L’autore di thriller inglese Stephen Leather è stato accusato dai colleghi Mosby e Duns di pubblicare finte recensioni, utilizzando profili falsi, per denigrare i loro libri. Leather non è nuovo a comportamenti come questi: già nel 2012 ammise di fare un uso delle recensioni online al limite della correttezza… – I dettagli

La polemica che sta animando il panorama culturale inglese nell’ultimo periodo ha come protagonista l’autore di thriller Stephen Leather, che in passato ha occupato contemporaneamente i primi tre posti della classifica dei bestseller di Kindle UK. Leather è stato infatti accusato di portare avanti una propaganda online scorretta contro due suoi colleghi, Jeremy Duns e Steve Mosby.

Ma cominciamo dall’inizio: nel 2012, durante il Theakstons Old Peculier Harrogate crime writing festival, Leather e Mosby parteciparono alla stessa tavola rotonda e quando dal pubblico fu chiesto a Leather come promuovesse i propri libri online, l’autore rispose: “Vado su vari forum, i più conosciuti, e lì scrivo commenti firmandoli con il mio nome o con altri nomi e personalità. Costruisco così una rete di personaggi che parlano dei miei libri e talvolta mi capita di discutere con me stesso”. Questa candida affermazione ha suscitato la reazione sdegnosa di Mosby e Duns e della Society of Authors, che ha diffidato gli autori dal pubblicare recensioni dei propri libri su Amazon o su altri siti, firmandole con false identità.

La polemica si è riaccesa recentemente, quando Mosby e Duns hanno accusato Leather di aver dato vita a siti web anonimi e ad account social finti per farne un uso improprio. Di recente, infatti, in un post sul proprio blog, Mosby ha indicato Leather come la mente dietro a un sito chiamato F*** Steve Mosby, che dipinge l’autore di Leeds come un “ometto vile e spiacevole”. Qualche giorno dopo, Duns ha pubblicato un lungo post sul proprio blog accusando Leather di fare cyber-stalking, conducendo una campagna di molestie online ai danni dei due autori. Nel post Duns si auspicava l’intervento dell’editore o di qualcuno che convincesse l’incriminato a smettere.

Al dibattito sul comportamento di Leather hanno partecipato anche altri autori, tra cui Louise Mensch e JK Rowling, che appartengono, come i tre autori sopracitati, alla scuderia di Hachette UK: la Rowling ha definito il post di Duns “una lettura veramente allarmante” da scrivere su un collega che, se confermata, denota un comportamento vergognoso.

La risposta di Leather non si è fatta attendere: “Non ho intenzione di commentare niente di quello che ha da dire”, ricordando però i rapporti turbolenti che Duns ha avuto in passato con i giornalisti.

Hachette UK ha deciso di intervenire nel tentativo di far ragionare i suoi tre autori e risolvere la questione. In un comunicato la casa editrice ha affermato di voler far tutto il possibile per mettere fine a questa disputa spiacevole e di condannare pienamente molestie e intimidazioni di ogni genere.

Arriverà la pace?

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