“Per la delicatezza con cui sono trattati i temi personali, per l’età di Mattia e della sorella sedicenne, per la prosa sempre scorrevole e ironica, per quel che ci lascia dentro. La voglia di ritrovare noi stessi. A qualsiasi età”. Barbara Bellomo, insegnante e scrittrice, suggerisce la lettura di “C’era una volta adesso”, il nuovo romanzo di Massimo Gramellini, alle ragazze e ai ragazzi alle prese con i mesi difficili della pandemia

Massimo Gramellini con C’era una volta adesso (Longanesi) ci ha regalato una fiaba a tutti gli effetti come il titolo suggerisce.

Della fiaba ha protagonisti e antagonisti, la presenza di elementi fantastici e il finale, ricco di una morale. Della fiaba ha la mancanza di una dimensione temporale precisa. La storia è infatti ambientata in un ipotetico passato, che è ora: il terribile anno che tutti noi abbiamo trascorso.

La trama è semplice. Mattia è un bambino di nove anni che vive a Milano in un condominio. I suoi genitori sono separati, ma poco prima della diffusione di uno strano virus, e del conseguente lockdown, il padre di Mattia, Andrea, lascia Roma, dove ormai vive da anni, e raggiunge la famiglia. Andrea, l’ex moglie Tania, la figlia di Tania, Rossana, e Mattia sono ora costretti a una convivenza forzata.

È la storia, a ben guardare, di un viaggio attraverso le paure del protagonista – e di chi gli sta vicino-, fino alla riappacificazione con esse. Al perdono.

Eppure C’era una volta adesso è di più. In quanto fiaba che incontra la cronaca, il romanzo diventa un vero e proprio documento che cristallizza quello che tutti noi abbiamo passato da marzo scorso: il timore della malattia, la rincorsa alla spesa, la difficoltà della scuola a distanza, l’impossibilità di vedere gli affetti più cari, i tristi bollettini delle diciotto, i cori dai balconi, gli abbracci mancati e non ultime, le penne lisce, uniche superstiti tra gli scaffali dei supermercati.

È un libro che certo consiglierei anche ai lettori più giovani, quelli ancora in cerca di una loro identità di lettrici e lettori. Da docente, quando leggo un romanzo, penso sempre se il libro possa andare bene o meno per i miei studenti. Chiamiamola, se si vuole, deformazione professionale. E questo libro adatto ai ragazzi lo è. Per la delicatezza con cui sono trattati i temi personali, per l’età di Mattia e della sorella sedicenne, per la prosa sempre scorrevole e ironica, per quel che ci lascia dentro. La voglia di ritrovare noi stessi. A qualsiasi età.

 

L’AUTRICE – Barbara Bellomo, laureata in Lettere, ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia antica e ha lavorato per diversi anni presso la cattedra di Storia romana dell’Università di Catania. Attualmente insegna in una scuola superiore. All’attivo ha diverse pubblicazioni di storia romana. Il suo ultimo romanzo è Il libro dei sette sigilli (Salani).

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