Cosa succede quando ci si appassiona perdutamente a un libro?

Ogni avido lettore lo sa, almeno una volta all’anno ci si innamora perdutamente di un libro. Si pensa quasi solo alla trama, si vorrebbe comunicare coi personaggi e spingerli verso una strada piuttosto che un’altra. Ma soprattutto si desidera parlarne. Sempre, con chiunque. Anche se coi propri amici più cari darebbe più soddisfazione. Non fosse che suddetti amici non hanno (ancora) letto il libro in questione.

Bustle, che di questi “drammi” se ne intende, ha raccolto una lista di problematiche a cui si va incontro quando si perde la testa per un libro.

Si continua a chiedere agli amici se lo hanno letto. Centinaia di volte. All’ennesimo sguardo infastidito dell’amico si vorrebbe smettere, ma è davvero impossibile farlo.

Non si riesce a smettere di parlarne. Mai. E se non lo si fa, si pensa a una lista di possibili interlocutori, più o meno interessati. Ma anche a delle occasioni in cui citare questo o quel personaggio.

Si è sempre sul punto di fare spoiler. Quando finalmente si è trovato qualcuno che lo sta leggendo, diventa davvero inevitabile parlarne. Tanto da rischiare di svelare che proprio quel personaggio adorabile muore.

Si racconta la trama a chi ha esplicitamente ammesso che non lo leggerà mai. Perché, diciamocelo, ci sono amici e amici. Ci sono quelli che si fanno convincere e in nome di quel nobile sentimento che è l’amicizia accettano di leggere un libro che amiamo. E ci sono quelli che, invece, non hanno nessun problema a dirvi che non lo faranno mai. A questo punto abbiamo tutte le ragioni del mondo per ammorbarli con la trama dell’intero libro (meglio se è molto lunga e complessa).

Solo quando l’amore sarà scemato e la passione avvamperà per un nuovo titolo, inevitabilmente l’amico di turno si sarà preso una cotta proprio per quel libro.