Tra cronaca, letteratura e diario personale, “La dimensione oscura” di Nona Fernández parla di colpa, pentimento e delle emozioni di un intero paese, il Cile, di fronte a un passato fosco e brutale

La dimensione oscura, in libreria per Gran Vía edizioni, è l’ultimo romanzo della scrittrice cilena Nona Fernández (che aveva esordito con Mapocho), un libro selezionato da The New York Times tra i migliori titoli di narrativa ispanoamericana dello scorso anno, in cui Fernández, classe ’71, racconta un controverso episodio che sconvolse l’opinione pubblica cilena in piena dittatura: un uomo angosciato arriva negli uffici di una rivista di opposizione. È un agente dei servizi segreti. Voglio parlare, dice, e la giornalista accende il registratore per ascoltare una testimonianza che aprirà le porte di una dimensione fino ad allora sconosciuta.

Nona Fernández

Partendo da questa scena reale, Fernández attiva i meccanismi dell’immaginazione per accedere a quegli angoli in cui memoria e documenti non sono stati in grado di arrivare. Confrontando la propria esperienza con le storie raccontate dall’uomo delle torture, l’autrice entra nella vita dei protagonisti di quella sinistra testimonianza.

La dimensione oscura, a metà strada tra giornalismo, narrativa e diario personale, inaugura la nuova collana “gran vía diagonal”, dedicata alla letteratura ibrida e obliqua.

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