“Non mi piacciono molto le distinzioni fra i generi, portano solo pregiudizi. Quello che conta è la qualità”. In occasione dell’uscita del fantasy “L’impero del sogno”, Vanni Santoni si racconta con ilLibraio.it: “Essendo stato un lettore Marvel, ho sempre avuto una fascinazione per la ‘continuity’, e mi piace il fatto che uno scrittore la possa usare come strumento per creare un macroromanzo composto dai propri vari libri e racconti…”

Toscano, classe ’78, Vanni Santoni, scrittore difficile da incasellare ed editor di narrativa italiana per Tunué, ha iniziato a scrivere nel 2004 ed è autore di numerosi romanzi e racconti. Dopo aver esordito con Personaggi precari nel 2007 (libro sperimentale da poco ripubblicato da Voland con alcuni ampliamenti), ha fondato il progetto di scrittura collettiva SIC (nel 2013 ha visto la luce per minimum fax In territorio nemico).

Il primo romanzo di Santoni arriva nel 2008: Gli interessi in comune esce per Feltrinelli. Nel 2011 Se fossi fuoco arderei Firenze viene pubblicato dalla collana Contromano di Laterza, casa editrice che pubblicherà poi Muro di casse (in cui Santoni ha raccontato la controcultura del rave party) nel 2015 e La stanza profonda, un’immersione nel mondo dei giochi di ruolo, che quest’anno è stato candidato al premio Strega. Sono solo alcuni dei libri del prolifico autore de L’Ascensione di Roberto Baggio (Mattioli 1885) scritto nel 2011 con Matteo Salimbeni.

Prolifica è anche la sua produzione di articoli e racconti (di cui è strenuo difensore, come ha raccontato su Vice) su alcuni dei principali quotidiani nazionali, ma soprattutto sulle riviste (Nazione Indiana, minima&moralia, Nuovi Argomenti solo per citarne alcune, e presiede una rubrica quotidiana e una settimanale sul Corriere fiorentino.

Santoni ama spaziare tra i generi, e a pochi mesi dall’uscita de La stanza profonda torna in libreria con L’impero del sogno (Mondadori), che segna il suo ritorno al fantastico. Sempre Mondadori, infatti, tra il 2013 e il 2014 ha portato in libreria Terra ignota e Terra ignota 2 – Le figlie del rito.

ilLibraio.it l’ha intervistato proprio in occasione dell’uscita del suo ultimo libro.

L'impero del sogno

Santoni, partiamo dalla copertina in cui non mancano, tra gli altri, riferimenti all’immaginario fantasy (Harry Potter, Le cronache di Narnia, Il mago di Oz), alla pittura surrealista di Salvador Dalì. Tra gli altri elementi, sembrano notarsi Castel del Monte e le colline toscane: come nasce una simile commistione?
“La copertina è stata disegnata da un artista giovane e talentuoso, Vincenzo Bizzarri, che ha interpretato alcuni degli elementi presenti nella prima metà del libro. È sempre una soddisfazione per l’autore quando vede che il copertinista ha letto il libro, e devo dire che quando sono arrivate le prime prove mi sono addirittura commosso: durante la lavorazione, vista la natura eccentrica del romanzo, mi chiedevo se non avessi ecceduto nella varietà degli elementi mitologici messi in campo. Quel primo disegno, che poi è diventato la cover che vediamo oggi, mi ha detto che quello che stavo facendo aveva senso anche per occhi esterni. Mi piacciono molto anche i riferimenti all’Italia – la Toscana c’è e molto; il castello presente nel romanzo è invece quello di Fosdinovo, in Lunigiana, ma Castel del Monte, col suo carico esoterico, ci sta benissimo (e a dire il vero all’inizio era stato tra i papabili per fare da ambientazione ad alcune scene). Quando con Carlo Carabba di Mondadori abbiamo cominciato a parlare del romanzo, una delle prime cose su cui ci siamo trovati d’accordo era che sarebbe stato bello fare un romanzo fantastico dal passo ipercinetico ma con una forte collocazione italiana, e la copertina riesce a rendere anche questo”.

La discesa di Federico Melani nel mondo onirico ricorda l’archetipica catabasi, di Enea come di Dante. A quali altri archetipi ha fatto riferimento?
L’impero del sogno utilizza diverse forme strutturali fortemente archetipiche: la catabasi nella prima parte e la ‘caccia’ nella seconda. Mi piaceva accostare i riferimenti ‘alti’ usati nella prima – quelli che citi sono presenti, ma avevo in testa anche Orfeo – a quelli ‘pop’ della seconda, che rimanda anzitutto al mondo dei videogiochi anni ’90, periodo in cui è del resto ambientato il romanzo: in cielo brilla la cometa Hale-Bopp, ma nel romanzo annuncia qualcosa in arrivo, come si conviene a una stella cometa… Altri due riferimenti ‘forti’ nel libro sono Borges, con L’Aleph, che è anche citato direttamente in una delle scene più importanti della prima parte, Kafka, in particolare col Castello, e Neil Gaiman, quello di Sandman prima ancora che di American gods. E naturalmente Lewis Carroll. La sua Alice torna sempre”.

All’inizio del romanzo, a interrompere i tentativi di discesa di Federico Melani c’è proprio la madre, che redarguisce il figlio per la sua pigrizia: è un personaggio negativo, che rallenta l’incontro col mondo straordinario, o positivo, perché glielo impedisce?
“In generale tutte le figure che rappresentano una forma di autorità sono negative per il Mella: la madre, l’università, le istituzioni, l’ex fidanzata, pure gli amici più ‘strutturati’ di lui… Per non parlare della religione – c’è una forte iconoclastia, specie nella seconda parte: c’è chi ha già parlato di un American Gods italiano, ma gli dei qua sono trattati decisamente peggio… Non dico altro per non fare spoiler. Ma naturalmente, volendo leggere il libro in senso inverso, abbiamo un allucinato che sta cercando di dormire sempre di più per rimanere in un mondo onirico molto pericoloso, e quindi possono essere visti come persone che vogliono salvarlo…”.

Lei non ama parlare di fantasy, ma di fantastico: cosa pensa della definizione “urban fantasy” per L’impero del sogno?
“Come è noto, non mi piacciono molto le distinzioni fra i generi, dato che portano solo pregiudizi. Quello che conta è la qualità, e il recente Nobel a Kazuo Ishiguro, che ha scritto, se vogliamo usare le etichette, un fantasy come Il gigante sepolto e un distopico come Non lasciarmi, lo dimostra. Ma si potrebbe continuare, ad esempio applicando tali categorie La ferrovia sotterranea di Colson Whitehead, Premio Pulitzer 2017 sta a mezzo tra il distopico, l’ucronia e addirittura lo steampunk. Detto questo, se per ‘urban fantasy’ si intende un romanzo avventuroso in cui gli elementi soprannaturali entrano in campo in un’ambientazione realistica e contemporanea, L’impero del sogno è certamente uno di essi. Ma vale la pena ricordare che L’impero, almeno per quanto riguarda la seconda metà, è anche una parodia: dello stesso urban fantasy, dello ‘YA’ in generale (che brutta una categoria che corrisponde a una collocazione di mercato!) e anche di quei popolari romanzi pseudo-storici a base di Graal, Sindone e artefatti vari. Federico Melani e Livia Bressan sono una versione disagiata e esaurita del classico duo ragazzo/ragazza stile YA e nella seconda metà del romanzo accumulano artefatti leggendari come fossero oggetti di un videogame, e muovendosi proprio in una grammatica narrativa tipica del videogame – in particolare quella di un picchiaduro a scorrimento”.

Spesso nei suoi libri i personaggi ritornano (lei stesso ne parla nella nota finale). Quali sono, se ci sono, gli altri fili conduttori che legano un’opera variegata, “ibrida”, che spazia tra i generi, come la sua?
“Essendo stato un lettore Marvel, ho sempre avuto una fascinazione per la ‘continuity’, e mi piace il fatto che uno scrittore la possa usare come strumento per creare un macroromanzo composto dai propri vari libri e racconti.
In Muro di casse, uscito per Laterza nel 2015, compariva tra i personaggi Iacopo Gori, già protagonista degli Interessi in comune, il mio primo romanzo. Nel recente La stanza profonda, è stata la volta invece del Paride, al secolo Filippo Paridelli, pure lui tra i protagonisti degli Interessi in comune. Ora, con L’impero del sogno, ho ‘attivato’ il Mella, Federico Melani. Ma questo romanzo, per quanto sia del tutto autonomo, ha anche un’altra funzione rispetto alla mia opera: va a collegare al mio blocco principale, quello realistico, i due fantasy ‘puri’ Terra ignota e Terra ignota 2. Questo è importante anche perché si chiude un ciclo composto da Gli interessi in comune come cespite principale, Se fossi fuoco arderei Firenze, i due Terra ignota, Muro di casse, La stanza profonda, L’impero del sogno e i racconti Tutti i ragni, Emma e Cleo (contenuto nella raccolta L’età della febbre) e La solitudine della verità (contenuto nella raccolta L’agenda ritrovata). Il mio prossimo romanzo lungo, il cui titolo di lavorazione è I fratelli Michelangelo, costituirà un nuovo grande punto di partenza, benché si colleghi al ‘ciclo’ precedente attraverso piccoli indizi nascosti nella Stanza profonda“.

Come lei scrive, il nuovo romanzo nasce da un sogno ricorrente che ha fatto, e poi trascritto. Quanto c’è di Vanni Santoni nel protagonista de L’impero del sogno, Federico Melani?
“Sì è vero, tutto il ‘convegno’ dei primi capitoli, coi suoi assurdi protagonisti (nessuno escluso), me lo sognai in un periodo in cui abitavo a Londra, sei anni fa, e lo trascrissi su un quaderno che ho poi ripreso in mano per scrivere il libro. A parte questo (e alcuni elementi inseriti per rendere plausibile che anche il protagonista facesse un sogno del genere) non ci sono grossi punti in comune. Inventai Federico Melani quando scrivevo Gli interessi in comune e nel gruppo di spostati valdarnesi al centro di quel romanzo il mio alter ego era Iacopo Gori, anche se ormai – l’ho scoperto scrivendo Muro di casse, dove Iacopo tornava invecchiato di dieci anni – sono molto diverso anche da lui”.

Dove si colloca temporalmente il Mella nell’evoluzione della sua opera?
“Come detto, il Mella era uno dei protagonisti del mio primo romanzo, ambientato nella provincia toscana tra il ’96 e il 2006. Prima di metà del romanzo lasciava il gruppo e non si faceva più vedere. Era quindi in qualche modo ‘congelato’ negli anni ’90, e quindi perfetto per un libro ambientato nel 1997. Anche il suo atteggiamento sprezzante e nichilista e il suo carattere introverso sono tornati utili per far contrasto con una narrazione così esuberante a livello immaginifico”.

Le era mai capitato di utilizzare un sogno, suo o altrui, per una sua narrazione?
“È la prima volta. È stato interessante perché – come del resto ci si poteva aspettare – mi ha portato in direzioni completamente impreviste rispetto alle spiegazioni che inizialmente mi ero dato per quel sogno”.

Quali sono stati i fantasy che più ha amato da lettore, e quali l’hanno influenzata maggiormente come scrittore?
“Come diceva Moorcrock, quando si scrive fantasy non si deve pensare al fantasy ma a tutto il resto. Tuttavia, ferma restando l’influenza dei classici del genere, come Ariosto o Tolkien, la mia passione per il genere nasce nella mia infanzia anni ’80, anzitutto con un gioco di ruolo come Dungeons & Dragons, poi con videogiochi quali Ultima V, VI e VII, e ancora col grande cinema fantasy di quegli anni, il Conan di Milius, l’Excalibur di Boormann, e anche pellicole minori ma da me non meno amate come Ladyhawke, Willow o Highlander“.

Quale dei protagonisti dei suoi romanzi, a oggi, secondo lei merita un approfondimento in un prossimo lavoro? E cosa può dirci sui personaggi femminili (in particolare di Lidia)?
“Ho letto che la Cleo di Muro di casse e la Leia della Stanza profonda sono state molto apprezzate e consideati personaggi femminili potenti e inusuali nella narrativa italiana contemporanea, cosa che mi rende molto felice. Spero che anche a Livia Bressan venga riconosciuto un simile valore. Sicuramente mi pare abbia una forza notevole… Del resto è prima di tutto un’idealizzazione (del Mella, non mia!)”.

Un’ultima domanda sulla sua attività di editor per Tunué: quali saranno le novità dei prossimi mesi?
“A metà novembre uscirà Suttaterra, il secondo romanzo di Orazio Labbate dopo l’esordio esplosivo dello Scuru. Sarà un romanzo importante, dove Labbate trova una prima maturità di stile e poetica, e che presenta unaa interessante virata verso l’horror contemporaneo di scrittori come Ligotti e registi come Lynch. A primavera, poi, avremo due nuovi esordi, ma è ancora presto per fare anticipazioni”.

 

 

 

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