Nell’era delle tastiere sempre più spesso si parla dell’importanza di scrivere a mano. Docenti di università italiane e straniere esaltano il valore cognitivo della scrittura manuale e ne spiegano i motivi…

Ri-Trascrizioni, la scrittura manuale tra storia, arte e neuroscienze è un progetto per esaltare il valore cognitivo della scrittura manuale. L’iniziativa, nata da un’idea di Antonello Fresu, è già attiva in più città e consiste nell’esporre in pubblico capolavori letterari perché tutti possano trascriverne a mano una parte.

Ma perché è così importante scrivere a mano?

Prima di tutto per allenare la memoria, spiega Gabriella Bottini, docente di neuropsicologia all’Università di Pavia, a Repubblica: “Nello scrivere a mano, lo sguardo è puntato sulla mano che guida la penna sul foglio. La punta della penna è il luogo dove convergono sia l’atto motorio che quello visivo. Se scriviamo al computer, invece, la mano corre sulla tastiera ma lo sguardo è rivolto altrove, al monitor”; e prosegue: “Questa divergenza tra occhio e mano può penalizzare la memoria, perché diminuisce quella che nel gergo dei neurologi chiamiamo integrazione multisensoriale: se riusciamo a mettere insieme in una sola esperienza più stimoli di diverso tipo – visivi, uditivi, motori, tattili, olfattivi – allora i tempi di richiamo dei ricordi, e la loro qualità, possono essere migliori”.

Se ci sono più sensi coinvolti, quindi, i ricordi riemergeranno con maggiore facilità.

È vero, il computer rende più veloci, ma non è detto che la rapidità sia per forza un valore. La scrittura a mano, per quanto più faticosa, costringe a concentrarsi, a selezionare le informazioni e a rielaborarle. Si pensi a una lezione universitaria: moltissimi studenti si impegnano a trascrivere letteralmente al computer la spiegazione del docente, ma in realtà prendere appunti a mano è il modo migliore “per fare propria la lezione, perché dobbiamo pensare a ciò che ascoltiamo, quanto basta per poterlo trascrivere con parole nostre”, dichiara Daniel Oppenheimer, docente di psicologia alla University of California e autore di diversi studi sul tema.

Ma c’è di più: scrivere a mano aiuta a migliorarci“, sottolinea ancora la Bottini, perché senza correttore automatico siamo costretti a mantenere una soglia dell’attenzione molto più alta “mentre l’editing al computer fa svanire nel nulla i nostri errori, come se non fossero mai esistiti. Esponendoci al rischio di ripeterli”.

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