Progetto, passione e una rigorosa fantasia: il mondo del design dice addio a Enzo Mari, morto all’età di 88 anni. Qui raccontiamo di un aspetto in particolare del lavoro del maestro, che ha inventato e “disegnato” un centinaio tra le più belle copertine della storia dell’editoria

Perché queste note su Enzo Mari, morto all’età di 88 anni? Artista, artigiano, inventore, maestro, designer?

Perché, oltre al suo rivoluzionario approccio alla progettualità degli oggetti, Mari ha inventato e “disegnato” un centinaio delle più belle copertine della storia dell’editoria.

Nel corso del lungo sodalizio con Paolo Boringhieri, Mari ha progettato collane, copertine, gabbie grafiche, poster, biglietti di auguri natalizi, controllandone sempre la realizzazione dalla sua ideazione (il bozzetto) alla scelta dei materiali (carte, colori e inchiostri), fino alla messa in macchina.

Per rendersi conto in un solo colpo d’occhio del suo lavoro basta osservare questa fotografia.

enzo Mari

Progetto di un biglietto per il nuovo anno, 1968

Sono ritratti i bozzetti preparatori di alcune delle più celebri copertine progettate da Enzo Mari.

In un’epoca che precede il desktop publishing, ogni particolare della grafica è prima pensato e poi disegnato a mano: tipo di carattere (maiuscolo, minuscolo, grandezza del corpo), composizione (a bandiera, appoggiata a sinistra in alto, “devono formare sempre un blocco compatto” recita una nota su un bozzetto), indicazione su posizione di Autore (solo cognome, sempre su una riga), Titolo, interlinea (quanti punti), colore della stampa (scritte stampate in nero su fondo azzurro), elementi che restano fissi per tutti i volumi (celum stellatum, logotipo, nome della collana).

Bozzetti originali di Enzo Mari conservati presso la casa editrice Bollati Boringhieri

Bozzetti originali di Enzo Mari conservati presso la casa editrice Bollati Boringhieri

Sono nate così le grafiche delle Opere di Sigmund Freud e di Carl Gustav Jung che nella loro severa austerità sono state pensate per entrare nel canone della psicoanalisi; i tascabili della «Biblioteca Boringhieri», una varietà multicolore di volumi brevi e maneggevoli pensati per diffondere in poche pagine l’essenza del pensiero di Freud, Jung, Einstein e altri giganti a un prezzo popolare (Freud Lire 1000 recita il primo poster promozionale della collana); la «Biblioteca di cultura scientifica», che ha avuto il merito di diffondere in Italia l’avanguardia della divulgazione scientifica; e infine l’iconica «Universale Scientifica Boringhieri» nata nel 1965 (poi ribattezzata Universale Bollati Boringhieri, ovvero l’ubb), riconoscibile per le due bande nere in testa e al piede che incorniciano un gioco grafico all’interno del quale la stessa immagine viene riproposta in 12 quadrati con leggeri slittamenti, ingrandimenti, sovrapposizioni.

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Bozzetto per la costa delle Opere di Sigmund Freud, Volume 4, 1970

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Poster promozionale per l’uscita dei primi volumi della collana «Biblioteca Boringhieri».

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Bozzetto per le Upanisad, usato poi per i volumi della «Collana di filosofia».

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Alcune copertine della collana «Universale scientifica Boringhieri», poi diventata «Universale Bollati Boringhieri».

Non si inventa più nulla. O meglio, tutto è già stato pensato, scritto, progettato, disegnato.

Un bicchiere, e la forma di un bicchiere, sono sempre quelle, da 4500 anni. Un libro, nonostante i molteplici tentativi di “aggiornamento”, ha bene o male la stessa identica forma – pensata e conclusa – della Bibbia di Gutenberg. Eppure, ogni tanto nasce qualche genio capace di ripensare, riscrivere, ridare forma al già pensato.

È forse questa l’essenza del lavoro e dell’idea di progetto che Enzo Mari ha cercato di far emergere nel corso della sua lunga vita di designer.

Non a caso le poche note scritte che ha lasciato nei suoi libri sono tutte dedicate a parole dense intorno alle quali ha ragionato con assidua e quasi maniacale continuità: progetto, passione, lavoro, disegno, vita.

Il suo gesto, che fosse piantare il chiodo per costruire una sedia, o disegnare una mela cercando di coglierne l’essenza più semplificata, è solo in apparenza privo di complessità, quasi naturale, frutto di un continuo ripensamento e lavorio.

“La vera questione era e rimane ‘che fare’ della mia vita o, meglio, della nostra vita”.

“La qualità della vita, almeno per gli aspetti che possiamo determinare, è basata prevalentemente sulla qualità del lavoro svolto da ognuno di noi», «lavorare (un artefice vive della passione del suo lavoro)”, “l’essere padroni di compiere scelte, sia pur minime, nel realizzare il proprio lavoro (e la propria vita)”.

Riappropriarsi del gesto, progettare con fantasia e rigore, essere felici nel mestiere della vita, piantare un chiodo, inventare un modo nuovo per tracciare una linea. A questo dovremmo pensare ogni volta che guardiamo una copertina di Enzo Mari.

Le citazioni tra virgolette sono tratte da Progetto e passione, Bollati Boringhieri, Torino 2001.

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Bonus. Enzo Mari ha inventato anche uno dei più fantasiosi libri per bambini, Il gioco delle favole, «considerato uno dei più importanti e intelligenti giochi per stimolare la creatività».

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Per tutto coloro che fossero interessati ad approfondire l’opera di Enzo Mari è attualmente in corso presso la Triennale di Milano la mostra Enzo Mari curated by Hans Ulrich Obrist with Francesca Giacomelli, che ne documenta i 60 anni di attività creativa.

 

 

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