Nicola Lecca torna in libreria con “I colori dopo il bianco”, ambientato a Marsiglia. E su ilLibraio.it racconta la città francese, che a ogni angolo ricorda quanto la vita possa essere varia e tanta…

Antica (ma moderna) la biblioteca dell’Alcazar è un luogo contrastante che un ingresso monumentale separa dal caleidoscopico flusso di Marsiglia. Il silenzio, impossibile in una città del genere, neppure qui riesce a regnare. Un vasto flusso di eventi, colori e rumori accerchia la sala di lettura, la permea e la trapassa.

Non importa. Al silenzio si può rinunciare. Anche in biblioteca. Basta che l’atmosfera, in cambio, emozioni.

Due ragazzini hanno appena preso un libro in prestito. Il più giovane porta con sé un borsone in plastica nera. L’altro ha i capelli alla Jimi Hendrix, indossa una maglietta con la bandiera degli Sati Uniti e fischietta. Entrambi  hanno la pelle di un colore meraviglioso. Accanto a loro una donna algerina vestita di nero indossa un velo verde speranza.

Nei tavoli d’intorno si studia, si legge: si cerca di capire meglio la vita.

marsiglia

Nel vicino discount, il profumo dei croissant appena sfornati allieta gli avventori: costano soltanto 29 centesimi e sarebbe un peccato non concedersene almeno uno. Alla cassa, una ragazza con indosso un vestitino rosso a pois bianchi fa la fila tenendo acrobaticamente sotto braccio ben nove baguette.

Alla fermata della metropolitana un bambino di tre o quattro anni fa le smorfie al suo fratellino più piccolo: che ancora non parla, ma, in compenso, ha già imparato a ridere. Ah! Quanto è bello il metrò vintage di Marsiglia! Giallo, arancio e nocciola. Né vuoto, né affollato. Trasandato, ma pulito. In ritardo, ma non troppo.

Tra i passeggeri abbondano le tute da ginnastica. Scarseggiano, invece, mascara e tacchi alti. Perché a Marsiglia la comodità vince su tutto e l’imperfezione si ostenta come un vanto.

La pubblicità dei nuovi coccodrilli gommosi della Haribo calamita l’attenzione dei più piccoli.

Marsiglia

Un uomo anziano regala a chi gli siede accanto il buono sconto appena trovato nel giornale: a lui non occorre, e sarebbe un peccato sprecarlo. Sembra un dettaglio insignificante. Invece dice molto su Marsiglia e sullo spirito collaborativo dei suoi cittadini.

“Ho fame!” recita il cartello tenuto in mano da un giovanotto che ha un taglio di capelli all’ultima moda e indossa un paio di occhiali da sole troppo costosi perché i passanti possano prendere sul serio la sua richiesta di aiuto.

Le Canard Enchaîné è un giornale satirico molto in voga tra studenti e pensionati. A leggerlo in un caffè a buon mercato è un signore anziano con gli occhiali appannati dall’incuria.

Nel negozio della Comtesse Du Barry, fin dalle dieci del mattino, le commesse vanno incontro ai clienti per offrir loro succulenti crostini ricoperti di fegato d’oca. Vicino alla cassa un  discreto cartello informa che – soltanto per oggi – il caviale sarà disponibile (in offerta speciale) a “soli” 7.990 € al chilo.

Poco lontano, a Noailles, s’incontrano donne con il volto martoriato dalle botte dei mariti: e i contrabbandieri fermano i passanti proponendo loro sigarette a basso costo. Nei negozi vicini si vendono il pesce gatto surgelato, il cous cous di manioca e il riso del Madagascar proposto in grossi bidoni di plastica azzurra che tanto ricordano la sagoma delle pattumiere. I turisti con la macchina fotografica attorno al collo vengono approcciati minacciosamente dai gestori “No foto! No foto!” viene intimato loro a voce alta e con tono militare.

Ci sono lavori in corso dappertutto.

Nella drogheria “Empereur” in loco dal 1827 si vendono ancora utensili in ferro smaltato e c’è perfino il “Papier d’arménie” una speciale carta profumata molto in voga nell’Ottocento.

Ad ogni angolo, Marsiglia ricorda quanto la vita possa essere varia e tanta.

Un impagliatore di sedie lavora per strada. È stato sfrattato e non sa dove altro andare. I clienti regolari continuano a seguirlo fedelmente. Il suo è un mestiere in via d’estinzione: ed è bello che le strade di Marsiglia lo accolgano, offrendogli una vetrina. Non avrebbe alcun motivo per essere felice. Invece fischietta. Perché è un uomo saggio e ha imparato a distillare la felicità, pur nella complicazione.

Il venditore di aglio è fiero. Ha disposto la sua merce in maniera talmente coreografica che avrebbe fatto la gioia di Morandi. Una mamma ragazzina mostra ai passanti il suo neonato prima di chiedere aiuto. Tutt’intorno regna il profumo della peperonata cucinata all’aperto dalla vicina rosticceria tunisina in un grosso pentolone di ghisa.

Nella chiesa della Trinità, in Rue de la Palud, l’umidità abbonda e sbriciola via l’intonaco dalle pareti. Qui, finalmente, le madonne non sono belle e hanno il volto sofferente.

Vecchi passeggini vengono utilizzati da corpulenti muratori per trasportare macerie e altro materiale di scarto. Un camper sforna gigantesche focacce ricoperte di sesamo nero. Il sole pizzica il volto. Il vento lo accarezza.

Parola d’ordine: varietà. Un efficace antidoto alla monotonia. Un’abbondanza capace di far apparire la città in costante movimento: sempre nuova agli occhi di chi guarda e, per questo, seducentemente imprevedibile.

L’AUTORE E IL LIBRO – Nicola Lecca (www.nicolalecca.it), cagliaritano, classe ’76, è uno scrittore “nomade”, che ha abitato a lungo a Vienna, Barcellona, Venezia, Londra, Innsbruck, Reykjavík e Visby. La sua raccolta di racconti Concerti Senza Orchestra (Marsilio 1999) è stata finalista del Premio Strega. All’età di ventisette anni ha ricevuto il Premio Hemingway per la letteratura. Con Mondadori ha pubblicato Hotel Borg (2006), Il Corpo Odiato (2009) e La piramide del caffè (2013).

I colori dopo il bianco

Ora torna in libreria, sempre per Mondadori, con I colori dopo il bianco. Si parte con una domanda: staccarsi dal passato farà male? Silke ancora non lo sa, ma è stanca di Innsbruck: una città gelida e perfetta in cui il destino, ostaggio dell’abitudine, domato dalla disciplina e ammansito dalla ricchezza, se ne sta quasi sempre in letargo. Per vivere a pieno sceglie Marsiglia. Ha voglia di novità, di mare e di colori, e non importa se tutto questo comporterà mille sfide: Silke è finalmente pronta ad affrontarle. Ragazza, ma non ancora donna, rinuncerà al benessere della sua vita privilegiata per trasferirsi in un micro appartamento vicino al porto, lasciandosi alle spalle lo sfarzo della villa di famiglia e il soffocante controllo di genitori ossessionati dalle regole, ancorati alle tradizioni e devoti al culto della reputazione più che all’amore o alla verità. Fin dal primo istante, Marsiglia coinvolgerà Silke nel suo alveare di esistenze complicate, curandola dalla solitudine e accogliendola con una moltitudine che turba e spaventa, rallegra e commuove…

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