Se oggi possiamo amare l’arte di Van Gogh lo dobbiamo soprattutto a una donna, Johanna. Un romanzo racconta la sua storia

Se oggi possiamo amare l’arte di Van Gogh, lo dobbiamo soprattutto a una donna. Perché Van Gogh muore suicida, povero e sconosciuto; l’amato fratello Theo muore sei mesi dopo, sopraffatto dal dolore.

Johanna Van Gogh Bonger, la vedova di Theo, resta sola, a ventotto anni, senza un soldo, con un bambino di un anno e cinquecento tele che nessuno vuole. Mentre prende in mano la sua vita, capisce di avere una missione: mostrare al mondo il genio di Vincent van Gogh.

LA VEDOVA DI VAN GOGH

Nel romanzo La vedova di Van Gogh (Marcos y Marcos), Camilo Sánchez (giornalista e poeta nato a Mar del Plata, che vive a Buenos Aires) racconta come e quando Johanna, donna sola, con coraggio e tenacia, riuscirà a salvare se stessa e suo figlio, e a trasformare una tragedia personale in un grande dono per l’umanità.

L’autore, guardando un documentario della BBC, è rimasto colpito da un’immagine di Johanna van Gogh-Bonger, citata fuggevolmente come depositaria dei quadri e delle lettere; durante una lunga permanenza a New York, esplorando musei e biblioteche, ha scoperto il suo ruolo fondamentale, mai raccontato, nel difendere dall’oblio l’opera di Van Gogh.

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