“L’arte non deve rappresentare il visibile, ma rendere visibile l’invisibile”, diceva Paul Klee. Sono tanti, in tutto il mondo, i progetti artistici ispirati a “Le città invisibili”, celebre libro di Italo Calvino. Eccone alcuni…

55 città reali, fantastiche, immaginate, descritte da Marco Polo nei suoi dialoghi con il signore dei Tartari Kublai Khan. Parliamo, naturalmente, de Le città invisibili, il celebre libro di Italo Calvino, pubblicato nel 1972.

“D’una città non godi le sette o le settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. Proprio a partire dalle descrizioni di Calvino, alcuni artisti, provenienti da tutto il mondo, hanno deciso di incentrare le proprie creazioni sulla resa materica delle città costruite con le parole dello scrittore.

Ecco alcuni esempi.

– Seeing Calvino. Progetto di tre artisti dell’Ohio, Leighton Connor, Matt Kish e Joe Kuth, che ha l’obiettivo di illustrare il lavoro dello scrittore creando opere fedeli alle idee dei testi di Calvino:

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Le città invisibiliProgetto dell’artista Colleen Corradi Brannigan, esposto recentemente presso Affordable Art Fair, a Milano, ma già conosciuto in Cina, Israele, Stati Uniti, Germania, Svezia, Bulgaria, Australia, Giappone e non solo. Con la sua opera l’artista dichiara di voler rendere visibili Le città invisibili. Per riuscirsi, si serve della pittura, della scultura, del disegno e della grafica:

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Maurilia, acquerello

 

 

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Armilla, Ceramica Raku

 

 

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Rotations9, serigrafia ispirata alla città di Trude

 

 

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Diomira, disegno a pastello su carta Fabriano Rosaspina

 

– Vedere le città invisibili. Disegni e sculture di Isabella Angelantoni Geiger, che vuole rappresentare le sensazioni personali provate leggendo il libro di Calvino:

 

 

– “Le città invisibili, Italo Calvino”. Illustrazioni di Arianna Favaro, artista e architetto milanese che ha realizzato la sua opera ispirandosi idealmente a Mirò e Doisenau: “Mi occorre un punto di partenza, non fosse altro che un granello di polvere o un lampo di luce. E poiché da una cosa ne nasce sempre un’altra, questa forma crea una serie di cose. Così un filo può scatenare in me un mondo”. (Joan Mirò); “Quello che io cercavo di mostrare era un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere”. (R. Doisneau).

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