Sinossi
In gioventù, lo chiamavano Doctor Ironicus per la sua intelligenza sottile; ormai sessantenne, il protagonista di "Casa d'altri" non è che un "prete da sagre", confinato in un paesino della provincia emiliana dove non succede mai niente e dove "appaiono strane anche le cose più ovvie". Zelinda, però, una vecchia che passa le sue giornate a lavare i panni al fiume, senza avere alcun contatto con la gente, così ovvia non è; e non è ovvio neppure il tentativo di comunicazione che cerca d'instaurare con il prete, interrogandolo vagamente sulla legittimità di derogare a una "regola" della Chiesa cattolica. Quale sia questa regola, lo si scoprirà soltanto alla fine: quando il Doctor Ironicus, "così goffamente da provare vergogna di tutte le parole del mondo", non saprà dare alla vecchia che una risposta convenzionale e inadeguata. Intanto il lettore si trova coinvolto in una vicenda dal ritmo sempre più serrato, in un intreccio di tensioni e conflitti, in una lingua densa insieme di concretezza e di lirismo. Lo stesso clima di attesa incalzante si ritrova negli altri racconti: da "Elegia alla signora Nodier", dove la protagonista, morto il marito, si chiude in una quieta infelicità, ai "Due vecchi" la cui serenità coniugale è turbata dal ricatto di uno studente.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 141
- Data di uscita: 27-01-2007
Recensioni
Ezio Camparoni – che assumerà dopo vari psudonimi quello definitivo di Silvio D'Arzo - nasce a Reggio nell'Emilia nel 1920. Leggendo la sua biografia, l'impressione è quella di una vita che si è da subito messa in moto per accelerarne i tempi, quasi presagisse la morte in giovane età. A soli 15 anni, Leggi tutto
Una piccola raccolta di racconti altrettanto piccoli ma di grande impatto emotivo. Se la dimensione del racconto breve implica spesso narrazioni banali con il (presunto) colpo a effetto, qui ci troviamo invece di fronte al piccolo miracolo di una scrittura di classe, non inutilmente bombastica ma di Leggi tutto
“Tutto questo mi prese così all'improvviso che sul momento non mi venne parola. Nessuna. Ma poi no, non fu neanche così: alla bocca mi salirono parole e parole e raccomandazioni e consigli e “per carità” e “cosa dite” e prediche e pagine intere e tutto quel che volete. Tutte cose d'altri, però; cose Leggi tutto
C'è questa espressione che non mi va più via dalla testa: "spolveriamoci il cuore e non pensiamoci più". Sembra una di quelle frasi simpatiche, ironici inserti colloquiali che gli scrittori usano spesso. Io invece credo che racchiuda tutta la tristezza del mondo. E D'arzo ci avverte: "quando ci si m Leggi tutto
Casa d'altri... monti miei. Eugenio Montale lo ha definito “il racconto perfetto”, Tondelli ne tesseva le lodi. Per me è una bis, bis rilettura. Lo faccio sempre in gennaio, quando il tempo è quello, e dalle mie finestre si vedono in lontananza quei monti, se non c’è bruma che li nasconda, quei cala Leggi tutto
Una cosa splendida, mi ha lasciato incantata. Non solo “Casa d'altri”, ma tutti i racconti, e quel pezzetto di autobiografia. Da leggere e rileggere, soffermandosi su ogni frase. Perché D'Arzo scrive in modo unico. Stile personalissimo. Anche i contenuti, storie minime eppure grandi. Poetico, tragic Leggi tutto
Citazioni
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