Sinossi
In un'intervista del 2015 al New York Times, alla domanda su chi fosse il suo scrittore preferito di tutti i tempi, Stephen King ha risposto: Don Robertson. Alcuni anni prima, aveva ospitato nel catalogo della sua casa editrice questo libro crudo e scioccante, l'inclemente testamento di un autore dal percorso irregolare, celebrato e poi trascurato, difficile da classificare, se non rifugiandosi nella definizione che ne ha dato stesso King nella sua introduzione al romanzo: "Uno dei più grandi scrittori meno conosciuti degli Stati Uniti". L'uomo autentico è il libro di un Robertson quasi sessantenne, e forse non a caso parla di vecchiaia, di illusioni tradite, di domande rimaste fatalmente senza risposta. Lo fa aggirandosi tra i fumi di petrolio di Houston, in Texas, per raccontare la storia di Herman Marshall, un uomo semplice, uno come tanti, che realizza con orrore, nell'ultima stagione della vita, di aver raccolto soltanto sconfitte e stanchezza. Ha ucciso i tedeschi in guerra, è stato piantato per anni sul sedile di un camion, ha visto un figlio soffrire le pene dell'inferno e andarsene; ora passa il tempo ad accudire la moglie malata e a bere birra insieme a un gruppo di vecchi come lui. Annientato dall'ennesimo dolore, Herman Marshall decide di mettere in atto suo personale regolamento di conti, la sua disperata vendetta contro la vita, in un finale duro e feroce, che lascia senza respiro. Introduzione di Stephe King.
- ISBN:
- Casa Editrice:
- Pagine: 298
- Data di uscita: 27-10-2016
Recensioni
Nel fiore degli anni Alla domanda su chi fosse il suo scrittore preferito di tutti i tempi, Stephen King ha risposto: Don Robertson. Beh, se lo dice il RE, sa d’incoronazione. L’uomo autentico è un settantaquattrenne di nome Herman Marshall che nelle prime cento pagine racconta la propria vita. I suoi Leggi tutto
Shinerline È passato un po' di tempo da quando ho finito di leggerlo, il che se da una parte perde la freschezza delle impressioni a caldo, dall'altra mi permette di alcune, poche, considerazioni più ponderate. Cosa non e perché non mi è piaciuto? Innanzitutto (ma di questo non si può incolpare Roberts Leggi tutto
This novel brings to mind the intensity of despair found in the works of Jim Thompson and Hubert Selby Jr. It also shares both writers' penchants for regional vernacular and intricate, interior P.O.V. It is, more or less, a series of hideous events experienced by hideous people. Robertson does not i Leggi tutto
My hardcover copy of The Ideal, Genuine Man by Don Robertson was published in 1987 by Stephen King's Philtrum Press and includes a forward by King. This is a hard novel to read. No one is likable in it. It is disgusting and repulsive in many places. It's hopeless and helpless and full of pain. I act Leggi tutto
My copy of this one is signed both by Don Robertson and Stephen King who helped publish this edition.
Un commento a questo libro a mio avviso difficilmente può esimersi dal prendere spunto dalla sua Introduzione. Sì, perché stiamo parlando della presenza di un preambolo di un certo signor Stephen King e se uno del suo calibro decide di scomodarsi per un'operazione del genere, è inevitabile che fin d Leggi tutto
Like a lot of people, I got turned on to this book through Stephen King's loud mouth. I was prepared for empty calories and plot contortions designed solely to get me to turn the page. But I'm happy to have read the fucker. This is the book Stephen King wants to write. Masculine balls, piss, fucking Leggi tutto
I hated it.
Non mentirò. Non avevo mai letto niente di Don Robertson e se l'ho fatto è stato solo perchè ho trovato il nome di Stephen King in copertina. Di Stephen King è infatti la lunga e corposa introduzione: 16 pagine - non 16 righe - di apprezzamenti e lodi sperticate al libro di Robertson e a Robertson c Leggi tutto
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