Non si può certo dire che Andrea Esposito sia estraneo al mondo della letteratura: coi libri ci sta parecchio, essendo libraio. Ed è all’esordio nella narrativa con “Voragine”, un racconto apocalittico con cui l’autore, romano classe 1980, è arrivato finalista al premio Calvino…

Non si può certo dire che Andrea Esposito sia estraneo al mondo della letteratura: coi libri ci sta parecchio, essendo libraio. Ed è all’esordio nella narrativa con Voragine (Il Saggiatore), un racconto apocalittico con cui l’autore, romano classe 1980, è arrivato finalista al premio Calvino. Voragine andrea esposito il saggiatore copertina

 

Ai margini di una città assediata e distrutta, vive qualcuno di nome Giovanni. La sua casa sorge in una periferia esangue, nei pressi di una ferrovia morte, sulla terra incendiata dal gelo. Tra quelle quattro mura suo padre e suo fratello muoiono.

Giovanni inizia un vagabondaggio in questa città morta, come morti sono i suoi abitanti, gli ultimi uomini dominati dal bestiale istinto di sopravvivenza. Una voce lo segue, tra le macerie e gli uomini che si divorano l’un l’altro, spingendolo a testimoniare di quel mondo la cui fine sembra non avere tregua: la voce è priva di pathos, registra tutto, registra la violenza senza esserne toccata. Lo accompagna tra incubi di bambini in fuga e supermercati saccheggiati, in una regione più scura del sonno, senza fame e senza vita. In Voragine, insomma.

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