“Ho molte ragioni per pensare che sia un errore, nello scenario attuale, dar vita a una nuova realtà, e temo che Adei sia una delle conseguenze negative delle divisioni seguite alla polemica sui Saloni”. Giuseppe Laterza commenta con ilLibraio.it la nascita della nuova associazione

“No, non abbiamo aderito ad Adei. Anche perché della costituzione della nuova associazione ho appreso dai giornali, non sono stato contattato. Penso comunque che nei prossimi giorni al Salone di Torino avrò modo di parlare con i colleghi per capire le loro motivazioni. Ho molte ragioni per pensare che sia un errore, nello scenario attuale, dar vita a una nuova realtà, e temo che Adei sia una delle conseguenze negative delle divisioni seguite alla polemica sui Saloni”. A parlare è l’editore Giuseppe Laterza, che commenta con ilLibraio.it la nascita dell’Associazione degli editori indipendenti, con la fusione di Odei, Amici del Salone e Fidare (qui i dettagli, ndr), iniziativa che fa già discutere.

La casa editrice Laterza fa parte dell’Aie. Come abbiamo raccontato, nei giorni scorsi, Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori, intervistato dal Corriere della Sera non ha nascosto l’amarezza per la decisione presa da marchi come e/o, Sur e Nutrimenti: “È un errore. (…) La divisione nella rappresentanza degli interessi di una categoria lo è sempre. Indebolisce e non rafforza. Saremo impegnati, e lo sarò io personalmente, perché si ricomponga e tutti ritornino nella casa comune degli editori italiani, l’Aie”.

“Purtroppo la costituzione di Adei va a consolidare la divisione nella nostra categoria”, sottolinea ancora Giuseppe Laterza, che spesso negli ultimi tempi ha cercato di mediare tra le posizioni degli editori. Più utile, a suo avviso, sarebbe “parlare con i grandi gruppi, anche criticandoli e facendo sentire la propria voce, ma all’interno di una stessa associazione“. Per Laterza, inoltre, “lo stesso significato dell’aggettivo ‘indipendente’ è tutto da discutere”.

Aggiunge l’editore: “Da socio Aie considero un problema che non facciano parte dell’Associazione italiana editori marchi come e/o, per fare solo un esempio”. E prosegue: “Il mio auspicio è che sin da subito ci sia un forte coordinamento tra Aie e Adei, e che le associazioni si parlino e promuovano iniziative comuni”.

Laterza nota infine la “perfetta consonanza tra la politica nazionale, dove in questa fase ogni partito tende a coltivare l’interesse personale senza ragionare sul lungo partito, e la situazione dell’editoria italiana, che dovrebbe invece agire come ecosistema“. In ogni caso, ribadisce, “a Torino spero di avere l’occasione di parlare direttamente con i fondatori di Adei”.

 

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