In “Casca il mondo” la scrittrice Nadia Terranova racconta la paura di un bambino il giorno in cui il terremoto gli porta via la casa – Su ilLibraio.it l’autrice introduce il libro

Casca il mondo nasce in un periodo in cui, per lavoro e per amicizia, andavo spesso a L’Aquila. Erano gli anni fra il 2009 e il 2012, e quello che più mi colpiva erano le case del centro storico, vuote, segnate, violate, eppure ostinatamente vive. Dietro le porte sentivo nitidamente il silenzio, l’aria piena di pulviscoli, il rumore fracassone degli oggetti.

NADIA TERRANOVA CASCA IL MONDO

Mi ritrovo spesso a sostare davanti alle case vuote, soprattutto se abbandonate di recente. Non m’importa entrare, mi accontento di stare sulla soglia, osservare le finestre, i balconi ricoperti di calcinacci. Anche il modo in cui le erbacce spuntano dai muri o dalle grate presenta una sua enigmatica grazia. Il mese scorso mi sono fermata davanti a un’antica casa abbandonata, incastonata in un roccione. La porta era bloccata da una catena, ma restava mezza aperta: dall’interno fuoriusciva una scia di piccoli giocattoli colorati, come quelli che si trovano nelle uova di cioccolato. Era una fotografia, a saperla scattare; erano mille storie per chi le sa raccontare.

NADIA TERRANOVA CASCA IL MONDO

Oscar, il protagonista di Casca il mondo, ha un’ossessione molto concreta, come tutti i bambini: vuole tornare a casa. Sì, c’è stato il terremoto, i genitori sono stravolti e lui stesso ha subito un trauma, perché ha perso le parole. Ma non è quello il punto, il punto è che a Tendopoli manca il suo coccodrillo portasapone, manca la vita di prima.

Golan, l’altro protagonista, ha lo stesso chiodo fisso. Da quando è arrivato in Italia con la famiglia non riesce a smettere di pensare alla casa bianca che ha lasciato nel suo paese, distrutta dalla guerra.

NADIA TERRANOVA CASCA IL MONDO

Per Oscar la sua casa è un castello, per Golan anche: diventano amici non perché sia giusto o etico in modo astratto che bambini di diverse culture lo diventino, ma perché condividono un sentimento. E anche, come dice Oscar, perché sono entrambi spettinati. Sono le piccole cose che definiscono le persone, e gli adulti spesso se le perdono dietro discorsi fumosi.

Il mondo dei bambini è un mondo reale, fatto di oggetti, di parole che scappano e giocattoli di cui si ha bisogno. La speranza depositata alla fine di Casca il mondo è questa: dopo che tutto si è capovolto bisogna avere il coraggio di andarsi a riprendere la cosa (la casa) da cui ripartire. A volte, molto spesso, sono i bambini ad avere questo coraggio. I grandi devono solo seguirli.

L’AUTRICE – Nadia Terranova, nata a Messina nel 1978, è un’apprezzata scrittrice di racconti e romanzi. Mondadori Oscar Primi Junior ha portato in libreria il suo nuovo, breve libro, Casca il mondo, in cui racconta la paura di un bambino, Oscar, il giorno in cui un terremoto gli ha portato via la casa: lui ha perso la speranza da quando ha attraversato il mare in barca per scappare da una guerra. C’è una sola parola che può spiegare i silenzi di entrambi ed è “guerremoto”.

L’APPUNTAMENTO – L’autrice interverrà a Cagliari in occasione dell’11esima edizione del Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi (13-16 ottobre 2016)

nadia terranova

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