Arriva nelle sale dal 21 marzo, Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down, “DAFNE”, il film che racconta una storia di una ripresa, di ottimismo e volontà di superamento. La protagonista (interpretata dall’esordiente Carolina Raspanti) è una donna di trentacinque anni affetta da sindrome di Down, che compie un viaggio con il padre per superare il dolore per la perdita della madre…

Arriva nelle sale dal 21 marzo, Giornata Mondiale delle Persone con Sindrome di Down, DAFNE, il film che ha vinto il Premio FIPRESCI nella sezione Panorama dell’ultima Berlinale.

Come la definisce il regista Federico Bondi, che aveva debuttato nel 2008 con Mar Nero, candidato al David di Donatello per la migliore attrice protagonista e al Nastro d’argento per il migliore regista esordiente, DAFNE è la storia di una ripresa, di ottimismo e volontà di superamento. Una commedia drammatica, o un dramma in chiave di commedia: una dramedy dove si può ridere e piangere allo stesso tempo.

Il film nasce da un’immagine: “Qualche anno fa vidi alla fermata dell’autobus un padre anziano e una figlia con la sindrome di Down che si tenevano per mano. Fermi, in piedi, tra il via vai di macchine e passanti mi apparvero come degli eroi, due sopravvissuti”.

Dafne il film

Il film racconta la storia di Dafne, una donna di trentacinque anni, circondata da amici e conoscenti che le vogliono bene. Ha la sindrome di Down, ha un lavoro che le piace e vive insieme ai genitori, Luigi e Maria. Ma quando la madre muore all’improvviso, tutto cambia: Dafne è costretta ad affrontare non solo il lutto ma anche a sostenere il padre, sprofondato nella depressione.

L’idea intraprendere insieme un cammino in montagna verso il paese natale di Maria, sembra risollevare Luigi e scuotere il suo umore: questo viaggio diventa per il padre e la figlia un’occasione di stare vicino e scoprire molto l’uno dell’altra.

Dafne il film

La protagonista è interpretata dall’esordiente Carolina Raspanti, classe ’84, che oltre a recitare ha scritto anche due romanzi autobiografici: Questa è la mia vita e Incontrarsi e conoscersi: ecco il mondo di Carolina.

Dafne il film

La sua presenza su set è stata un esempio per tutti, al di là delle riprese. Infatti, come spiega sempre il regista: “Carolina non subisce la propria diversità ma la accoglie, ci dialoga, vive la sua condizione con matura serenità. In un mondo che ‘obbliga’ all’efficienza e all’illusorio superamento della sofferenza (esiste ormai anche la pillola per il lutto!), Carolina/Dafne ci ricorda di accettare, nei suoi limiti, la condizione in cui ci troviamo e di viverla pienamente”.

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