per il capitano Arcieri sembra dissolversi mentre la bufera della guerra si avvicina.

Il ragazzo inglese

E ora veniamo alla trama. La storia è ambientata nel lontano aprile del 1940: mentre l’Italia di Mussolini si trova ancora in bilico tra la “non belligeranza” e l’ingresso in guerra al fianco della Germania, il capitano Arcieri è a Firenze, dalla sua amata Elena, sempre più colpita nel lavoro e nella vita dalle infami leggi razziali.

Arcieri, in preda a un bruciante senso di colpa nei suoi confronti, la asseconda in ogni suo desiderio, compreso quello di accompagnarla da alcune amiche appartenenti alla piccola comunità inglese di Firenze. L’occasione mondana cela uno scopo ben preciso: Barbara, la padrona di casa, spera che Bruno aiuti Johnny, il giovane inglese che la donna considera un nipote, a sfuggire all’inevitabile arruolamento nelle file del suo Paese. Bruno è offeso da quella che ritiene una vera diserzione, ma lo sdegno si placa non appena viene a sapere cosa il ragazzo intende offrire, in cambio di una nuova identità per sé e per la compagna. Cosa nasconde Johnny? Perché il Comandante, responsabile del SIM e di Arcieri, si mostra così interessato al suo segreto?

Per gentile concessione dell’editore, su ilLibraio.it una lettera che Gori ha scritto alle libraie e ai librai:

Cara libraia, caro libraio,

voglio ringraziare di persona – lo farei direttamente, uno per uno, se potessi – chi ha consentito a un personaggio forse un po’ scontroso, di imporsi ai lettori, in un panorama tanto affollato di proposte e sempre più difficile. Se il capitano (poi colonnello) Bruno Arcieri, protagonista dei miei romanzi, ha saputo imporsi, è anche merito vostro.

Sono un “topo di libreria”, mi aggiro fra i vostri scaffali cercando fisicamente i libri. Li voglio toccare, sfogliare, perfino annusare. Nessun e-book mi potrà mai dare certe emozioni.

Mi piace parlare con i librai, perché molto spesso non mi hanno dato solo generici consigli, ma con le loro proposte mi hanno spalancato una finestra sul mondo. Mi hanno indicato delle strade.

Grazie a voi, dunque, se Bruno Arcieri, dopo vent’anni esatti da Nero di maggio (2000-2020!) è sempre con me e con i lettori. Perché so di doverlo in massima parte a voi.

E con questa gratitudine vi affido Il ragazzo inglese, l’ultimo nato.

Leonardo Gori

Abbiamo parlato di...