Con l’affermarsi del fumetto nel panorama editoriale italiano, il genere biografico raggiunge una combinazione vincente. L’approfondimento de ilLibraio.it dedicato agli autori e ai graphic novel più interessanti degli ultimi anni

Cosa hanno in comune una cantante lirica, uno scrittore e partigiano veneto, una poetessa polacca premio Nobel e un rapper americano, per dirne solo alcuni? Una vita esemplare e meritevole di diventare argomento di alcuni dei graphic novel italiani più interessanti degli ultimi tempi sembra essere la risposta. Il genere biografico, che di per sé costituisce una nicchia con un forte segmento di pubblico anche in Italia, con l’affermarsi del fumetto nel panorama editoriale raggiunge una combinazione vincente.

Alcuni delle più grandi graphic novel straniere insegnano che il racconto biografico, ma ancora di più quello autobiografico, non solo riscuote successo nel pubblico facendo presa sulla parte più emozionale e “viva” del lettore, ma raggiunge anche esempi di narrazione altissimi, che non hanno pari nella prosa.

Maus di Art Spiegelman

Il caso di Maus di Art Spiegelman (Einaudi), è forse l’esempio più lampante. Vincitore del Pulitzer nel 1992, è il racconto a fumetti della vicenda familiare dell’autore, figlio di una coppia di ebrei polacchi sopravvissuti alla Shoah ed emigrati negli Stati Uniti subito dopo la conclusione del conflitto. Il libro ha segnato un precedente e il primo passo per l’inclusione del fumetto nella dorata cerchia della letteratura. Dopo Maus, alcuni dei più importanti graphic novel letti e apprezzati a livello mondiale sono autobiografie (o forse è meglio dire memoir): Blankets di Craig Thompson, Fun Home di Alison Bechdel e l’apprezzatissimo Persepolis di Marjane Satrapi (tutti e tre pubblicati da Rizzoli Lizard). Sono racconti che scavano nell’esistenza degli autori, che parlano di esperienze spesso marginali (Bechdel in quanto lesbica, Satrapi in quanto iraniana emigrata) e che mettono in risalto la voce unica e il talento indiscusso di questi autori.

Tupac Shakur. Solo Dio può giudicarmi

In Italia il discorso si apre su possibilità narrative che intersecano la non-fiction e il fumetto, risultando in opere di impatto fortissimo, soprattutto perché riescono a dare una nuova vita a dei personaggi reali. Sempre di biografie si parla, ma molto lontane dalla mera agiografia: alcune opere sono opere di esordienti apprezzate dalla critica, come Tupac Shakur. Solo Dio può giudicarmi (BeccoGiallo), scritto per celebrare i vent’anni della morte del famoso rapper della East Coast americana, e che è valso all’autore Paolo Gallina il premio Boscarato 2017 come autore esordiente.

lugi-meneghello-apprendista-italiano

Un’altra autrice che ha scelto di ripercorrere la vita di un personaggio illustre come opera d’esordio è Eliana Albertini, che ha pubblicato Luigi Meneghello. Apprendista italiano con BeccoGiallo editore. Un autore decisamente poco raccontato e la cui importanza nella letteratura italiana del Novecento è forse sottovalutata anche a causa del forte legame con il territorio veneto. Nella sua opera Albertini, più che puntare alla biografia vera e propria, punta a farne un ritratto, mai didascalico e supportato da una forte ricerca letteraria, abbozzando suggestioni del vissuto personale a cavallo tra scrittura e militanza partigiana.

Sempre libera

Un’altra esordiente con un approccio totalmente opposto a Albertini, è Lorenza Natarella, che ha scelto di raccontare la vita di Maria Callas nell’anno del quarantennale della morte (anniversari e date mantengono una grande importanza per la pubblicazione di biografie, nel fumetto come nella prosa), nel suo graphic novel Sempre libera (Bao Publishing 2017). Stavolta la biografia è un dettagliatissimo e fedele resoconto del vissuto della cantante lirica greca, “dalla culla alla tomba”, in cui l’equilibrio tra immagine e parola propende decisamente per la seconda. La narrazione è fitta di aneddoti e largo spazio viene dato alla cronaca di incontri e dialoghi.

Come si sceglie a chi dedicare una biografia a fumetti e perché? Quando si parla di biografie a fumetti made in Italy non si può non citare la trilogia delle anti-eroine di Vanna Vinci (La contessa Casati, Tamara de Lempicka e Frida Kahlo) che lei stessa, durante il programma TV Chakra di Michela Murgia, definisce “delle muse egoiste, inteso in senso buono.” Sono eroine amorali, molto autoriferite nel loro piccolo universo personale, che di certo non ambiscono a cambiare il mondo, ma restano degne di essere raccontate perché figure femminili forti e ribelli.

Wislawa Szymborska, Si dà il caso che io sia qui

Alice Milani e Silvia Rocchi, oltre ad aver lavorato insieme sulla graphic novel (di fiction) Tumulto, hanno pubblicato due dei più importanti lavori biografici a fumetti degli ultimi anni: Milani è infatti autrice di Wislawa Szymborska, Si dà il caso che io sia qui (Beccogiallo) una biografia della poetessa polacca, Nobel per la letteratura, di grande impatto visivo che mescola fumetto e collage insieme, e che ha spianato la strada per il racconto biografico di un altro premio Nobel, per la fisica stavolta, il recente Marie Curie (BeccoGiallo). Rocchi invece ha disegnato, su sceneggiatura di Francesca Riccioni, la graphic novel Il segreto di Majorana (Rizzoli Lizard): un’opera definita anch’essa espressionista per lo stile grafico del disegno, ma decisamente molto “scientifica” dal punto di vista della ricostruzione storica, considerato che l’epilogo finale della vita del celebre fisico rimane avvolta nel mistero, sospesa in maniera irrisolvibile, tra suicidio e sparizione volontaria.

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