Brian Turner, veterano della guerra in Iraq, ha cercato a lungo il modo per raccontare la sua storia, finchè ha trovato nella poesia la chiave per riuscirci. Questo memoriale è il suo tentativo di ricordare e comprendere quell’esperienza

La mia vita è un paese straniero (NN Editore) di Brian Turner è un memoir dedicato all’esperienza di guerra dell’autore, veterano della guerra in Iraq divenuto successivamente un poeta (ha vinto nel 2005 il Beatrice Hawley Award). Diviso in 136 brevi capitoli, segue l’autore dall’infanzia all’arruolamento e al dispiegamento, fino al ritorno a casa. Turner trova nella poesia la chiave per superare la difficoltà di raccontare l’esperienza fatta durante la guerra in Iraq, e quando finalmente dopo molti anni riesce a raccontarla, ciò che scrive è più che un resoconto lineare della realtà: un tentativo di comprensione.

la mia vita è un paese straniero guerra iraq

Nel 2003 il sergente Brian Turner è a capo di un convoglio di soldati nel deserto iracheno. Dieci anni dopo, a casa, accanto alla moglie addormentata ha una visione: come un drone sulla mappa del mondo, sorvola Bosnia e Vietnam, Iraq, Europa e Cambogia. Figlio e nipote di soldati, le sue esperienze si fondono con quelle del padre e del nonno, con i giochi da bambino e le vite degli amici caduti in battaglia. Così, tutti i conflitti si dispiegano sotto di lui in un unico, immenso, territorio di guerra e violenza.

 

marines guerra iraq 2003

Nel 2003 il sergente Brian Turner diventa un poeta e quando, dieci anni dopo, la visione torna nella sue notti insonni, grazie alla poesia riesce a raccontarla così da accettarne la memoria, una memoria tanto grande che l’America non basterebbe a contenerla, e che sfrega l’anima fino a scorticarla. Liberata la nostalgia, la compassione e il desiderio di verità, La mia vita è un paese straniero racconta in diretta le azioni, le esercitazioni, i vuoti e i rumori, la paura e il coraggio, la tragedia e la gioia dei ritorni. Riconnettendo vita e poesia, orrore e morte, riesce a dire della guerra le parole che mancano, quelle capaci di riallacciare il filo del senso a quello del silenzio.

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Così, come nota Jennifer Percy sul New York Times, la caratteristica più singolare di La mia vita è un paese straniero è l’empatia, con cui Turner racconta i pensieri e l’animo degli individui che incontra, i marines, i combattenti nemici, ma anche i civili più ordinari.


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