La tragica fine di Soumaila Sacko, migrante dal Mali assassinato da una fucilata che lo ha colpito in testa in Calabria, sta facendo discutere. Ma sono tanti i libri e le inchieste giornalistiche che da troppi anni raccontano la tragedia dei “nuovi schiavi”, vittime (anche) dell’indifferenza

Soumaila Sacko era davvero un eroe. Lui, migrante dal Mali, assassinato da una fucilata che lo ha colpito in testa in Calabria. Senza ricevere l’omaggio funebre del nuovo governo. Era un eroe perché era un sindacalista dei nuovi schiavi, era l’unico che si occupava di loro in quella terra disgraziata”. Come giustamente fa notare Pierluigi Battista in prima pagina sul Corriere della Sera, l’Italia di oggi, non solo certa politica, finge di non accorgersi della presenza, da ormai troppi anni, di migliaia di “nuovi schiavi”.

Una tragedia quotidiana che, va però detto, non pochi scrittori e giornalisti hanno raccontato in libri e inchieste, che andrebbero ripresi in mano. In queste ore ci si chiede cosa avrebbe scritto dell’assassinio di Sacko Alessandro Leogrande, scrittore e intellettuale pugliese, morto il 26 novembre 2017 a soli 40 anni. Ai “nuovi schiavi” Leogrande aveva dedicato Uomini e caporali (Mondadori, 2008; ora riproposto da Feltrinelli, ndr), saggio narrativo che ha raccontato le decine di migliaia di immigrati che accorrono ogni anno in Capitanata per la stagione della raccolta del pomodoro. Donne e uomini sottopagati, sfruttati, alloggiati in ruderi fatiscenti, vittime di violenza. E, in non pochi casi, uccisi.

Anche un altro scrittore pugliese, Omar Di Monopoli, ha ambientato un suo romanzo, Ferro e fuoco (Isbn edizioni, 2008) nella Capitanata, dove un esercito di “nuovi schiavi”, appunto, combatte per sopravvivere in sterminate piantagioni di pomodori.

Come detto sono diversi i libri che raccontano questo volto poco conosciuto del nostro Paese. Citiamo ad esempio Ghetto Italia – I braccianti stranieri tra caporalato e sfruttamento (Fandango, 2015), firmato da Yvan Sagnet e Leonardo Palmisano, che si soffermano su una brutale realtà “taciuta dalle istituzioni pubbliche locali, dal sistema agricolo italiano, dalla piccola e media distribuzione e dalle multinazionali dell’industria agroalimentare, che si servono di questa forma coatta di sfruttamento, imponendo un ribasso eccessivo dei prezzi dei prodotti”.

Agricoltura senza caporalato – Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare (Donzelli, 2017) è una raccolta di saggi curata da Fabrizio Di Marzio, con prefazione di Gian Carlo Caselli. Una curiosità: tra gli autori coinvolti c’è anche Giovanni Tria, il nuovo Ministro dell’Economia e delle Finanze.

Sui social e sui media si sta ponendo l’attenzione sul mancato intervento nuovo governo. Ma, per tornare all’editoria di Battista, Soumaila Sacko era un eroe che sferza “la coscienza di tutti, anche di noi ‘buoni’ e ‘civili’, non solo dei razzisti, dei violenti, degli intolleranti”.

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