Gabriele Dadati torna in libreria con “La modella di Klimt – La vera storia del capolavoro ritrovato”. E per l’occasione su ilLibraio.it suggerisce cinque libri di grande fascino incentrati sul rapporto tra donne e arte nel corso dei secoli. Spazio ad artiste e autrici di ieri e di oggi

Lauretta Colonnelli, Le muse nascoste. Protagoniste dimenticate di grandi opere d’arte (Giunti, 2020)

Lauretta Colonnelli, Le muse nascoste

Ci guardano attraverso le tele che le raffigurano e anche attraverso i secoli. Sono le donne dei dipinti. Quasi sempre figure anonime, le cui vite si sono come raggrumate nei capolavori per cui hanno posato: e pare che non abbiano avuto altro che quello, a renderle degne di essere vissute. Eppure…

Eppure non è così e non deve essere così. Lauretta Colonnelli, con molta tenacia e altrettanto talento, scova e restituisce esistenze che vanno oltre la singola opera che le ha immortalate. A volte scopriamo rapporti di complicità e magari affetto con l’artista, a volte invece sono storie di violenza e sopraffazione quelle che leggiamo. Ma sono, in ogni caso, vera vita e non più silenzio.

Stefan Bollmann-Elke Heidenreich, Le donne che leggono sono pericolose (Rizzoli, 2007)

Stefan Bollmann-Elke Heidenreich, Le donne che leggono sono pericolose

L’attitudine alla lettura è una lente d’ingrandimento straordinaria per valutare il ruolo della donna nella società. Dapprima ci permette di capire se e quanto le donne – ovviamente da una certa classe sociale in su… – fossero alfabetizzate un secolo dopo l’altro, poi quali letture fossero loro concesse e quali negate (basti ricordare che a Maria Luigia d’Austria, figlia di imperatore e moglie di imperatore, fino alla caduta di Napoleone non furono destinati altro che testi devozionali e vite di santi…).

Questo libro di Bollman ed Heidenreich, che parte dal Medioevo e arriva al XXI secolo, ragiona sulla donna lettrice a partire dalla sua raffigurazione nell’arte. E questo raddoppia il fascino e, magari, anche lo scandalo.

Elisabetta Rasy, Le disobbedienti. Storie di sei donne che hanno cambiato l’arte (Mondadori, 2019)

Elisabetta Rasy, Le disobbedienti

Ogni libro che si presenta “a tema” corre un rischio serio: quello dell’ideologizzazione. E cioè che pur di rendere concreto, evidente, circostanziato il tema (e quindi la tesi) su cui si lavora, l’autore finisca per piegare i fatti. O anche solo per prenderne in considerazione alcuni, facendo cadere altri. Non è quello che capita a Elisabetta Rasy, ricercatrice capace fino al dettaglio e autrice onesta fino all’ultima virgola. Questo suo libro, che compone “un’eterna ghirlanda brillante”, ha come suoi astri Artemisia Gentileschi, Frida Kahlo, Élisabeth Vigée Le Brun, Charlotte Salomon, Berthe Morisot e Suzanne Valadon. Alcune sono più conosciute, e le si potrà “riconoscere” e conoscere meglio attraverso illibro. Altre saranno una vera e propria epifania.

Laura Bosio, Annunciazione. Storia di una fascinazione (Longanesi, 2008)

Laura Bosio, Annunciazione. Storia di una fascinazione

Pubblicato una prima volta negli Oscar Mondadori nel 2004 e poi ristampato da Longanesi, questo piccolo, prodigioso libro parte da una Annunciazione. Una donna la guarda e viene rapita da una suggestione talmente grande da portarla a identificarsi con la Vergine e con il timore che quella giovane di due millenni fa provò di fronte alla maternità che avrebbe cambiato la storia del mondo. Inizia così una ricerca che porta la donna di oggi per i musei e le gallerie di tutta Italia, esponendola a incontri con opere diverse e che la mettono sempre più a contatto con l’evento dirompente. Echi poetici e introspezione psicologica, approfondimenti su pagine saggistiche e dialoghi serrati pongono Laura Bosio – e il lettore con lei – a contatto con un’esperienza mistica, estetica e umana.

Lea Vergine, L’arte non è faccenda di persone perbene. Conversazione con Chiara Gatti (Rizzoli, 2016)

Lea Vergine, L’arte non è faccenda di persone perbene

Terminiamo la rassegna con un omaggio a un’importante critica d’arte e curatrice, Lea Vergine, scomparsa il 20 ottobre scorso per complicazioni dovute al Covid-19, dopo che il giorno prima se n’era andato il marito per le stesse ragioni: Enzo Mari, il più grande designer del secondo Novecento.

L’arte non è faccenda di persone perbene – lungo dialogo con la brava Chiara Gatti – è il ritratto di una donna forte, per l’arte e nell’arte, per la vita e nella vita, compagna di strada di Manganelli e di Cioran, protagonista della stagione milanese di Gillo Dorfles, Arturo Schwarz, Silvana Ottieri, Camilla Cederna e altri ancora. La sua intelligenza appassionata ci manca già. Tanto.

GABRIELE DADATI LA MODELLA DI KLIMT

L’AUTORE – Gabriele Dadati, nato a Piacenza nel 1982, ha pubblicato vari libri, tra cui Sorvegliato dai fantasmi (2006) e Piccolo testamento (2011). Nel 2009 ha rappresentato l’Italia nel progetto “Scritture Giovani” del Festivaletteratura di Mantova. Per Baldini+Castoldi sono usciti i romanzi L’ultima notte di Antonio Canova (2018), finalista al premio Comisso, e Nella pietra e nel sangue (2020).

Gabriele Dadati - foto di Laura Scaglioni

Gabriele Dadati – foto di Laura Scaglioni

Ora è la volta di La modella di Klimt – La vera storia del capolavoro ritrovato. La trama ci porta a Piacenza, nel dicembre 2019. Sono trascorsi dieci anni da quando si è spento Stefano Fugazza, l’indimenticato direttore della Galleria d’arte moderna Ricci Oddi, e fervono i preparativi per la mostra che lo celebrerà. A curarla è stato chiamato Gabriele Dadati, che era il più stretto collaboratore dello studioso nell’ultimo periodo della sua vita.

Quando l’allestimento è ormai concluso, avviene un fatto clamoroso: a distanza di ventitré anni dal furto, fa la sua ricomparsa in città Ritratto di signora di Gustav Klimt. Un capolavoro divenuto celebre nella primavera del 1996, quando si scoprì che il maestro viennese aveva inspiegabilmente dipinto due volte la stessa tela, e che fu sottratto al museo pochi mesi dopo in maniera rocambolesca. La notizia fa il giro del mondo. Sembra quasi un risarcimento ideale per la memoria dello storico dell’arte, che a lungo aveva convissuto con il dolore e l’umiliazione per quella vicenda.

Può interessarti anche

Ma chi rubò l’opera? Chi l’ha restituita ora, infilandola in un sacco della spazzatura e nascondendola in una nicchia sporca e umida? E prima ancora: chi è la donna ritratta in due momenti diversi da Klimt? Qualcuno è depositario delle risposte a tutte queste domande. Con lui, all’indomani dell’inaugurazione, Dadati trascorrerà una lunghissima giornata. Scoprendo nelle sue parole una vicenda incredibile e struggente che inizia a Vienna nel 1910, attraversa tutto il Novecento e arriva fino a noi. Tra verità e menzogne.

 

Libri consigliati