Nel suo nuovo libro Gabriele Dadati racconta la confessione di Antonio Canova nella sua ultima notte…

Venezia, ottobre 1822. Al secondo piano di Palazzo Francesconi, un uomo è steso nel suo letto di morte. Si chiama Antonio Canova ed è il più grande artista del mondo. Al suo fianco è seduto il fratellastro Giovan Battista Sartori, che prova per lui un immenso amore. Ma ora ad Antonio non importa più essere confortato. Vuole rendere un’ultima confessione prima di andarsene. È così che torniamo al 1810, quando lo scultore è a corte dell’altro uomo del secolo, Napoleone Bonaparte. Diversissimi, eppure accomunati dal destino di essere rimasti ben presto orfani di padre e di non aver saputo essere padri a loro volta. Tra di loro, nucleo incandescente, Maria Luisa: imperatrice poco più che bambina, pendolo segreto in movimento tra la seduzione del potere e la difesa di una purezza impossibile. Nel suo lungo racconto, Canova rivela al fratello la miccia che ha incendiato e distrutto le loro vite. E trova, nella compassione dell’ascolto e nel conforto del sogno, il vero seme della sua discendenza.

canova

Gabriele Dadati (Piacenza, 1982), scrittore, editor, insegnante di scrittura, autore di Sorvegliato dai fantasmi (peQuod, 2006; Barbera, 2008), Il libro nero del mondo (Gaffi, 2009), Piccolo testamento (Laurana Editore, 2012, presentato al Premio Strega 2012), torna in libreria per Baldini + Castoldi con L’ultima notte di Antonio Canova.

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