Si dice “dormire sonni tranquilli” o “sogni tranquilli”? “Da tempo immemorabile” o “da tempo immemore”? Anche se si tratta di espressioni molto diffuse, può capitare di aver memorizzato una sfumatura errata e di replicarla senza volerlo quando stiamo parlando o scrivendo. Ecco quindi cinque casi in cui è consigliabile prestare attenzione ai modi di dire che usiamo ogni giorno…

Pur leggendo, ascoltando e parlando l’italiano ogni giorno (o forse proprio per questo), potremmo essere esposti senza volerlo a delle imprecisioni che ci portano poi a usare in modo errato alcune comuni espressioni idiomatiche.

Perché può bastare sentire anche una sola volta una sfumatura sbagliata per memorizzarla e replicarla, come accade con parole come collutorio o accelerare, in cui spesso tendiamo ad aggiungere rispettivamente una t (colluttorio) e una l (accellerare), anche se la forma corretta è appunto la prima.

Ecco quindi cinque modi di dire molto diffusi e ai quali prestare attenzione, per evitare di esprimerci in maniera impropria con i nostri interlocutori durante una conversazione orale o scritta

Scopri le nostre Newsletter

Iscrizione alla Newsletter
Il mondo della lettura a portata di mail

Notizie, approfondimenti e curiosità su libri, autori ed editori, selezionate dalla redazione de ilLibraio.it

scegli la tua newsletter Scegli la tua newsletter gratuita

Oberato di lavoro

In questo periodo può capitare di descrivere la routine professionale nostra o altrui come una potenziale fonte non solo di guadagno e di appagamento, ma anche di stress. Ed ecco che ricorriamo all’espressione oberato di lavoro per descrivere un carico di mansioni, anche se a dire il vero oberato vuol dire indebitato e non oppresso, come potremmo pensare: in casi simili è quindi consigliabile spiegare che si è sommersi o subissati.

Sogni tranquilli

Nella condizione opposta, quella in cui andiamo a letto senza pensieri per la testa e vogliamo descrivere la notte serena che ci aspetta, quale locuzione potremmo adoperare? Da dizionario, la più giusta è dormire sonni tranquilli, da non confondere con i sogni tranquilli: un sonno tranquillo, d’altronde, è tale perché manca di rimorsi e preoccupazioni, pur potendoci portare a fare allo stesso tempo dei sogni vivaci e movimentati.

Alle prime luci dell’alba

Se invece state cercando un’espressione poetica con cui descrivere il momento in cui il buio della notte finalmente si dirada, fate attenzione: dire alle prime luci dell’alba è infatti pleonastico, dal momento che l’alba di per sé rappresenta già la fase della giornata in cui appaiono in cielo le prime luci. Più esatto, quindi, sarebbe dire semplicemente all’alba, o in alternativa alle prime luci del giorno.

In pericolo di vita

Nel caso di qualcuno che non sappiamo se riuscirà a sopravvivere, o di cui vogliamo raccontare le avventure temerarie, saremmo poi tentati di parlare di una persona che si trova in pericolo di vita, anche se di fatto questo modo di dire non è corretto: il rischio che corre è piuttosto quello di non farcela, motivo per cui dovremmo esprimerci in maniera opposta, spiegando che eventualmente sarebbe in pericolo di morte.

Da tempo immemore

E concludiamo con un’espressione dedicata alle abitudini che hanno un lungo passato alle spalle, e per le quali esiste la locuzione da tempo immemorabile. Da non confondere con la più usata ma scorretta da tempo immemore, che se ci riflettiamo non ha senso perché il tempo qui non è senza memoria (ovvero immemore), bensì così remoto da essere incalcolabile da parte della nostra memoria (e cioè, appunto, immemorabile).

Abbiamo parlato di...