“What if? E se? E se uno scrittore, nel momento più felice della sua vita (così mi sentivo in quei giorni, in giro per la mia città preferita con la mia giovane sposa e il mio nuovo figlio di quattro mesi) abbandonasse tutto per addentrarsi nei meandri bui e paludosi che pensava di aver superato?” – Su ilLibraio.it lo scrittore Pietro Grossi racconta la genesi del suo nuovo romanzo, “Orrore”

Ci sono momenti in cui il passato sembra addensarsi: lontane correnti, sparse nel mare della tua vita trascorsa, si uniscono e reagiscono, formando grumi. La mattina del 20 dicembre 2014 furono due le correnti che si unirono, e che diedero forma al primo blocco di Orrore. Erano la mia antica passione per i film horror – per gli aspetti più oscuri della vita – e le settimane passate a ventitré anni a NYU, a studiare cinema con Arnie Baskin.

Arnie, il professore di Brooklyn che si presentò a noi dicendo che era trent’anni che la sua pancia gli impediva di vedersi i piedi, avrebbe incastonato in noi numerose massime, tra cui la più amata e citata sarebbe sempre stata “cinema is for morons”. Forte di questa certezza, nel darci indicazioni per i corti che avremmo dovuto girare nelle settimane seguenti, ci disse che avrebbe voluto di volta in volta vedere uno script, e che lo script avrebbe dovuto rispondere a una semplice domanda: what if? Niente fronzoli artistici, insomma: siete qui a imparare un modo per raccontare storie.

Quando la mattina del 20 dicembre 2014 mi svegliai, a Northampton, Massachusets, furono queste semplici parole che mi spinsero da Target a comprare le bic e i quaderni della Mead su cui amo scrivere. Due sere prima, seduti in un ristorante di Williamsburg, uno dei miei più vecchi amici e sua moglie ci avevano raccontato della sinistra casa abbandonata in cui si erano affacciati nella loro ultima serata in campagna, mesi prima. Sentire i dettagli di quella loro assurda esperienza, vederne traccia sulle foto del loro telefono, mi risucchiò come in una grotta umida e buia.

What if? E se? E se uno scrittore, nel momento più felice della sua vita (così mi sentivo in quei giorni, in giro per la mia città preferita con la mia giovane sposa e il mio nuovo figlio di quattro mesi) abbandonasse tutto per addentrarsi nei meandri bui e paludosi che pensava di aver superato? Eccolo, l’orrore. Ancora non lo potevo sapere, ma avrei impiegato più di tre anni per venire a capo di quella semplice domanda.

orrore pietro grossi

L’AUTORE – Pietro Grossi (Firenze, 1978) ha pubblicato con Sellerio la raccolta di racconti Pugni (2006, vincitrice di numerosi premi letterari, tra cui il premio Piero Chiara e il premio Campiello Europa 2010) e i romanzi L’acchito (2007) e Martini (2010). Incanto (Mondadori, 2011) ha vinto il premio nazionale letterario Pisa per la Narrativa 2012. Nel 2015, ancora per Mondadori, è uscita la raccolta L’uomo nell’armadio e altri due racconti che non capisco. Feltrinelli ha pubblicato Il passaggio (2016).

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