“Run River”, romanzo d’esordio di Joan Didion, inizia con Everett che spara a Ryder, l’amante di sua moglie Lily. Ma per capire cosa sta succedendo è necessario compiere un viaggio lungo ventun anni, che inizia con due ragazzi che scoprono il sesso in riva a un fiume

Run River, romanzo d’esordio di Joan Didion pubblicato per la prima volta in Italia dal Saggiatore, è la saga di una famiglia accecata dal tramonto del sogno americano, il racconto dell’inarrestabile declino dei discendenti di cercatori d’oro e pionieri, privi ormai di una frontiera da inseguire. Ad aprire le sue pagine è il fragore di uno sparo che squarcia una notte d’agosto del 1959. La traiettoria del proiettile è un viaggio lungo ventun anni, che inizia con due ragazzi che scoprono il sesso in riva a un fiume e si conclude in un deserto emotivo in cui ognuno porta con sé un’inguaribile solitudine: ogni incontro – sembra dire Didion – è una collisione dalla quale si esce feriti.

Joan Didion

Il sole ambrato della California accende il cielo di un’estate torrida e interminabile; il luppolo verde matura avvinghiato ai filari, il fiume scorre a valle, disseta la terra e rinfresca i corpi mentre, sotto la superficie, erode e divora gli argini con la forza inesorabile di una piaga biblica. Sulle sponde, nei ranch e nelle piscine illuminate delle ville, si trascina una festa sospesa nel tempo, tra balli e bourbon, abiti di seta e champagne, tra morti e addii.

È qui che Lily ed Everett vivono la dissoluzione di un amore lungo una vita. Perché si può amare e mille volte tradire, amare e consumarsi, non conoscersi mai, non avere neppure per un attimo l’illusione di una scelta, e perdere tutti per strada, mentre il fiume corre.

Run River è animato da uno sguardo intimo e fotografico, Joan Didion coglie nella verità del più piccolo gesto la tragica singolarità di ogni individuo, e la connette allo scorrere del tempo (simile a quello di un fiume) la sua è una scrittura e una narrativa tipicamente americana.

Didion pubblicò Run river nel 1963, all’età di ventinove anni, ma divenne famosa in America qualche anno più tardi, sul finire degli anni Settanta, quando pubblicò The White Album (anch’esso edito per la prima volta in Italia da il Saggiatore, nel 2015) e il suo lavoro fu notato dall’influente critica letteraria, Michicko Kakutani. Anche se la fama arrivò successivamente – ed è poi rimasta forse più legata ai lavori di giornalismo narrativo, il “New Journalism” secondo il termine coniato da Tom Wolfe, – Run River è un romanzo animato da uno sguardo intimo e fotografico, capace di concentrarsi sulla verità del più piccolo gesto per cogliervi la tragica singolarità di ogni individuo, e di connetterla allo scorrere del tempo.

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