Lettrici e lettori di tutto il mondo piangono la scomparsa di Luis Sepúlveda. Il presidente di Guanda Luigi Brioschi lo ricorda così: “Il rapporto con lui, mi vien da dire, o era d’amicizia o non era. E l’amicizia, sentimento forte e certamente antico, entrava in ogni discorso, in ogni progetto, in ogni ricordo”

di Luigi Brioschi
(presidente di Guanda)

La scomparsa di Luis Sepúlveda non è per noi solo la perdita di un autore cruciale. La relazione che per quasi trent’anni ha avuto con noi ha portato a condividere cosi tanti interessi e propositi e avventure da configurarsi come un vero e proprio sodalizio. Un sodalizio che si è sostanziato anzitutto in libri felicemente originali e insieme molto amati, ma anche in una collana di narrativa ispanica, in un premio letterario, nella fondazione di un Salone del libro iberoamericano, e in frequentazioni culturali e umane che ci hanno condotti a collaborazioni fruttuose, spesso memorabili.

La sua opera di narratore, che ha conquistato milioni di lettori italiani, ha comunque anche avuto, va detto, un carattere fortemente innovativo. Rispettoso com’era verso la tradizione del boom latinoamericano, Sepúlveda ha però saputo dar forma, limpidamente, a uno stile proprio, inconfondibile, lo stile di una nuova generazione, com’è evidente fin dalla pubblicazione del suo libro più classico, Il vecchio che leggeva romanzi d’amore. Vi è poi l’amicizia, con tutti noi: tutti. Il rapporto con Sepúlveda, mi vien da dire, o era d’amicizia o non era. E l’amicizia, sentimento forte e certamente antico, entrava in ogni discorso, in ogni progetto, in ogni ricordo.

 

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