Da giorni “Il Mondo al contrario”, il libro autopubblicato del generale Roberto Vannacci, primo in classifica su Amazon, sta dividendo la politica (in particolare il centro-destra al Governo), e non solo ovviamente. E se non mancano librerie che dichiarano di non voler vendere il discusso volume, in cui l’autore “si scaglia contro la ‘dittatura delle minoranze’ con un linguaggio triviale e sessista”, l’editore Francesco Giubilei si offre di pubblicarlo, “contro ogni tentativo di limitare la libertà di parola”. Intanto, dopo le ospitate in tv, Vannacci si prepara a parlare del saggio in pubblico (il 9 settembre a Marina di Pietrasanta il primo incontro)…

“Il titolo la dice lunga sul tenore e sui contenuti di questo libro. Il Mondo al contrario vuole infatti provocatoriamente rappresentare lo stato d’animo di tutti quelli che, come me, percepiscono negli accadimenti di tutti i giorni una dissonante e fastidiosa tendenza generale che si discosta ampiamente da quello che percepiamo come sentire comune, come logica e razionalità”.

Inizia così la scheda che presenta il libro del generale Roberto Vannacci, che da giorni sta dividendo la politica (in particolare, a dire il vero, il centro-destra al Governo), e non solo ovviamente. Come potrebbe essere altrimenti?

Per restare ai partiti di maggioranza, da una parte troviamo Matteo Salvini, ministro e vicepremier (“Mi rifiuto di pensare che in Italia ci sia un Grande fratello che dice questo lo puoi leggere e questo no. Vannacci ha fatto missioni in Somalia, Iraq Afghanistan, e ha difeso patria, bandiera, i suoi uomini, e fece denunce sull’uranio impoverito che tanto male ha fatto ai militari italiani”), e dall’altra il ministro della Difesa Guido Crosetto che, intervistato dal Corriere della Sera, è tornato sul caso, che l’ha visto protagonista sin dalle prime fasi: “Quando mi sono reso conto che stava montando una pesante polemica e che si stava trasformando in un attacco alla Folgore, alle Forze armate e all’Esercito, quindi al cuore della Difesa, sono intervenuto… Ho detto solo due cose: che non si dovevano giudicare tutte le Forze armate sulla base del pensiero di una persona e che il caso sarebbe stato affrontato secondo le regole dell’ordinamento militare e non sui social. Non ho preso decisioni sulla base di ciò che penso del libro, ma di ciò che devo per rispetto all’istituzione che servo. Quindi, consultandomi con i vertici militari, ho chiesto si facesse chiarezza interna, anche per capire se quel libro fosse stato autorizzato, e poi ho agito con tre fini: tutelare lo stesso generale, le Forze armate e i valori costituzionali e repubblicani”.

Un passo indietro. Per specificare che al centro della discussione c’è un saggio autopubblicato, da giorni al primo posto nella classifica dei bestseller di Amazon. Il Mondo al contrario non gode quindi della tradizionale distribuzione nelle librerie fisiche, anche se in questi giorni non sono mancate le librai e i librai che hanno chiarito di non voler mettere in vendita il volume nei loro negozi.

Tutto è cominciato quando, lo scorso 17 agosto, su Repubblica Matteo Pucciarelli ha riassunto i contenuti del libro del 55enne già capo dei paracadutisti della Folgore (poi alla guida dell’Istituto geografico militari, fino all’avvicendamento), in cui l’autore “si scaglia contro la ‘dittatura delle minoranze’ con un linguaggio triviale e sessista”.

Tanti i passaggi citati nell’articolo che ha dato inizio alla polemica, e che da quasi una settimana sono ripresi e commentati sui social e dai media tradizionali: da “cari omosessuali, normali non lo siete, fatevene una ragione!” al “lavaggio del cervello di chi vorrebbe favorire l’eliminazione di ogni differenza compresa quella tra etnie, per non chiamarle razze”; e ancora: “Paola Egonu italiana di cittadinanza, ma è evidente che i suoi tratti somatici non rappresentano l’italianità”.

Non è finita qui… Per l’autore, “se non è nella natura dell’uomo essere cannibale, perché dovrebbe esserlo per il diritto alla genitorialità? Le coppie arcobaleno non sono normali. La normalità è l’eterosessualità. Se a voi tutto sembra normale, invece, è colpa delle trame della lobby gay internazionale”. Per chi è in cerca di altre citazioni, il Corriere ne ha raccolte diverse… Non a caso Il Post, ripercorrendo la vicenda, ha definito il libro “razzista e omofobo“.

Di parere diverso Dagospia, che da giorni propone in home page una sua lettura del libro e accusa chi critica Il Mondo al contrario di non averlo letto. Per Dagospia “le tesi del libro sono due. La prima è che il ‘sovvertimento di quella che la moltitudine intende come normalità è prodotto da esigue e sparute minoranze che prevaricano il sentire comune’. La seconda è quella della sovra rappresentanza delle minoranze nei sistemi che formano e indirizzano la società (le casematte gramsciane?), sebbene qui anche il coraggioso generale non abbia il coraggio di citare la più potente delle lobby minoritarie sovrarappresentate…”.

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E mentre i social e la politica si dividono, diversi programmi in tv stanno ospitando il generale, onnipresente sulle home page dei siti di news.

L’ultima novità arriva dall’editore Francesco Giubilei (Presidente della Fondazione Tatarella e di Nazione Futura, e già consulente del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano), che via social annuncia: “Con Giubilei Regnani Editore ci offriamo di pubblicare Il Mondo al contrario di Roberto Vannacci nel nostro catalogo e metterlo in distribuzione in tutte le librerie italiane contro ogni tentativo di limitare la libertà di parola“. Del resto lo stesso Giubilei sul Giornale ha raccontato come a destra cresca “la solidarietà” verso il generale e il suo libro, proprio in nome della libertà d’espressione.

Al momento in cui scriviamo, sul portale di ecommerce di Jeff Bezos il libro ha quasi 300 “recensioni” (la cui lettura offre non pochi spunti, e dice molto sugli opposti umori del nostro tempo).

Chissà se chi ha dato cinque stelle al saggio più discusso dell’estate deciderà di incontrare l’autore in presenza. L’occasione arriverà presto: sta infatti per iniziare il “tour” fisico dell’autore, come anticipato sempre da Repubblica: “Non ci sono autorizzazioni ai propri superiori da chiedere che tengano, si comincia il 9 settembre a Marina di Pietrasanta al Bagno Biondetti” (a fine settembre, per gli interessati, il generale sarà ospite della Casa del Boia di Lucca): “Nell’annunciare l’evento sulla Gazzetta del Serchio, il giornalista e scrittore Aldo Grandi dà anche il primo dato delle copie vendute del saggio autoprodotto: 22 mila. Facendo un banale conto della serva, prendendo spunto dalla stima fatta da Bruno Ruffilli su questo giornale di 6,58 euro lordi di entrate dirette all’autore per ogni copia, Vannacci può festeggiare i primi 145 mila euro (lordi) di introiti. Un bel regalo agostano insomma”, scrive ancora Repubblica, ma sono numeri da prendere molto con le pinze, visto che il gigante dell’ecommerce non rende noti dati di questo tipo.

La versione di Giorgia

Staremo a vedere se a settembre farà altrettanto parlare la pubblicazione – da parte di Rizzoli – del nuovo libro della premier Giorgia Meloni, che dopo il successo di Io sono Giorgia tornerà con La versione di Giorgia, in dialogo con il giornalista Alessandro Sallusti.

In questi giorni, a dire il vero, si è tornato a discutere soprattutto di un vecchio libro co-firmato dalla stessa Meloni (con Alessandro Meluzzi e Valentina Mercurio): Mafia nigeriana. Origini, rituali, crimini...

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