“La mia vita, come leggerete, mi ha portato da una setta a un’altra, fino alla più osannata di tutte: Hollywood”, racconta l’attrice, regista e attivista Rose McGowan in “Brave. Il coraggio di parlare”, il suo memoir-manifesto. Cresciuta nel ramo italiano della setta Bambini di Dio, dal quale è fuggita con la famiglia per trasferirsi negli Usa, McGowan è stata spesso citata in relazione allo scandalo Weinstein: l’attrice, infatti, è stata tra le prime a denunciare gli abusi subiti. Il suo non è l’unico caso in cui un personaggio famoso è stato circuito da una setta. Ecco una serie di titoli di fiction e non, oltre a serie tv e film a tema

“La mia vita, come leggerete, mi ha portato da una setta a un’altra, fino alla più osannata di tutte: Hollywood”, racconta l’attrice, regista e attivista Rose McGowan in Brave. Il coraggio di parlare, il suo memoir-manifesto in uscita negli Usa a fine gennaio e in Italia il mese dopo per Harper Collins Italia. Cresciuta nel ramo italiano della setta Bambini di Dio, dal quale è fuggita con la famiglia per trasferirsi negli Stati Uniti, McGowan ha raggiunto il successo come attrice grazie alla serie tv Streghe e a film come The Doom Generation, Scream, Amiche cattive e Grindhouse – Planet Terror. Nell’ultimo anno il suo nome è stato spesso citato in relazione allo scandalo Weinstein: l’attrice, infatti, è stata tra le prime a denunciare gli abusi subiti. Femminista convinta, ha anche creato la piattaforma #ROSEARMY dove quotidianamente lotta contro il sessismo.

brave

La vicenda di Rose McGowan, tuttavia, non è l’unica che vede un volto nuovo denunciare un culto: in Italia Michelle Hunziker, amato volto televisivo, ha svelato nel suo memoir Una vita apparentemente perfetta (Mondadori) i quattro anni trascorsi in una setta, quella della curatrice e mistica Clelia. Un periodo che la presentatrice definisce il più buio della sua vita, caratterizzato da “ricatti, privazioni, controllo costante e la progressiva perdita di indipendenza”.

L’isolamento degli adepti è una caratteristica che sembra ricorrente. Veniamo al caso dell’Opus Dei, a cui Emanuela Provera ha dedicato il suo libro inchiesta Dentro l’Opus Dei (Chiarelettere). Per fare luce sulla vita degli affiliati, l’autrice ha frequentato a lungo un forum online creato dagli ex numerari italiani e ha raccolto testimonianze accomunate dal violento distacco dalla famiglia, dalla manipolazione delle coscienze, dall’espropriazione dei beni e dal lavoro non retribuito.

La prigione della fede di Lawrence Wright (Adelphi, traduzione di Zemira Ciccimarra) è l’inchiesta che per la prima volta mostra i retroscena di Scientology tramite la testimonianza del regista  Paul Haggis, per anni affiliato alla chiesa, fondata da Ron Hubbard, che tra i suoi adepti vanta anche il divo Tom Cruise.

Parzialmente ispirato alla vita del guru di Scientology, il film The Master di Paul Thomas Anderson si focalizza sulla relazione di dipendenza tra un reduce della seconda guerra mondiale e il carismatico Lancaster Dodd, che ha fondato un movimento denominato “la Causa”. Nella pellicola viene sottolineato il metodo di introspezione sperimentato sull’ex soldato che solidifica la sua relazione con il capo del movimento.

L’analisi del proprio passato e la presa di coscienza dei propri errori, di cui è prevista un’espiazione dolorosa, anche attraverso la mortificazione del corpo, sono il cuore del romanzo The Incendiaries di R. O. Kwon in uscita negli Usa la prossima estate per Penguin. Nel libro Phoebe, una giovane donna di origine sudcoreana che ha perso la madre, si avvicina a una setta cattolica, guidata dal carismatico John Leal, e diventa una terrorista, pur di perorare la causa antiabortista e liberarsi dei propri peccati.

L’ascendente di un leader carismatico su donne giovanissime caratterizza anche un’altra opera di fiction, l’acclamato Le ragazze di Emma Cline (Einaudi Stile Libero, traduzione di Martina Testa). Il romanzo, tuttavia, presenta anche un appiglio alla realtà: l’ambientazione alla fine degli anni Sessanta e la vita nella comune guidata da un aspirante musicista non può non richiamare alla memoria le vicende della Manson Family.

La figura di Charles Manson appare anche nella serie tv Aquarius, anch’essa ambientata negli anni Sessanta, in cui un detective interpretato da David Duchovny indaga sulla scomparsa di una giovane donna, probabilmente per mano di una setta.

Infine, un libro ormai diventato un cult: si tratta di Un complicato atto d’amore (marcos y marcos, traduzione di Monica Pareschi) della scrittrice canadese Miriam Toews, in cui racconta la sua vita tra i mennoniti e la sua sofferta fuga dal culto (i mennoniti costituiscono la più numerosa delle chiese anabattiste).

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