Il ventesimo classico Disney, l’ultimo a essere stato approvato da Walt Disney prima della morte, è un’avventura on the road con protagonisti dei gatti. Ovviamente stiamo parlando degli “Aristogatti”, ambientato nella Parigi del 1910, tra band jazz e antiche magioni, come quella a cui cercano di fare ritorno Duchessa e i suoi tre cuccioli, con l’aiuto del randagio Romeo. Un viaggio verso casa che richiama l’Odissea… (spoiler alert)

Il ventesimo classico Disney, nonché l’ultimo progetto cinematografico approvato da Walt Disney stesso e il primo prodotto dopo la sua morte nel 1966, è gli Aristogatti. Diretto da Wolfgang Reitherman è uscito nelle sale americane l’11 dicembre 1970, raccogliendo il plauso del pubblico.

Una storia in cui una famigliola di gatti domestici molto privilegiati è costretta ad affrontare un viaggio verso casa durante il quale incontra ostacoli ma anche simpatici aiutanti.

Parigi, 1910. La cantante lirica ormai in pensione Madame Adelaide Bonfamille vive con il maggiordomo Edgar, la sua amata gatta Duchessa e i suoi tre cuccioli Minou, Matisse e Bizet. Un giorno il domestico origlia una conversazione in cui l’anziana signora dice al suo avvocato di voler lasciare la sua fortuna ai gatti e, solo dopo la loro morte, ad Edgar.

Il maggiordomo, accecato dall’avarizia seda i mici e durante la notte li abbandona nelle campagne fuori Parigi. Il mattino seguente i gatti si risvegliano e incontrano Romeo, un randagio vagabondo dall’accento romano (nella versione originale è irlandese e si chiama Thomas O’Malley, ndr), con cui iniziano un viaggio verso casa costellato da momenti comici e divertenti, come l’incontro con le oche inglesi Adelina e Guendalina Bla Bla.

Arrivati a Parigi, le oche incontrano lo zio Reginaldo ubriaco e lasciano i gatti per portare a casa il parente. Romeo, Duchessa e i cuccioli invece continuano il loro viaggio fino alla mansarda dove vivono il gatto jazzista Scat Cat e la sua band, da cui vengono accolti con una festa. Quella sera Romeo propone a Duchessa di vivere con lui, ma la gatta ha prestato fedeltà a Madame Adelaide e non vuole lasciare la padrona.

Il mattino seguente Romeo accompagna i gatti a casa, ma Edgar li intrappola e li rinchiude in un baule diretto a Timbuctù. Il topo che vive nella magione, Groviera, riesce ad avvisare Romeo che, con l’aiuto di Scat Cat e della sua band, libera Duchessa e i suoi cuccioli. Alla fine ad essere inviato a Timbuctù è Edgar. La storia si conclude con Madame Adelaide che riscrive il suo testamento e rende i gatti e Romeo suoi unici eredi, e decide di fondare una colonia per tutti i gatti randagi di Parigi.

Un’odissea a lieto fine quella di Duchessa e dei suoi tre gattini che richiama la struttura dei road movie e dei romanzi di avventura, in cui il protagonista viene mandato lontano dalla sua patria e per ritornarci deve affrontare numerose peregrinazioni e altrettanti incontri.

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Un modello che ha le sue radici nell’Odissea di Omero, poema che racchiude gli archetipi del romanzo di avventura. Come un Ulisse felino, Duchessa viaggia verso casa e con l’aiuto di amici incontrati lungo la strada riesce a tornare al suo regno domestico.

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