In un’era in cui lo spoiler è visto come uno dei peggiori mali, non è facile ammettere di leggere il finale ancora prima di iniziare un libro. Tuttavia, non è un’abitudine poi così sbagliata…

In un’era in cui lo spoiler è visto come uno dei peggiori mali, non è facile ammettere di leggere il finale ancora prima di iniziare un libro. Lo stesso lemma “spoiler” ha un’accezione negativa, deriva infatti dal verbo inglese “to spoil”, rovinare. Infatti, in italiano, prima dell’avvento di questa parola temutissima, ma allo stesso tempo abusata, dicevamo “vedi di non rovinarmi il finale!”.

Poi è arrivato internet, le fughe di notizie, le serie tv in streaming. E così è diventato facile fare spoiler, quasi di moda, anche se in negativo. Forse un giorno il più cattivo dei cattivi sarà uno “spoileratore”, chissà. Intanto però c’è un gruppo a cui lo spoiler piace, e se lo fa da solo. Sono i lettori che, prima ancora di iniziare un libro corrono a leggere le ultime pagine. Perché lo fanno?

Curiosità probabilmente, ma forse anche un briciolo di insicurezza. Leggere un libro occupa la mente, richiede tempo ed energie e sapere come finisce la storia, in qualche modo, può far capire al lettore se vale la pena fare questo “investimento”.

Da bambini è un’azione innocente, spesso mossa dalla curiosità di vedere come vanno le cose, capire se il cattivo è stato sconfitto e chi tra i buoni è perito nella battaglia tra bene e male. Anche da adulti le ragioni non cambiano molto, a parte che la consapevolezza di infrangere la regola del “no-spoiler”, nemmeno se autoinflitto, causa un certo senso di colpa. E rende difficile ammettere questa tendenza in pubblico. Se ci pensiamo bene, però, che cosa c’è di sbagliato?

Addirittura uno studio dell’università di San Diego, in California, ha dimostrato che lo spoiler migliora le storie. I partecipanti alla ricerca sono stati divisi in due gruppi, al primo venivano date delle informazioni sul finale del libro che avrebbero letto, al secondo no. Alla fine del volume, è stato chiesto loro di valutare l’esperienza e inaspettatamente coloro che avevano ricevuto degli spoiler hanno apprezzato maggiormente la storia.

Lo studio, recentemente riportato da Bustle, dimostra qualcosa che conosciamo bene, ma che difficilmente viene detto: se un libro è ben scritto, non è così importante “non sapere come va a finire”. Ben più rilevante è farsi trasportare dalle parole e dal ritmo della narrazione, sicuri di investire tempo ed emozioni in un libro che non ci riserverà brutte sorprese.

Perché diciamocelo, ancora peggio dello spoiler, è arrivare alla fine e scoprire che è una delusione.


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