L’arrivo nelle sale di “Povere creature!” (diretto da Yorgos Lanthimos e con Emma Stone, Willem Dafoe e Mark Ruffalo) ha risvegliato la curiosità per l’omonima opera letteraria da cui è tratto: una storia a tinte gotico-vittoriane, scritta dallo scozzese Alasdair Gray e paragonata a “Frankenstein” di Mary Shelley – I dettagli sul romanzo, sull’autore e sulle differenze tra il libro e il film

Fino a qualche mese fa, Povere creature! era il romanzo di un autore – suo malgrado – di nicchia, che pur avendo voluto “fare per la Scozia quello che Joyce aveva fatto per l’Irlanda e quello che Dante aveva fatto per Firenze”, in molti Paesi è rimasto a lungo nell’ombra.

Ora, invece, l’interesse generale per il volume firmato da Alasdair Gray (1934-2019) è tornato a crescere grazie all’adattamento di Povere creature! diretto da Yorgos Lanthimos e prodotto da Searchlight Pictures, già vincitore del Leone d’Oro a Venezia e di due Golden Globes, nonché candidato a ben 11 premi ai prossimi Oscar.

Copertina del libro Povere creature, da cui è stato tratto l'omonimo film

Dopo i tentativi falliti da parte di altri grandi nomi del mondo del cinema, la realizzazione di questo film è diventata possibile grazie all’incontro che Lanthimos ha tenuto a fissare di persona con Gray, sorpreso e soddisfatto all’idea di poter discutere del testo portando il regista greco in giro per i luoghi del libro.

Lanthimos era infatti rimasto folgorato dall’opera, un racconto dalle tinte gotiche e vittoriane, che mescola la dimensione del fantastico a quella della critica sociale, facendo riflettere su temi come il sesso, la morale, l’emancipazione femminile, la politica e la religione attraverso una lingua e un’impaginazione moderne e fuori dagli schemi, proprio come la storia che narra.

La vicenda, paragonata per certi versi al Frankenstein (Garzanti, traduzione di Maria Paola Saci e Fabio Troncarelli) di Mary Shelley (1797-1851), ha infatti per protagonista la giovane Bella Baxter (interpretata nelle sale da Emma Stone), trovata morta nelle acque del fiume Clyde, ma che il dottor Godwin Baxter (Willem Dafoe) riporta in vita grazie a un esperimento ai limiti del paranormale.

Anche le conseguenze del suo gesto sono fuori dal comune: nel corpo di Bella si sveglia la coscienza di una bambina che, benché la ragazza fosse promessa sposa a un certo McCandless (Ramy Youssef), scappa dal canto suo con l’avvocato Duncan Wedderburn (Mark Ruffalo), desiderosa di conoscere la vita e il mondo rimettendo ogni cosa in discussione.

Il volume, pubblicato tempo fa in Italia da Marcos y Marcos con il titolo Poveracci! e poi come Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra, è tornato da poco in libreria grazie a Safarà Editore, che lo ha riproposto con il nome Povere creature!, affidando la traduzione a Sara Caraffini.

L’autore era un uomo meraviglioso, generoso, un profeta dei nostri tempi“, ha raccontato al progetto Senza Rossetto il traduttore Enrico Terrinoni, che ha curato la prefazione dell’opera e proposto l’accostamento a Joyce e a Dante citato in apertura.

E, a chi avesse intenzione di riscoprirlo, consiglia quindi di leggere tutto “dai romanzi ai racconti, e anche di assaporarne le illustrazioni, i murales, i dipinti […]. Ma più di tutto, più anche di Lanark, che è la mia opera preferita, consiglierei di leggere quella preferita da lui, […] ovvero il libro 1982, Janine“, disponibile sempre per Safarà Editore e tradotto dallo stesso Terrinoni.

Tornando a Povere creature!, va detto che la pellicola di Lanthimos – al cinema dal 25 gennaio e seconda per nomination agli Oscar solo a Oppenheimer di Christopher Nolan – fa cominciare la storia a Londra, anziché a Glasgow, e si concentra solo sul punto di vista di Bella, mentre nella versione di Gray le voci, gli stili e i tipi di scrittura ci presentano tanti personaggi (con diverse grafiche e illustrazioni a corredo).

Perfino nel finale il romanzo e il film non coincidono, dal momento che la visione di Gray è più circolare e lascia più elementi in sospeso, quando invece il regista di Povere creature! ha preferito osare, aggiungere dei dettagli e proporci un epilogo tutto nuovo, in linea con la sua personale visione dell’intreccio: appuntamento al cinema per scoprire di cosa si tratta…

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