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“Incontrare a scuola autrici e autori avvicina i ragazzi alla lettura”

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Barbara Bellomo, laureata in Lettere, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia antica e ha lavorato per diversi anni presso la cattedra di Storia romana dell’Università di Catania. Attualmente insegna in una scuola superiore. All’attivo ha diversi romanzi. Il suo ultimo libro è La casa del carrubo (Salani). Da tempo Barbara Bellomo si impegna nella promozione della lettura a scuola. Ecco perché le abbiamo chiesto un intervento sul tema, che ben conosce, e di cui su ilLibraio.it ci occupiamo periodicamente. E lei ha scelto di coinvolgere anche uno studente dell’ultimo anno di superiori, Riccardo Vigneri. Ecco le loro riflessioni.

di Barbara Bellomo e Riccardo Vigneri

Che la scuola sia la migliore strada per la promozione della lettura, non è un novità. Ma come attivare percorsi che possano davvero appassionare i ragazzi di oggi?

Da docente di lettere – scrive Barbara Bellomo – credo che nelle aule occorra innanzitutto distinguere tra letteratura dei secoli scorsi, indispensabile per la formazione culturale – ma vissuta dagli studenti come “studio” – e lettura di testi contemporanei, intesa come piacere e svago. Ecco allora l’ovvia, e ormai da tutti condivisa, raccomandazione di lasciare scegliere ai giovani cosa leggere, pur all’interno di una proposta organica che tenga conto dell’età.

Ma da scrittrice, che negli anni ha incontrato studenti di numerosissime scuole, credo che l’incontro con l’autore sia lo strumento e l’occasione giusta per riflettere con i giovani sul valore della lettura e sul piacere di leggere. A patto, aggiungo, che i ragazzi prima dell’incontro abbiano letto il libro. E non certo per il gusto di fare vendere allo scrittore di turno qualche copia in più del romanzo, ma perché comprare un libro può essere educativo – insegna infatti a non pensare che i soldi per la cultura siano spesi male – e soprattutto perché l’incontro con l’autore del libro può avere una reale ricaduta didattica solo dopo la lettura del testo.

Da docente penso anche che sia sempre bene ascoltare i giovani, i diretti interessati, e per questo oggi vorrei lasciare spazio alle parole di uno studente dell’ultimo anno di superiori, Riccardo Vigneri, che questa esperienza l’ha vissuta.

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“La verità è che per noi ragazzi – scrive Riccardo Vigneri – la scuola non deve essere fatta solo di lezioni frontali, e l’amore per la lettura può essere diffuso anche attraverso altre modalità. Permettendo, ad esempio, agli studenti di entrare in contatto con gli autori delle pagine che hanno letto. È proprio questo ciò che è accaduto a me e ai miei compagni di scuola, al Liceo Spedalieri di Catania, qualche giorno fa. Educazione e piacere si sono fusi in un’esperienza altamente educativa. In un pomeriggio denso di emozioni, il liceo ha avuto il piacere di ospitare, in biblioteca, la professoressa e scrittrice Barbara Bellomo. Alla presentazione dell’ultimo libro dell’autrice, La Casa del Carrubo, è seguito un dibattito in cui tutti noi abbiamo esposto le nostre curiosità, tanto sul romanzo, quanto in generale sulla complessa professione dello scrittore. Sguardi, interventi e commenti hanno rivelato chiaramente come il romanzo abbia appassionato tutti fin dalle prime pagine, forse per il legame percepito con la nostra terra (la storia è ambientata proprio in Sicilia nel corso della seconda guerra mondiale) o forse per l’opportunità di incontrare la mente che vive dietro al libro che avevamo letto. Non a caso noi studenti abbiamo scelto la parola ‘illuminante’ come la più adatta a descrivere la giornata. Illuminante, infatti, è stato conoscere una scrittrice, una donna come noi, con l’esigenza di scrivere nata proprio dai nostri stessi sentimenti, ma soprattutto una donna che ha avuto il coraggio e la perseveranza di trasformare il suo sogno in realtà. Sono esperienze come queste a testimoniare quanto sia importante promuovere la lettura a scuola. Non per assicurarsi un pubblico di lettori, né tanto meno per garantire alle case editrici il successo di certi autori, ma perché leggere è la migliore medicina per l’anima, e allora quale luogo migliore per insegnarlo se non proprio tra i banchi di scuola?”.

Ho letto queste parole – riprende Barbara Bellomo – in un articolo scritto da Riccardo per un concorso giornalistico e ho pensato di condividerle con ilLibraio, convinta che nessuno meglio dei giovani conosca come arrivare al loro cuore.

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