Dal 4 febbraio al 28 marzo la mostra “Ab artis inventae origine: storie di libri, di persone e di biblioteche tra le edizioni quattrocentesche della Braidense” – I particolari

Chissà se Johann Gutenberg, quando alla metà del Quattrocento inventò la stampa a caratteri mobili, fosse consapevole di cambiare il mondo. Da quel momento il prodotto tipografico entrò prepotentemente nella vita delle persone e la nuova tecnica – la “sancta ars” come la definì il cardinale filosofo Niccolò da Cusa – fu impiegata per oltre tre secoli, senza particolari stravolgimenti.
L’incunabolo, ovvero convenzionalmente il libro a stampa prodotto durante i primi cinquant’anni di vita dell’arte tipografica, sarà l’oggetto della mostra Ab artis inventae origine: storie di libri, di persone e di biblioteche tra le edizioni quattrocentesche della Braidense, che si svolgerà presso la sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano dal 4 febbraio al 28 marzo.

Due mesi in cui uno dei più importanti istituti italiani di conservazione aprirà le porte al grande pubblico che potrà ammirare, in un percorso adatto a tutti, oltre cento volumi, preziosi e rari, stampati entro la fine dell’anno 1500.

La Biblioteca Braidense possiede una delle maggiori raccolte di edizioni quattrocentesche a livello nazionale. Al fine di valorizzare questo e patrimonio culturale, la Regione Lombardia, con la collaborazione operativa del Centro di Ricerca Europeo Libro Editoria Biblioteca (CRELEB) dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ha sostenuto un lavoro di censimento e catalogazione dell’intero fondo, che ha richiesto oltre tre anni di impegno e che è giunto in porto solo pochi mesi fa.

Decretum Gratiani-Jenson
Decretum Gratiani-Jenson

Il percorso espositivo della mostra Ab artis inventae origine sarà articolato in tre sezioni: la prima introdurrà il visitatore alla conoscenza degli aspetti tipici del libro a stampa del XV secolo, mettendone in risalto gli elementi di novità e invitandolo a riflettere sul rapporto tra tradizione e innovazione; nella seconda, invece, si potranno ammirare alcuni esemplari particolarmente preziosi per rarità o valore storico; l’ultima sezione, infine, mirerà a ricostruire la storia, ovvero il percorso secolare dei singoli volumi. Attraverso lo studio dei segni lasciati sui libri dagli antichi lettori nel corso dei secoli, infatti, si dimostrerà come essi abbiano viaggiato nel tempo e talvolta nello spazio, prima di confluire nella raccolta braidense. Alcuni pannelli descrittivi faciliteranno il visitatore nell’esperienza del percorso, che sarà anche arricchito dall’esposizione di una selezione di attrezzature tipografiche, gentilmente messe a disposizione dal Museo della Stampa e Stampa d’Arte “Andrea Schiavi” di Lodi.

Durante il periodo di apertura della mostra, la Biblioteca ospiterà anche due incontri dedicati ad alcune recenti esperienze di catalogazione e valorizzazione di fondi incunabolistici: martedì 25 febbraio, alle ore 16.30, Edoardo Barbieri (Università Cattolica del Sacro Cuore) e Marco Palma (già Università di Cassino) dialogheranno sull’esperienza del progetto, tutt’ora in corso, di catalogazione degli incunaboli delle biblioteche siciliane, in un incontro dal titolo Biblioteche perdute e storie ritrovate tra i cataloghi di incunaboli delle biblioteche siciliane; martedì 10 marzo, invece, sempre alle 16.30, Luca Rivali (Università Cattolica del Sacro Cuore) discuterà con Maurizio Festanti e Roberto Marcuccio (Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia) nell’incontro ‘Quelle edizioni sono le più sincere’. Libri e biblioteche dal catalogo degli incunaboli della Panizzi di Reggio Emilia.

 

 

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