Dalla pulitura allo smacchiamento, fino alla ricollatura: questi sono solo alcuni dei compiti del restauratore di libri, professione che ci spiega la restauratrice Simona Budassi – L’intervista

I libri antichi affascinano tantissimi lettori e non solo. Alcuni volumi sono delle vere e proprie opere d’arte, ma anche quelli di minor valore sono oggetti che incuriosiscono, anche solo spingendo a pensare al numero di mani che si sono posate sulle loro pagine.

C’è perfino una professione, quella del restauratore di libri, che si preoccupa di mantenere in buona “salute” i libri antichi. Per scoprire di più su questo lavoro suggestivo abbiamo fatto qualche domanda a Simona Budassi, restauratrice di libri, appunto, di cui ha recentemente scritto anche il Corriere della Sera. Abruzzese di Chieti, Budassi ha vissuto a lungo in Irlanda dove le è stato anche offerto un lavoro a tempo indeterminato, che lei però ha rifiutato per tornare in patria e dedicarsi al restauro nel suo laboratorio, ChartaLab.

restauratore di libri

Per prima cosa Budassi ci spiega di che cosa si occupa il restauratore di libri:”Interventi di pulitura, come spolveratura o smacchiamento, o interventi più approfonditi che possono arrivare fino allo smontaggio parziale o totale delle carte” sono i suoi principali compiti.

Smontaggio delle carte che consiste in “smontare la copertina, scucire tutti i fogli e nei casi che lo richiedono lavaggio degli stessi. Il lavaggio, seguito da deacidificazione e ricollatura, consente di eliminare dalle carte non solo la sporcizia superficiale, ma anche quella più profonda che si insinua tra le fibre della carte ed elimina l’eventuale acidità, che può provenire dai materiali con i quali è stata prodotta la carta, oltre che dagli inchiostri utilizzati”.

restauratore di libri

Il restauro vero e proprio si compie attraverso “sutura di tagli e strappi, risarcimento delle lacune, velatura di parti deboli, spianamento dei fogli”. Poi, “finito il restauro, i fogli vengono rimessi in ordine e vengono cuciti, sempre a mano, con modalità diverse a seconda del tipo di legatura (corda o pelle). L’ultima fase è quella della coperta e anche qui ce ne sono una grande varietà, a seconda dell’epoca e anche del formato del volume stesso. Per i volumi più recenti, gli interventi sono simili ma spesso più limitati, perché i materiali utilizzati non consentono lo stesso tipo di trattamento”.

restauratore di libri

Per diventare restauratore di libri Budassi ci spiega che “si può ottenere il titolo solo frequentando corsi di laurea specifici e scuole di alta formazione, come per esempio quella dell’ICRPAL di Roma (ex ICPAL). I requisiti d’accesso sono cambiati da poco, quindi non saprei elencarli con esattezza”.

Però, a chi vorrebbe intraprendere questo percorso professionale, la restauratrice di libri fa presente che “in Italia non è semplice operare in questo ambito: i tagli ai finanziamenti pubblici sono sempre maggiori. Mentre prima le soprintendenze bandivano gare d’appalto anche di un certo valore, ora si parla di piccoli affidi per piccoli lavori. Questo riguarda chi lavora in proprio come me”.

“Ci sono anche quelli, pochi, che lavorano all’interno dei laboratori di enti ministeriali, come appunto ICRPAL, alcuni archivi di stato o biblioteche nazionali. In ogni caso l’attività non è solo di restauro, ma anche di conservazione. Questo include tutte quelle attività che tendono alla preservazione del bene (parametri ambientali dei luoghi di conservazione, soluzioni per contenere un inizio di processo di degrado…)”, continua Budassi.

Vista la grande esperienza di Budassi con i libri, le abbiamo chiesto che cosa influenza il tanto dibattuto odore dei libri: “Dipende sempre dalle modalità e dallo stato di conservazione, oltre che dai materiali dei quali è realizzato”, ci ha risposto la restauratrice.

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Tutte le immagini di questo articolo sono tratte dalla pagina Facebook di ChartaLab, la foto in copertina, in particolare, è di Luca Del Monaco.

 

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