Per anni, una volta al mese un gruppo di professioniste si è trovato in un appartamento di New York per condividere le frustrazioni originate da discriminazioni e pregiudizi sessisti sul posto di lavoro: così è nato “Feminist Fight Club”, un manuale di sopravvivenza per ragazze che lavorano in ufficio. L’autrice è Jessica Bennett, la prima gender editor del New York Times

«Non c’è un modo giusto o sbagliato di leggere questo libro. Leggilo dall’inizio alla fine, aprilo a metà, oppure trattalo come un libro di cucina: vai subito alla sezione che preferisci, annota i margini, prendi appunti, strappa le pagine e infilale sotto la porta del tuo capo. L’obiettivo del libro è fornirti delle tattiche di combattimento: espedienti semplici, percorribili ed efficaci nella battaglia contro gli atteggiamenti sessisti, sottilmente sessisti, apertamente sessisti e talvolta solo indifferenti che si riscontrano anche negli ambienti di lavoro più progrediti. Molto di quanto leggerai si fonda sulle mie esperienze personali, come anche su quelle di colleghe, amiche e altre fonti. Ma poggia anche su dati: non esiste premessa né contromossa che non sia sostenuta da evidenze statistiche. Il Feminist Fight Club è un manuale, un manifesto, ma è anche un libro gioco che ti consegno, lettrice o lettore, perché tu proceda per conto tuo».

Il sessismo di oggi non è come quello degli anni ’50, è sottile, disinvolto, insidioso. È quando un uomo interrompe istintivamente una donna durante una riunione di lavoro, o quando attribuisce la sua idea a qualcun altro (che guarda caso, si scopre essere molto spesso un maschio). Maschilismo è quando una donna si sente in dovere di essere gentile a tutti i costi (perché le donne sono gentili), ma non troppo gentile (altrimenti può dare l’idea di essere uno zerbino); di essere materna, ma preferibilmente non mamma (sennò rischia di non essere assunta); di essere determinata quanto basta per ottenere rispetto, ma senza esagerare (perché le sfacciate non piacciono a nessuno).

Per anni, una volta al mese un gruppo di professioniste si è trovato in un appartamento di New York per condividere le frustrazioni originate da discriminazioni e pregiudizi sessisti sul posto di lavoro: così è nato il Feminist Fight Club. Le loro esperienze sono servite a Jessica Bennett per scrivere Feminist Fight Club. Manuale di sopravvivenza in ufficio per le ragazze che lavorano (Salani), un manuale pieno di strategie e mosse di difesa, per essere fiere, informate e preparate, e non cadere nella trappola di pensare: ma sarò matta io?

Jessica Bennett è la prima gender editor del New York Times: una posizione che prima non esisteva e che usa “la lente di genere” per filtrare le notizie dal mondo, a lungo raccontate soltanto con sguardo maschile. In precedenza ha lavorato per NewsweekTime e per la fondazione Lean In di Sheryl Sandberg. “Siamo cresciute nell’era del pink power”, ha detto in un’intervista, “in cui si pensava che le donne potessero ottenere tutto, perché eravamo convinte che la guerra di genere fosse già vinta. Invece continuiamo a inciampare sulle mine del sessismo lasciate dal coriaceo retaggio culturale”.

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