Come ogni settimana, Silvia Zucca ci racconta storie in cui l’amore e l’astrologia s’intrecciano. Lei è l’autrice di “Guida astrologica per cuori infranti”, in uscita l’8 giugno, uno dei romanzi più attesi dell’anno, amato dai librai che l’hanno letto in anteprima e in corso di traduzione in tutto il mondo, Stati Uniti compresi…

Ci sono quelle storie che sembrano perfette. Quando incontri un uomo dolce, sensibile, attento, padrone di sé stesso e della sua vita, un uomo capace di farti sentire protetta ma non dominata, una vera dea, bellissima che neppure Miss Universo, una ballerina meglio della Fracci, la vincitrice morale del Grande Fratello e sicuramente una cuoca plurititolata alla Masterchef, anche se il massimo che gli cucini sono un toast e due uova in camicia.

Insomma, se siete così fortunelle da aver trovato questa perla rara… oddio, io vi consiglierei di verificare che sotto l’epidermide rosata non abbia la cotenna squamosa dei Visitors. Ma se pure doveste scoprire che ha tre occhi e le antenne, be’: nessuno è perfetto. Io procederei immediatamente a fissare la data delle nozze.

Comunque sia, quest’uomo dei sogni, sappiatelo per certo, non appartiene al segno del Cancro.

E questa non è la sua storia.

No, il Cancro non è cattivo. Tutt’altro, anzi, visto che ci tiene molto all’adesivo di caposcout che porta appiccicato alla maglietta. Gli hanno insegnato che è bene essere sensibili e rispettosi delle donne, perciò si comporta di conseguenza. Appartenete a questa categoria? Benone! Avete i requisiti giusti per candidarvi al ruolo di Principessa Consorte. Inoltrate il vostro CV alla sua casella email, quindi potrete sostenere un colloquio col suo braccio destro.

Il mio Cancro è stata un’amica a presentarmelo, a una festa. E lì per lì non ci avevo fatto caso che lei, neppure cinque minuti dopo, si era dileguata bofonchiando un «vado un secondo alla toilette», per poi sparire definitivamente. Ho scoperto in seguito che teneva in tasca un biglietto sola andata per Singapore, acquistato come tentativo estremo di scollarsi il Cancro dalle terga.

Neanche a dirlo, funzionò. Pare che per il Cancro sia un po’ come per l’imprinting dei paperi, per cui devi mettergli davanti un’altra persona e dirle «ce l’hai»; lui allora riconosce l’altra come «donna che lo accudirà per il resto dei suoi giorni», e il gioco è fatto.

E pensare che al momento non mi sembrava neppure tanto male. Il Cancro voleva sapere cose di me, faceva domande, sembrava interessato a che stessi bene. Ai limiti dello stalker, certo, ma non ci si può sempre lamentare che gli uomini non richiamano mai e non hanno attenzioni e poi puntare il dito contro primo che invece ci avvolge nelle sue spire come un boa constrictor.

Il giorno della nostra prima vera uscita mi arrivarono qualcosa come venti chiamate. Mi andava bene vederci per una semplice pizza? E se invece mi avesse portata in un ristorante stellato? Se poi ci fossimo sentiti in imbarazzo al ristorante stellato? Non era meglio una bella fiorentina? Ma ero sicura che mi piacesse la fiorentina? Non è che gli stavo nascondendo di essere vegetariana? E se invece mi avesse portata a mangiare sushi? Oppure non ero abbastanza alternativa da mangiare sushi? Mi sarei allora accontentata di una semplice pizza?

A metà pomeriggio sentivo già un gran bisogno di un bel cocktail a base di Tavor. Gli dissi di non preoccuparsi, che la pizza andava benissimo e per tagliare la testa al toro avrei fatto io la prenotazione. Ma no, mi richiamò poco dopo dicendo che avrebbe pensato a tutto lui, e che saremmo stati comodi comodi a casa sua, così magari dopo cena avremmo potuto guardare una puntata di The Big Bang Theory.

Ovviamente non credetti alla storia del telefilm postprandiale, e pensai che quella di stravaccarsi sul divano fosse solo una mossa tattica per avere lui più libero accesso ai miei canali e io al suo telecomando…

Perciò mi presentai tutta inguepierdata che neppure Pretty Woman, e mi venne un colpo quando ad aprirmi la porta non fu il mio Cancro versione nove settimane e mezzo, ma la fotocopia sputata della casalinga del dado Liebig. La sua mamma.

Perché è ora di svelarlo, col Cancro è come fare la spesa al discount: prendi uno e porti a casa due. Lui e la sua mamma.

Mammina mi indicò un paio di pattine con cui sostituire i miei tacchi dodici, perché in casa mica si sta con le scarpe; e mi spiegò che era tutto il pomeriggio che spignattava per il suo bambino e per me. E, ovviamente, chi avrebbe avuto cuore di spedirla via dopo tanto sforzo, lei che da sola avrebbe dovuto attraversare il pianerottolo fino al suo appartamento? No, naturalmente a me non dispiaceva che rimanesse a farci compagnia…

E, d’altra parte, quale modo migliore per scoprire tutto, ma proprio tutto, del suo tenero virgulto?

Le fotografie me le avrebbe fatte vedere dopo cena, quando il suo bambino si sarebbe steso sul divano, con le pantofolone ben piazzate sul tavolino, e lei mi avrebbe fatto vedere come si lavano i piatti… Perché non c’è altro modo, mi spiegò, per assicurarsi di mettere il suo piccolo Cancro in buone mani.

E qui veniamo all’altro difettuccio di questo tanto eccitante segno… Il Cancro è un filino pigro, ma giusto un filino. La cosa che lo manda più in sollucchero, dopo lo scambio delle figurine Panini, è prenotare le vacanze, rigorosamente nello stesso posto, stessa spiaggia, stesso mare, da quando era alto così. Che bellezza rivedere sempre le stesse persone, avere la sicurezza della stessa sdraio, dello stesso ombrellone, dello stesso bagnino e via discorrendo. Non vedevo l’ora anch’io di essere coinvolta in quest’avventura?

Oh, chiaro… ma purtroppo s’è fatta una certa, dissi. Lui e mamma mi dovevano proprio scusare, aggiunsi in fretta prima che Anthony Perkins e mammina cara pensassero di offrirmi una bella doccia calda e rilassante.

A quel punto, il Cancro si scusò per non accompagnarmi fino alla macchina, ma s’era già tolto le scarpe e avrebbe rischiato di buscarsi un malanno.

Ovviamente però mi avrebbe chiamata l’indomani, disse, anzi, stasera stessa, dal suo lettuccio, per darmi la buonanotte. E poi domani mattina, per darmi il buongiorno… e poi dopodomani e ancora, e ancora…

Raggiunto il portone, presi il mazzo di fiori che lui e la mamma avevano scelto per me e lo imbustai nel più vicino cassonetto, per poi correre via a gambe levate.

Pensai: «Chissà, forse farei ancora in tempo a prendere l’ultimo aereo per Singapore…»

SilviaZucca

IL LIBRO E L’AUTRICE – Guida astrologica per cuori infranti (Nord, in uscita l’8 giugno) è un romanzo irresistibile come la sua protagonista, Alice Bassi, trentenne tenera e pasticciona alla ricerca dell’anima gemella, e brillante come la sua autrice, Silvia Zucca, che dopo una vita da traduttrice ha deciso di esordire nella narrativa con una storia che vi conquisterà.

Visita il sito ufficiale: www.guidaastrologicapercuoriinfranti.it

SilviaZuccaL’autrice 

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LA PRIMA PUNTATA – Quello che gli Arieti non dicono

LA SECONDA PUNTATA – Toro (scatenato)

LA TERZA PUNTATA – Il Gemelli che visse due volte

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