In “Macchia, autobiografia di un autistico” Pier Carlo Morello racconta la propria vita, portandoci all’interno della mente e delle percezioni di una persona affetta da autismo e lo fa con una lingua destrutturata, imperfetta e originale: quella dell’autismo – Su ilLibraio.it un estratto

Pier Carlo Morello è un autistico “severo”. Non parla, ma in compenso riesce a scrivere, grazie a un percorso di Comunicazione Facilitata che gli ha permesso di concludere gli studi con una laurea magistrale in Scienze umane e pedagogiche. L’argomento della sua tesi di laurea è lui stesso: perché, secondo le sue parole, «il mio sogno sarebbe ridestare il mondo scientifico da torpore di pregiudizio su ritardo mentale mio e nell’autismo». Macchia, autobiografia di un autistico, in libreria per Salani, è il contributo di Pier Carlo a quel risveglio, e desta stupore e meraviglia. È scritto in una lingua tanto più complessa e imperfetta quanto più sono vivide ed emozionanti le immagini che evoca; una lingua che sovrappone, impasta, torce e strappa la sintassi per restituire a chi legge contenuti di forte impatto emotivo. Ma soprattutto una lingua che incanta e contagia, che fa venire voglia di studiarla, di impararla, come se fosse un idioma straniero. Ogni parola è come ‘slogata’, staccata dall’uso convenzionale, riempita di significato per costruire un’opera di alta letteratura, un’opera d’arte unica.

In questo libro Pier Carlo, che lavora presso la Scuola dell’Infanzia ‘C.ssa Matilde Spineda’ di Venegazzù e collabora con il Centro OIKIA di Padova come educatore mediatore tra i professionisti e i ragazzi con autismo, racconta se stesso, sfondando il muro che lo separa dal nostro mondo e guidando il lettore alla scoperta del suo, è una sfida per tutti, non solo per gli addetti ai lavori: chi c’è dietro quel muro? La prima risposta è il dubbio: «Molte volte ho pensato che non esiste Pier Carlo; esiste l’ombra misteriosa capitata per sbaglio in questo mondo. Macchia». Ma poi, pagina dopo pagina, si spalanca un orizzonte diverso: un’individualità fatta di ricordi e di impressioni, di sensazioni forti e sfumate; esperienze dolorosamente felici, malinconicamente liete.

Macchia autobiografia di un autistico

Per gentile concessione dell’editore, su ilLibraio.it pubblichiamo un breve estratto del libro:

Cavia

Sacco nobile di canto umano è umano sistema riproduttivo. A ogni giro sdogana individui leggermente diversi. Copie escono con sempre lievi e continue alterazioni. Il prodotto a volte si snatura e dà risultati di diversità. Normalmente crescono persone sane e belle; a volte escono scienziati e artisti; a volte sono corpi macchiati dal bisogno di vita, menti in difficoltà, cervelli silenti. Cavie dell’umana evoluzione. Macchie. Meccanica vita è strana; gira per tutti allo stesso modo, ma non per tutti è valida a navigare i giorni.

Cavia di esperte menti sono fin da piccolo. Molte visite chiuse su pavimenti carichi di sapere. Medici indagano: tante domande; mamma mi tiene per mano; mappa conoscenze mia malattia confusa; papà irritato da vani viaggi, anche lontano. Viaggiare magico per me è. Dentro macchina sto bene: mamma, papà e macchina va. Mano papà guida, mamma vola con suoi pensieri, trovo calma, manie allontano. A volte ci fermiamo per mangiare o bere qualcosa.

Locali pieni di gente. Fin da piccolo ho imparato a sciogliere paure tra tanta gente, mi nascondo e sono come tutti. Ma crollo in ansia se qualcuno mi parla o mi fissa. Macchina poi continua sua veloce corsa sull’asfalto. Alberi e case fuggono fuori dai finestrini con improvvisi cambi di colori; guardo fuori e mi perdo. I suoni costanti mi rasserenano. Oscura va nave mia vita sempre verso medici di mali. Strane visite parlano di me, ma io resto sempre con mia malattia. Medico dice sacco mia mente compromesso, autismo. Asilo, scuola: mano mio angelo custode accompagna. Niente gioco, niente amici. Separato in casa, mondo lascio in disparte. Macchia sono di umana evoluzione.

(continua in libreria)

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